Ettore Messina (scritto con Flavio Tranquillo), ‘Basket, uomini e altri pianeti’, Add editore, 16 euro

di Marco Multari e Fabrizio Provera

Trattandosi di un libro speciale, molto speciale, questa recensione è a 4 mani, come d’altro canto il libro. Noi di Dailybasket siamo così innamorati, di questo sport, da rasentare la follia.. Purché sana e utile ai nostri lettori.. Buon viaggio! (f.p.)

Ettore Messina, coach e uomo di talento. Estremo.

Ettore Messina, coach e uomo di talento. Estremo.

MESSINA, L’UOMO CHE SCAPPO’ PRIMA DELLA TEMPESTA

di Marco Multari

Ettore Messina è passato prima della tempesta. I Lakers versione 2012 sono stati una squadra incostante, protagonista di una stagione con troppi alti e bassi. Tutto questo era tuttavia niente in confronto a quanto sta accadendo ora: senza più il nostro conterraneo, primo assistant coach Nba italiano, né coach Mike Brown, che lo volle a tutti i costi dietro di sè in panchina.

L’allenatore più famoso d’Italia, forse d’Europa, ha deciso di raccontare la sua importantre esperienza americana in un libro che ha riscosso un grande successo di vendite, in Italia, fatto piuttosto inconsuet per i libri dedicat al basket. L’ha fatto con la collaborazione dell’onnipresente, quando si parla di basket Nba, Flavio Tranquillo, in ‘Basket, uomini e altri pianeti’, piaciuto per la capacità di raccontare la vita quotidiana della lega Nba, fatta di routine, pochi allenamenti e tante partite, di uno spogliatoio non ordinario, ma sempre sotto i riflettori come quello dei Lakers.

La vita privata, contornata dalle sfide della famiglia Messina con il nuovo ambiente californiano, si intreccia inevitabilmente con quella dei Lakers, la cui organizzazione viene descritta come la più imponente, la più importante nel mondo del basket, anche per tutto quello che ha messo a disposizione- materialmente e non solo- all’ex coach di Virtus e Cska.  Un coach forse sconosciuto ai più, ma non a Kobe Bryant, la stella gialloviola che ha ricoperto un ruolo importante in quest’avventura di Messina, anche per l’ottima conoscenza della lingua italiana del numero 24. In particolare, del Black Mamba vengono sottolineate nel libro la conoscenza del gioco e la capacità di ascolto dello staff tecnico, nessuno escluso. Significatico un passo del libro in cui si racconta di un dialogo tra i due, nel quale il 24 fa i complimenti per una rimessa a fine gara. Messina spiega che è tutto merito dell’head coach, ma la risposta di Kobe lascia basito il tecnico di origine siciliana: ‘bene,  però questi pick and roll in transizione che facevi già con Ginobili alla Virtus funzionano davvero’. Siamo insomma dinanzi a una persona speciale, non solo un campione, del resto inutile dire che è lui il personaggio principale del libro. ‘Vede il gioco, attacco e difesa, con almeno due passaggi di anticipo, il suo quoziente  intellettivo cestistico è fuori scala e non tiene per sé tutto quel sapere enciclopedico, ma cerca sempre di trasmetterlo ai compagni’.

Stima immensa nei confronti di Kobe, e non è un caso che il paragone più immediato sia quello con Sasha Danilovic, allenato da Messina ai tempi della Virtus, di cui spunta un dettaglio che non farà felice molti ‘hater’ di Bryant, ovvero la sudditanza involontaria, evidentemente un termine coniato proprio da Messina. ‘Come con Danilovic, trovare un compagno che non gli passasse la palla era quasi impossibile. Una forma di rispetto tanto comprensibile quanto poco rispondente ai nostri migliori interessi’. Questa è la leadership, rappresentata ancora di più da Derek Fisher:il pezzo di due pagine e mezzo sulla leadership stessa sarebbe da affiggere negli spogliatoi di ogni squadra, dalla Nba al nostro mini basket. Racconti e aneddoti sui giocatori si sprecano, con digressioni piacevoli su cene, serate e sul lavoro, tantissimo, come ‘special assistant to the head coach’. Come Kobe anche Metta World Peace, ossia Ron Artest, merita  un posto particolare nel libro di Messina: ‘Siamo di fronte a un essere umano particolare, capace di grandi slanci ma con un passato difficile di cui non ha mai fatto mistero. Per quei problemi psicologici, ha chiesto e ricevuto aiuto medico con una dignità che merita forte rispetto’.

Pur rimanendo distaccati dall’autore e dall’editore, non si può che esortare ad acquistare questo libro, che senza Mike Brown non ci sarebbe mai stato. Messina ha anche voluto parlare del suo futuro: un futuro che potrà far tesoro di questa esperienza Nba, che sarebbe stata assolutamente da continuare se solo fosse arrivata qualche anno prima. Il presente di Messina è diviso fra Madrid (dove vive la sua famiglia) e Mosca (dove allena il Cska), ma Los Angeles- ne siamo sicuri- rimarrà sempre nel cuore di Ettore Messina, che ci ha regalato una testimonianza diretta da cui nessun appassionato di pallacaneatro può dirsi immune. La sincerità e la schiettezza del coach, in questo libro, sono tutte al servizio vostro e del lettore.

ETTORE MESSINA, QUANDO LE DOTI UMANE SOVRASTANO PERSINO QUELLE TECNICHE

di Fabrizio Provera

Marco Multari vi ha trasmesso, in maniera ottima, qual è il c0ntenuto e la trama di questo bellissimo libro. Prezioso per diverse ragioni, molte delle quali estranee al mondo della palla a spicchi. A noi ha colpito, e tantissimo, la cifra umana e la statura di Ettore Messina, trasmessa in maniera esemplare dalla sapiente regia scrittoria di Flavio Tranquillo, col quale evidentemente c’è una particolare sintonia e comunione ideale, come d’altro canto era evidente durante le telecronache olimpiche trasmesse da Sky nell’agosto 2012 (quando un mostro di bravura come Messina riuscì a prendersi in giro per aver confuso Condoleeza Rice con Michelle Obama…). Di queste pagine da compulsare con attenzione- ma che diamine aspettate a prenderlo, se ancora non l’avete fatto???- ci rimarranno per sempre scolpite nella memoria quelle scritte in corsivo,  che cioè sono dedicate non alla cronaca puntuale della vita da Lakers, ma a riflessioni di ogni genere che spaziano dalla tecnica alla tattica, passando per consigli e considerazioni che sono oro colato per dirigenti d’azienda e tutti  quanti abbiano a che fare con organizzazioni umane e/o complesse. Ci piace il Messina che ricorda quanto ‘il basket sia alla fine sempre e solo questione di equilibrio, da ricercare poco alla volta ma ogni giorno’. Ci verrebbe voglia di rileggere, sino allo sfinimento, il capitolo denominato Responsabilità (pagina 89), dove in poche righe Messina ammutolisce letteralmente chi legge. ‘Chi fa il manager, e l’allenatore rientra in questa categoria, non può essere così idealista da pensare che tutti vivano per raggiungere l’obiettivo chbe gli viene assegnato. La piramide di Maslow, cioè la gerarchia dei bisogni umani, mette alla base la fisiologia davanti a sicurezza, appartenenza, reputazione e risultati raggiunti. Allo stesso modo i giocatori pensano prima ai minuti e al futuro, poi al resto. E solo se identificano che a determinare le prime due cose sarà il risultato della squadra mettono nel gruppo tutto il loro potenziale. E’ per questo che l’autodisciplina, l’unica che funzioni davvero, è figlia della responsabilità’. Game, set and match. Un altro passaggo del libro da mandare a memoria, evidentemente figlio dei trascorsi universitari e degli studi di Messina  in un istituto universitario come Ca’ Foscari a Venezia (più che i suoi gloriosi anni di coach nelle piazze di Treviso, Bologna, Madrid e Mosca) è quello dedicato a chi predilige l’anonimato sul web. ‘Mi pare che nascondersi dietro uno pseudonimo per scrivere un blog o per insultare persone sia la stortura di una società che ha smarrito il concetto di responsabilità’. Potremmo andare avanti per ore, ma vi toglieremmo il piacere della lettura. Vi basterà, lo speriamo, la consapevolezza che questo libro n0n parla solo di grande basket, ma anche di grandi uomini e grandi idealità. La ricetta essenziale, per appagare la nostra sete di lettura combinata alla passione cestistica.