Giovanni Putignano

Giovanni Putignano

Alla vigilia di quest’Eurobasket esordisce su DailyBasket un’altra rubrica esclusiva, “Basket e Sportcoaching”, curata sulle nostre pagine da Giovanni Putignano, coach professionista con oltre 500 partite (e diverse promozioni) all’attivo tra le serie nazionali B1/DNA e B2/DNB, nonché specialista di dinamiche mentali applicate alla pallacanestro. Coach Putignano seguirà per noi l’Europeo dalla prospettiva dell’approccio mentale, valutando con occhio anche tecnico le gare degli Azzurri e non solo.

Quando mi è stato chiesto di trattare lo SportCoaching nel basket, automaticamente il primo argomento che ho pensato di presentare è il miglioramento delle performance attraverso l’utilizzo dell’attenzione e della concentrazione.
Cominciamo a definire lo SportCoaching.

Il Coaching nasce negli Stati Uniti come metodo per l’incremento delle performance. E’ una metodologia processuale-relazionale, una patnership (tra il coach e l’atleta o la squadra) centrata:
– sull’ individuazione di specifici obiettivi e dei rel tivi piani d’azione utili a conseguirli,
– sul sostegno motivazionale e di realizzazione progettuale (operato dal coach in alleanza con l’atleta);
– sull’individuazione, l’allenamento e la valorizzazione delle potenzialità umane.

Travis Diener (foto S. Paolella 2013)

Travis Diener (foto S. Paolella 2013)

Durante il percorso degli Azzurri del basket affronteremo e analizzeremo argomenti come la comunicazione efficace, parleremo di come scoprire e riconoscere le potenzialità umane come i nostri ragazzi potranno raggiungere gli obiettivi sfidanti che si sono preposti attraverso il piano d’azione e riconoscendo e superando gli ostacoli.
Parleremo ancora di attenzione e concentrazione, di autostima e stato di flow e proveremo a scoprire tutti i segreti del “dialogo interno” dei nostri atleti Azzurri.

Di seguito vedremo come gli atleti azzurri si concentrano e come saranno attenti.
Iniziamo col dire che riuscire ad essere concentrati ed attenti nel mondo basket (partite, allenamenti, campionati europei e mondiali, trasferte, rapporti interpersonali) non è un’ aspetto sicuramente semplice ma soprattutto scindere questo binomio non porta a grandi risultati. Mai scindere l’attenzione dalla concentrazione, mai utilizzare l’una o l’altra a piacimento o a esclusione.

Potemmo essere attenti ma non concentrati nell’allenarsi per vincere? Potremmo essere concentrati ma non attenti nel rapporto giocatore/giocatore o giocatore/allenatore? La risposta a queste due semplici ma articolate domande è sicuramente no, nel senso che entrambe le nostre capacità sono necessarie. L’attenzione è un processo cognitivo che ci da una selezione di informazioni necessarie per identificare. Essa può essere spontanea e conativa (quest’ultima consiste nella totale applicazione delle facoltà mentali) e si può suddividire in:

– Spaziale: una identificazione nello spazio di stimoli particolarmente rilevanti nel basket ad esempio segnalare la disponibilità elevando un arto superiore.
– Selettiva: sceglie tra diversi stimoli correnti quelli più utili nel loro meccanismo nel basket ignorare i fischi, il pubblico avversario, interferenza nell’ effettuare un tiro libero.
– Distribuita: ripartisce le risorse attentive su più compiti compiti ed informazioni nel basket ad esempio proteggere e difendere la palla per esplorare e distribuire il gioco.
– Mantenuta: si esprime in totale il gioco del basket immaginate uno dei nostri Azzurri che esce da un blocco per effettuare un tiro.

Kevin Garnett, straordinario esempio di attenzione e concentrazione

Kevin Garnett, straordinario esempio di attenzione e concentrazione

La concentrazione:
– è continua, intensa e duratura
– determina un grande miglioramento dell’autostima, del SelfTalk, dell’autocontrollo e dell’impegno.

Nel basket, quindi, non ci può essere attenzione senza concentrazione e noi potrermo osservare con attenzione chi dei nostri atleti Azzuri sarà un Front Runner o un Back Runner, cioè chi sarà più predisposto ad ottimizzare subito la sua capacità di attenzione e concentrazione e chi invece carbura in maniera un pò più lenta ma nei momenti finali della partita è particolarmente presente e concreto.
Il miglioramento delle performance degli atleti azzuri passa obbligatoriamente dalla preparazione mentale, attraverso la voglia ed il piacere di raggiungere nuovi traguardi e obiettivi, sforzandosi di non pensare troppo sulle attuali interferenze (infortuni ecc.), cercando di spostare la soglia della fatica verso l’alto ed intervenendo sul limite che demarca la completa efficienza e l’inizio del calo della prestazione.

In bocca al lupo Italia del basket!