Eduardo Lubrano

Eduardo Lubrano

Domenica 17 marzo. Mi disponevo tranquillamente ad approfittare di una giornata di relativo riposo per scrivere qualcosa sull‘incredibile mondo della DNA, non della Divisione Nazionale Antimafia, ma della Divisione Nazionale A e del suo prossimo forzato connubio con la Legadue. Mi chiedevo soprattuto che fine faranno quei giovani italiani, inseriti nei roster delle squadre iscritte al terzo campionato italiano di pallacanestro, che non giocano mai pur essendo questo un campionato in teoria dedicato a loro, dopo la fusione con un campionato dove ci sono stranieri, comunitari, oriundi, e chi più ne ha più ne metta.

Come sottofondo mi ero ripromesso di tenere il televisore acceso per seguire due manifestazioni di estremo interesse: il primo Angelus di Papa Francesco perché si trattava di un momento storico, in onda su Canale 5 e la Maratona di Roma in onda su La7, perché sono appassionato di maratona e perché avendo lavorato per molti anni all’ufficio stampa di questo evento straordinario, ho un discreto affetto per tutti quelli dell’organizzazione.

La differita della Maratona di Roma è iniziata alle 10.30, l’Angelus del Papa qualche minuto prima di mezzogiorno. In una pausa di queste due trasmissioni e mentre cercavo di mettere insieme i dati per il post sulla DNA, ho fatto zapping e cosa ho scoperto? Che su La7d c’era la diretta di Lenovo Cantù-Scavolini Siviglia Banca Marche PesaroSenza parole. Sono rimasto senza parole.

Perché la puntualità del nostro movimento nel non saper scegliere cosa fare, nel camminare sempre sullo stesso percorso senza mai fare un ragionamento diverso mi “perplime”, come diceva quel personaggio di Corrado Guzzanti, Rocco Smiterson. Specie alla luce del fatto, per esempio, che la gara Acea Roma-Umana Venezia era stata anticipata dalle 18.15 di domenica 17 alle 20.30 di sabato 16 proprio per non ingigantire lo sforzo della città di Roma che avrebbe dovuto sopportare una domenica impegnativa, compresa Roma-Parma di calcio alla sera. Una decisione spacciata per autonoma dalla Lega ma che invece è stato sollecitata dalla Virtus Roma del tutto consapevole ovviamente, di quanto si andava addensando in città.

Però la televisione non si tocca. La partita è fissata per mezzogiorno? Ed a mezzogiorno si gioca! E chissenefrega (scritto così tutto attaccato) se in contemporanea ci sono altri due eventi che certamente si rivolgono a due target di pubblico diversi, ma che sono ognuno a suo modo così universali, il primo Angelus del nuovo Papa che si è chiamato Francesco!, da scoraggiare i telespettatori della domenica mattina ad andare a cercare altro in giro per i canali.

Allora io dico (perché alle critiche vanno sempre fatte seguire delle proposte): non si poteva spostare anche Cantù-Pesaro ad un altro orario? Per esempio a sabato 16 alle 20.30? Nè la partita di Roma né quella di Milano sono andate su una televisione nazionale dunque si poteva approfittare. Il problema non poteva certo essere Bologna-Juventus perché col calcio nessuno sport, salvo la Formula Uno può permettersi un confronto, figuriamoci la pallacanestro italiana con le sue poche decine di migliaia di maniaci di appassionati.

Quando finirà questa cecità? Quando il nostro sport sarà trattato come un prodotto sportivo vero dai suoi dirigenti? Quando smetteremo di usarlo come riempitivo di due ore vuote delle televisioni che oltretutto lo pagano una miseria?

EDUARDO LUBRANO