Eccoci, signore e signori. Diamo i numeri, cestisticamente parlando. Gli altri lo fanno alla fine, noi cominciamo adesso. Altrimenti non saremmo DailyBasket…. Pronti? Cinture allacciate, sangria nel bicchiere, tapas y jamon iberico nel plato…The other side of Spain 2014

10 a James Harden, perché una dichiarazione come quella rilasciata mercoledì scorso- “Lavoro ogni giorno per raggiungere LeBron, Kobe, Durant, è una grande motivazione perché non sono nemmeno vicino al mio potenziale”, che segue all’altrettanto pacata “sono il più grande all around della Nba”- merita senza dubbio la palma del primo posto assoluto. Perché mancheranno tutti e tre, rispetto a Londra 2012 (James, il Mamba e Durant), ma con dichiarazioni del genere il testosterone dialettico si mantiene costantemente alto…

10- al tiki taka della Spagna di Orenga, che sino ad oggi- d’ora in poi, vedremo- ha sublimato le prestazioni individuali in un forza collettiva la cui sommatoria supera il pur elevatissimo valore dei singoli. Transizioni offensive spettacolari, circolazione di palla da stordire un centometrista, giocate spettacolari, dedizione ai colori della maglia pressoché totale, Rubio trasformato rispetto all’incolore versione dell’Europeo 2013… La più forte squadra non americana dopo la grande Jugoslavia? La provocazione lanciata dal nostro Davide Bortoluzzi calza… Il prosieguo del torneo ci dirà se è vera. Perché dalle parti di Atene son pronti a fare uno sgambetto…

'Sono due, arbitro...' Foto FIBA.com

‘Sono due, arbitro…’
Foto FIBA.com

9.5 allo spaventoso ritorno della Grecia, che ha speso benissimo i soldi della wild card, perdendo per strada Spanoulis (peccato) e Fotsis (un colpo di fortuna senza precedenti, lasciarlo davanti al televisore), ma ritrovando una forza di squadra impressionante. Bourousis sembra il cugino forte dell’enigmatico centrone visto a Milano, Fosforo Zisis è un’assicurazione londinese, Papanikolau è tornato prendendo il posto del cugino scarso, Kostinas, che vedemmo in azione a Slovenia 2013. Mettici Calathes, la grinta di Leonida Kaimakoglou, la saldissima conduzione tecnica di Katsikaris… Diamo la Grecia semifinalista, contro la Spagna. Poi, magari, succede. E se succede…

9+ a Sportitalia, che ha regalato e sta regalando- ‘free of charge’, peraltro- una maratona di basket straordinaria. Il livello dei commenti- lo dice un santone come Sergio Tavcar, non certo io che sono nessuno- sono più che buoni. Sentire coach Boniciolli, Gresta e tutto il team messo insieme da Matteo Gandini è davvero appagante. Se poi ci si mettono pure Eleonora Boi e Valentina Vignali… Beh, avete capito.

9 alla qualità estetica delle spettatrici donne, continuamente riprese dall’attenta regia internazionale, per le quali risulta davvero difficile stilare una top three. Le nomination spettano a Lituania, Spagna, Brasile, Serbia, qualche ragazza finlandese che riesce a stare sotto i 10 litri di birra al giorno…

Papanikolau, quello vero... ( FIBA.com)

Papanikolau, quello vero…
( FIBA.com)

8/9 ai leader individuali delle statistiche individuali dopo la fase a gironi, che dimostrano l’avvenuta globalizzazione della pallacanestro: primi tre marcatori Barea, Scola e Blatche; primi tre rimbalzisisti Blatche (menzione doppia), Dieng e Haddadi, primi tre assist man Kopone, Rubio e Dalmeida. Complimenti vivissimi, le statistiche individuali fanno molto ‘basket come una volta’.

8.5 ad Hamed Haddadi, l’iraniano che- Khomeini permettendo- George Lucas avrebbe scelto per interpretare il grande Chewbecca di Guerre Stellari, e se Haddadi avesse avuto l’età giusta avrebbe preso il posto di famoso giocatore Nba che affiancava Harrison Ford… Vediamo chi indovina in 5 secondi chi era, senza ricorrere a Wikipedia…

8 alla new wave cestistica: Iran, Senegal e Filippine (e pure Angola). Ossia, la dimostrazione che le squadre materasso di un tempo, seppellite ogni volta sotto 30 o 40 punti di scarto ad ogni partita di mondiale, non esistono più. Se del resto il Senegal ha 50 giocatori passati o di passaggio negli Usa, dal college all’Nba; se le Filippine si prendono Blatche, se l’Iran costruisce un gruppo unito da oltre 10 anni, se l’Angola tira scherzi persino a nazioni titolate come l’Australia… Le antiche gerarchie, almeno alcune, sono tramontate.

8 a Dario Saric, che lascia 6 denti sul parquet- 5 li recupera e li consegna alla panchina… – se li fa reimpiantare, il giorno dopo scende tranquillamente in campo senza timori. Un vero legionario croato, di cui Drazen sarebbe orgoglioso.

La gioia dei cestofili, in questi giorni

La gioia dei cestofili, in questi giorni

7/8 a Nocioni, Scola e alla tramontante Generacion Dorada, perché nessun amante del basket può dimenticare che per molti anni hanno espresso una pallacanestro emozionale e commovente. Un misto di orgoglio nazionale, movida del cesto, compattezza senza precedenti, scampoli di classe sublime, gerarchie ferree ad ogni lato del campo…. Scola e Nocioni, ai veri romantici, fanno venire ancora i lucciconi… 7.5 alla rissa tra Zisis e Campazzo, con Scola a fare da paciere: anzitutto perché non è successo niente di grave, poi perché il vero basket è facinoroso, maschio, politicamente scorretto. Per tutti gli altri c’è il softball. Accomodatevi, profani.

7 alla coppia tecnica scelta dal grande Sasha Volkov per l’Ucraina: Mike Fratello e Bob Hill, con la leggenda di Indiana nei panni di vice…Il tutto mentre a casa tuonano i cannoni, rombano i caccia e crepitano le mitraglie. Peccato per il mancato passaggio agli ottavi.

6.5 alla Nuova Zelanda, per il fascino senza tempo della Haka importata sui parquet e per la generosità estrema di un gioco che ha portato gli oceanici agli ottavi. Chapeau.

6+ alla Francia, che difende il titolo vinto a Lubiana nel 2013, ma senza Tony Parker sta facendo una grande fatica a competere con le migliori. Se vincesse con la Croazia il bilancio comincerebbe a essere positivo, diversamente una delusione.

'Dario, un paio di denti sono da quella parte' (Foto: FIBA.com)

‘Dario, un paio di denti sono da quella parte’ (Foto: FIBA.com)

6 alla Serbia, che tra polemiche pre campionato (Micov), i vaffa di Teodosic e prestazioni altalenanti non sta rendendo omaggio alla gloriosa tradizione di cui i propri giocatori, volenti o nolenti, sono gli eredi.

5.5 a Valanciunas, che dalla sua ha una dote fisico tecnica impressionante e una delle più grandi scuole cestistiche del mondo alle spalle, ma che troppo spesso pare al di sotto del suo potenziale. Tanto che, almeno un paio di volte, la regia ha indugiato sul Principe Sabonis, che dentro di sè rosicava dicendo: “Adesso tolgo gli occhiali e i pantaloni, metto pantaloncini e scarpe e faccio vedere io, a questo ragazzino, cosa significa ruggire in lituano e dominare gli avversari, annichilendoli…”

5 alla Finlandia del filosofo Deitmann, la sorpresa di Slovenia 2013 a cui mancava pochissimo per entrare nel novero delle migliori 16. I suoi tifosi rimangono tra i più colorati e appassionati, le prestazioni sono state così così.

4.5 ad Ante Tomic, che avrebbe tutto per essere dominante, ma che gioca con l’imbarazzo di una matricola a cui Miss College si offre senza esitazione, ma poi al momento clou non sa cosa fare. Il grande Gianni Brera lo definirebbe scazonte, palabratico, uno che molla i pappafichi.

4 alla Turchia di Ataman, media ponderale del 6 che meriterebbe per il gioco espresso (e per il passaggio del turno dopo il disastro del 2013) e il 2 per essersi rifiutata di “affrontare” l’haka dei Tall Blacks.

Ergin Ataman, che rifiutò la Haka.... (foto ntvspor.net)

Ergin Ataman, che rifiutò la Haka…. (foto ntvspor.net)

3 a chi pronostica la Spagna vincente senza se e senza ma. Uno, perché Sergio Tavcar ha dimostrato che un pronostico del genere è una fesseria. Due, perché tolgono pathos alla competizione. Tre, perché in realtà vinceranno gli Stati Uniti. In finale contro la Grecia. Ecco, adesso siamo pronti a essere spernacchiati…