La scuola slava ha fatto vedere come si gioca a basket.
Smettiamola di provare a copiare l’NBA e cerchiamo invece di guardare cosa fanno i vincitori che sono alla nostra portata.
Non mi ritengo un esperto di basket, anche se ho giocato da giovane, lo fotografo e seguo il basket Master da anni. Quindi se alcuni aspetti li noto io, mi attendo che gli “addetti ai lavori” li notino e interpretino di più e meglio di me.
Molti in questi giorni ci regalano le proprie idee ma quasi tutti sembrano girare attorno ai problemi. Ho letto i 10 punti proposti da un noto ex-allenatore e mi sono detto: si può fare di meglio. Non mi ritengo un addetto ai lavori e quindi posso sparare le mie “fesserie”, le 10 cose che bisogna considerare e FARE affinché il basket in Italia torni a livelli accettabili:
- Gli slavi tirano poco da 3. Usano questa arma quando è il momento, per far uscire i difensori e solo da parte di chi ha medie sopra il 35%.
- Gli slavi hanno dei veri centri, giocatori di oltre 205 cm da servire in area e che saltano, hanno il fisico, stappano e prendono rimbalzi. E hanno TUTTI un buona mano dalla lunetta.
- Gli slavi fanno molto “palleggio arresto e tiro da 2”, evitando di andare a impastarsi sotto canestro. Era dai tempi di Pino Brumatti che non vedevo così tanto palleggio arresto e tiro da 2. Quando l’anno scorso si è ritirato Kobe Bryant hanno analizzato da dove ha realizzato i suoi 30.000 punti in NBA. La gran parte erano tiri da 2. Copiamo.
- Gli slavi si aiutano molto in difesa e attuano una difesa molto fisica, oltre che altruista
- Gli slavi giocano il pick&roll meno spesso di quanto accada da noi, mentre hanno giochi a 2 semplici e efficaci, dai e vai, dai e cambia, la mezza ruota! La base del basket.
- Gli istruttori e gli allenatori devono insegnare i FONDAMENTALI fino alla morte, altro che termini inglesi e lo step-back, e i ragazzini NON devono giocare partite se non sanno palleggiare, passare, tirare secondo i sacri crismi. E finiamola con ‘sta balla del DNA slavo: 10-15-20 anni fa vincevamo in Europa e al mondo, e avevamo lo stesso DNA. Sono scuse che usano i deboli di fatto.
- In Italia avevamo una stupenda scuola di playmaking, dalla quale sono usciti grandi giocatori. Da 10-15 anni è possibile che non ne escano più? Perché appena un giovane è promettente lo allenano a tirare da 3 invece che a gestire la squadra in campo? Siamo un popolo di persone basse ma intelligenti, i playmaker dovrebbero abbondare, invece no. Doncic quando era under 14 e under 16 lo impostarono da playmaker, guardate i video su YouTube: portava la palla, passava, palleggiava con scioltezza, pur essendo uno dei più alti. Oggi cos’è diventato? Andiamo a cercare i suoi istruttori e copiamo metodi e sistemi di allenamento. Non avremo tutti Doncic ma qualcuno buono uscirà! Serve più meritocrazia in Italia.
- Il basket è in concorrenza con volley e calcio: rendiamolo attraente sin dalle scuole elementari e medie, paghiamo gli insegnanti di educazione fisica affinché segnalino alle società i ragazzi con potenziale, diffondiamo il mini-basket, creiamo i vivai di un tempo, non riempiamo le squadre di freshmen statunitensi a 50.000$ a stagione per fare arricchire i procuratori. Niente norme protezionistiche: gli italiani giocano se sono bravi. Ma facciamoli giocare al posto dei tanti stranieri scarsi che ci sono. E togliamo parametri e altre gabelle medioevali.
- La Fip ha 41 milioni di Euro di budget per la Nazionale? Ma anche se avesse solo 1.000 Euro, andrebbero spesi per il mini-basket e per i vivai, per fare scouting nelle società minori, cercare giovani dotati fisicamente, per riprogrammare la formazione degli istruttori verso i FONDAMENTALI. Mandi degli ispettori a vedere se fanno palleggio arresto e tiro da 2…. Solo così nascerà una generazione in grado di alimentare la Nazionale.
- Cambiare e ammodernare velocemente i vertici sportivi di Fip e Lega: hanno fallito, da 13 anni non vincono nulla e continuano a stare lì? Assurdo. Basta politica nello sport, bisogna rinnovare e innovare nel gestire federazioni e squadre, un mix di esperienza e innovazione: introduciamo la meritocrazia, i bonus sui risultati, gli incarichi a termine, la managerialità, l’etica. I dirigenti devono essere bravi manager, uomini di sport ma soprattutto con una visione moderna, etici, altruisti. E non politici. Tanievic? Presidente, cominciamo male il cambiamento, avete 142 anni in 2, sarete voi a guidare l’evoluzione? Perché non lasciate la poltrona a qualcuno più giovane ma soprattutto innovatore, manager, etico? E aiutate l’innovazione o vi dedicate ai nipotini? Non ci siamo proprio. Poi non dite che non ve lo avevo detto….
Testo e foto di Savino Paolella 2017 ©