Dennard schiaccia (foto Goduke.com)

Dennard schiaccia (foto Goduke.com)

Kenneth Stephen Dennard forse è un nome poco noto al di fuori dei fans dei Blue Devils ma è stato uno dei più grandi lottatori che abbiano mai indossato la maglia di Duke ed è tutt’ora uno dei personaggi più amati a Durham.

Nasce a pochi chilometri da Winston-Salem sede di Wake Forest University ed è il quarto di quattro fratelli tutti appassionati di sport: giocano a football in autunno, a basket in inverno ed a baseball in primavera/estate. I quattro diavoletti sono talmente esaltati che loro papà decide di costruire nel cortile di casa un campo da basket in asfalto per farli giocare. Playground che diviene presto il punto di incontro per tuti i ragazzini del quartiere dove Kenny, essendo il fratellino più piccolo essenzialmente corre su e giù per il campo assieme a bambini più grandi mentre sogna ad occhi aperti di essere un grande giocatore.

A tredici anni la famiglia si trasferisce a King, un paese rurale di mille anime e mentre i fratelli maggiori Emory e David partono per il servizio militare restano lui e Tommy a mostrare un talento non comune per lo sport anche se fino a 16 anni la sua preferenza è per il baseball.

A sedici anni Kenny sboccia.

Letteralmente.

Sboccia la pubertà e l’interesse per il gentil sesso.

Sboccia fisicamente arrivando a crescere fino a superare il metro e novanta.

E sboccia il suo amore per la pallacanestro. Ci gioca tutti i giorni incessantemente ed appena può scende a Wake Forest per giocare coi ragazzi del college al campetto.

con Geno Banks (foto Goduke.com)

con Geno Banks (foto Goduke.com)

Giocare coi ragazzi di Wake Forest fu la mia fortuna, mi accettarono ed imparai molto da loro migliorando il mio gioco” ricorda oggi Dennard.

Per il suo anno da junior alla high school è così non solo arrivato a sfiorare i due metri ma è pure un giocatore estremamente migliorato ed è più atletico dopo aver perso qualche chilo. Nelle prime due partite il suo coach non lo mette in quintetto ma lui segna 30 e 31 punti.

Entra in quintetto base e non ne esce più.

E comincia ad attirare l’attenzione dei college di Division I “Gli Dei del basket cominciarono a sorridermi”

L’assistente di Wake Forest  Neill McGeachy lo nota mentre gioca un pick up game a Wake e lo invita a partecipare al Five-Star Basketball Camp che si teneva in Pennsylvania.

Un campo esclusivo fondato da Howard Garfinkel ed aperto solo ai migliori prospetti delle high school.

Come allenatori Ken trova Hubie Brown e Chuck Daly e tutto il meglio della pallacanestro collegiale del tempo ad osservare le giovani promesse.

Come ricorda Dick Vitale: “To basketball insiders, people involved with the game, for years this camp has been one of the showcases for outstanding players of the future. Over the years, many of the greats have come through Super Garf’s doors — names like Michael Jordan, Isiah Thomas, Christian Laettner, Grant Hill, LeBron James and on and on. They have worn the famed orange Five-Star shirts.”

Dennard non solo ci va ma entra pure nel quintetto ideale del Camp del 1976 e si ritrova con centinaia di lettere, chiamate ed inviti da allenatori di Division I così decide di visitare i campus di Syracuse, Clemson e Duke.

la reverse contro Villanova

la reverse contro Villanova

Ma dopo aver visitato il campus di Duke in Ottobre Kenny decide che quello è il posto dove vuole passare i suoi prossimi quattro anni, cancella le altre visite e firma la lettera di intenti a Novembre del 1976, con un anno di anticipo, nonostante che Duke venisse da tre stagioni negative in cui era l’ultima ruota del carro della ACC “Ma avevo la sensazione che Duke era il posto giusto per me ed avevo ragione!”

Il suo anno da senior alla High School è trionfale eppure molti esperti non credono in lui tanto che un giornalista del North Carolina scommette pubblicamente 100$ che Dennard non avrebbe superato i 100 punti in carriera.

Li supera agilmente dopo poche partite da freshman quando forma un super trio che chiameranno “Duke Power Company”  con l’altro freshman di grande talento nonché il primo grande giocatore di colore firmato da Duke Geno Banks ed il centrone Mike Gminski mentre nel back court ci sono i più esperti John Harrel e lo junior e capitano Jim Spanarkel.

Dennard si dimostra subito il gregario perfetto, pronto a lanciarsi su una palla vagante o difendere duro sull’avversario più forte (ne sa qualcosa Buck Williams di Maryland) ma mostra una mano educatissima dall’angolo come quando segna 22 punti a Clemson. Per il suo stile di gioco e per altri motivi che è meglio non scrivere pubblicamente si guadagna così nel campus il nickname di “Big Dog” che si porterà dietro tutta la vita. Il cagnone in questione è pure un ragazzo divertente e piacevolmente pazzerello e spopola fra gli studenti (e le studentesse…) di Durham.

i Blue Devils del 79-80

i Blue Devils del 79-80

Nel 1978, suo primo anno Duke sbanca il tavolo: vince il torneo della ACC e vola al Torneo NCAA. Nella partita decisiva per raggiungere le Final Four Dennard con una clamorosa reverse dunk affonda le speranze di Villanova cosicché i Blue Devils tornano alle Final Four dodici anni dopo la prima, ed unica, apparizione.

Battono in semifinale Notre Dame 90-86 con 29 punti di Gminski ma perdono in finale contro Kentucky 94-88 nonostante i 22 punti di Banks, freshman dell’anno della ACC.

L’anno successivo i Blue Devils sono i favoriti, con tutto il quintetto che torna a disposizione e vincono la regular season ma perdono la finale della ACC mentre al Torneo NCAA la sfortuna si mette contro di loro con Dennard out per una distorsione alla caviglia procuratasi giocando una partitella al campus, Bob Bender ko per una appendicite e Gminski per una intossicazione alimentare. Saint John’s la butta fuori al secondo turno.

L’anno da junior di Dennard è piagato da un infortunio al polpaccio ma quando rientra trascina Duke alle vittorie su Marquette ed, oltre alla vittoria nella finale del torneo ACC su Maryland per 73-72 con Dennard decisivo in una giocata difensiva su Buck Williams nel finale, a quella storica su Kentucky alla Rupp Arena al Torneo NCAA nelle Sweet Sixteen per poi perdere contro Perdue nella finale del Regional.

Quella è pure l’ultima partita di coach Bill Foster alla guida dei Blue Devils. Pochi giorni dopo annuncia il suo passaggio a South Carolina.

Giorni dopo mentre sorseggia un frozen daiquiri Kenny scopre che il suo nuovo coach è uno semisconosciuto tale Mike Krzyzewski proveniente da Army, ovvero l’esercito.

Non esattamente il coach più compatibile per uno spirito libero come il suo…

Eppure il suo stile di gioco, in cui non risparmia una stilla di sudore, si adatta benissimo ai concetti del giovane Coach K “Fu un anno diverso perché era un coach giovane e nessuno nel 1981 poteva pensare che sarebbe diventato il miglior allenatore di tutti i tempi! Sono un suo grande fan, non perché mi ha allenato ma perché ho seguito la sua grande crescita come allenatore… anno dopo anno. E dopo una decina di anni dalla mia laurea siamo diventati amici…”

Con Krzyzewski in panchina Dennard viaggia a 10.6 punti e 6.9 rimbalzi guadagnandosi una chiamata al NIT, chiude il suo quadriennio a Duke con 1057 punti, 671 rimbalzi e 232 assist in 117 partite oltre a costare un centone all’incauto giornalista tifoso dei Tar Heels.

nella NBA a Denver

nella NBA a Denver

Viene chiamato al quarto giro dai Kansas City Kings, gli antenati di Sacramento, ed il nostro Ken si fa tre stagioni nella NBA in cui il suo ricordo più vivido è… “Aver tenuto a soli 35 punti Larry Bird!” ma in realtà la sua vita cambia nell’estate del secondo anno in NBA quando gli viene diagnosticato un tumore al testicolo

Quel giorno capii che la vita non girava solo attorno al basket e che dovevo prepararmi alla VITA”

Ken supera questa tremenda prova, gioca un anno nei Denver Nuggetts e dopo sole 95 gare nella NBA varca l’oceano per arrivare in Italia… a Roma nella Master.  Vi gioca solo 12 partite .

Amo l’Italia e gli italiani, la cultura ed il cibo ma era un momento di transizione per me e non avevo pazienza e nella Master Roma era tutto un gran casino… un branco di matti!”

Ken oggi col cappello portafortuna ed il simbolo del Dog Force One (foto K.Dennard)

Ken oggi col cappello portafortuna ed il simbolo del Dog Force One

Dennard allora si ritira ed apre una sua compagnia di investimenti la Dennard-Lascar Assiociates a Houston, diventa anche uno dei più grandi fan dei Blue Devils, nessun ex giocatore segue così assiduamente la squadra e lo potete facilmente riconoscere grazie al suo cappello blu…

Quando può si sposta con il Dog Force One: un lussuoso autobus di 14 metri che usa per muoversi attraverso gli Stati Uniti “Dopo aver passato vent’anni della mia vita sugli aerei voglio vedere la mia nazione anche a livello del suolo” è dotato di wi-fi, direct-tv, radio satellitare, tutte le comodità e persino un caminetto (!!!) “Io e mia moglie giriamo per le città e visitiamo posti come il Grand Canyon, il deserto del Mojave…”

Ha lavorato duramente ed ora si gode i frutti del suo lavoro.

Ed i semi di quei frutti li seminò quando scelse Duke come sua università.

Questo è il mio motto da quando scelsi Duke: Sogna, Credi, Fai. Ripeti”