I giorni che separano gli Azzurri dalla fase finale scorreranno via velocemente, credo che saranno utilizzati per visionare partite, avversari, riunioni, stabilire tecnica e tattica per l’attacco e per la difesa.
I giocatori della Nazionale hanno dentro di loro il potere di fare cose impossibili e per proseguire il loro cammino devono utilizzare le potenzialita, definire gli obiettivi e stabilire un piano d’azione, riconoscere gli ostacoli e affidarsi ai suoi leader. Leader non si nasce, si diventa. Come si diventa?
Il leader (dall’inglese to lead, guidare) è l’espressione della forza, dell’esperienza e dell’ affermazione della fiducia negli obiettivi da raggiungere e nelle proprie capacità. Diventare leader significa lavorare ed applicarsi per raggiungere affidabilità, concretezza e credibilità che generano a loro volta stima e fiducia. Diventare leader significa possedere praticità morale e coerenza utilizzando le proprie doti psicologiche, realizzare totalmente i sogni dei propri compagni in un gruppo omogeneo dove i singoli giocatori hanno gli stessi obiettivi.
La capacità di agire, unificare gli obiettivi (desiderati dai compagni) attraverso una strategia significa possedere leadership, è la capacità di esprimersi (come leader) in diversi ambiti. Nel basket esiste l’ambito:
– offensivo
– difensivo
– comunicativo
– relazionale
La Nazionale nell’ambito offensivo usa un basket semplice, dinamico, con rispetto e gerarchie dei ruoli affidandosi nei momenti più caldi della partita ai giocatori riconosciuti dalla squadra come leader offensivi; pertanto come fare a dimenticare le prodezze degli Azzurri nei finali di partita con Grecia, Israele e l’ultima rimessa contro la Spagna?
L’ambito difensivo è il frutto di queste cinque/sei vittorie; l’applicazione della fisicità, la concretezza di resistere ai miss-match a sfavore, la fiducia che si manifesta nei nostri giocatori cardini per essere padroni della metà campo difensiva. La comunicazione è la vera forza da coltivare per diventare un leader nel basket: capire e farsi capire utilizzare la comunicazione verbale, non verbale e paraverbale.
Nelle dichiarazioni post gara ascolto soprattutto una comunicazione verbale emozionale legata a parole come fiducia, confidenza, inviare segnali alle concorrenti, “questa vittoria conta soprattutto per noi”… Durante tutte le partite, gli Azzurri hanno comunicato attraverso il loro corpo le loro espressioni involontarie, le loro manifestazioni ingovernabili, quello che non dicono, quello che non vogliono dire, quello che non sapevano di avere bisogno di dire (del linguaggio non verbale fanno parte il respiro, la postura, i limite confine/distanze, i gesti). La comunicazione paraverbale la si riconosce nella tonalità, nel ritmo e nei colori della voce.
Il leader in ambito relazionale è quello che dispone della resilienza intesa come la capacità di portare avanti un particolare stato di motivazione superando ed affrontando gli ostacoli e le difficoltà. L’Italia del 2013 che ha battuto la Spagna, detentrice non solo dell’ultimo titolo europeo ma della mentalità vincente costruita ed sviluppata successo dopo successo, ha espresso questo: a volte, il vincitore è semplicemente un leader che non ha mai mollato.
Avanti leader, in bocca al lupo!
GIOVANNI PUTIGNANO