03-17-19_dukes-dick-groat_original_display_imageDick Groat è stato la prima grande stella dei Blue Devils di Duke mettendo a segno records che sono durati per decenni ma, cosa non troppo strana per quei tempi, è entrato nella storia non della pallacanestro ma del… baseball.

Originario di Swissvale in Pennsylvania Richard Morrow Groat conosciuto da tutti come “Dick” non è stato però la prima leggenda di Duke ad avere successo in entrambi gli sport. Prima di lui Bill Werber era stato dal 1928 al 1930 la stella della squadra allenata dal leggendario Eddie Cameron, a cui è dedicato l’Indoor Stadium, finendo con il diventare il primo All America della storia di Duke. Ma Werber aveva già un accordo sull’onore, a quei tempi bastava una stretta di mano, coi New York Yankees per andare a giocare con loro una volta laureatosi. Altri tempi. Werber sarà per undici stagioni una stella dei baseball diventando World Champion coi Cincinnati Reds nel 1940.

Groat coi Pirates

Groat coi Pirates

Vent’anni dopo, nelle World Series del 1960, Groat è nel dogout quando la pallina viene scagliata fuori campo da Bill Mazerovski alla fine del nono inning coi suoi Pittsburgh Pirates che battono 10-9 gli Yankees alla settima gara in una delle più belle finali di sempre della MLB e Groat viene nominato MVP. In quattordici stagioni nelle major leagues Groat sarà cinque volte All Star con una media di battuta del  .325.

Ma nei suoi tre anni nel varsity team, i freshmen non potevano giocare nel loro primo anno al college, questo playmaker di un metro ed ottanta scarso è stato in grado di numeri clamorosi per l’epoca. Parte bene nell’anno da sophomore con 14.5 punti a partita ma viene sospeso dopo 19 partite per problemi accademici. Una volta sistemati i suoi voti nel suo anno da junior è pronto a sorprendere il mondo del college basketball: alla sua prima partita segna 31 punti, nuovo record per un Blue Devil,  e segna durante la stagione 831 punti, record che verrà battuto da Jason Williams nel 2001, ovvero cinquant’anni dopo.

in trionfo dopo i 48 punti contro UNC

in trionfo dopo i 48 punti contro UNC

Nella stagione da senior è il secondo miglior realizzatore dell’intera nazione ed il miglior assistman, contro Tulane al Dixie Classic organizzato a Raleigh Duke va sotto di ben 32 punti all’intervallo ma Groat nella ripresa trascina i suoi ad una clamorosa rimonta segnando 32 punti nel secondo tempo per una vittoria 74-72 portando a 46 punti il suo record di punti in una singola partita.

Il suo capolavoro assoluto è nella sua ultima partita al Cameron Indoor Stadium: nel derby contro North Carolina segna 48 punti, record ancora imbattuto di punti segnati nella rivalry più sentita d’America, portando i Blue Devils al trionfo. Ci penserà Danny Ferry  nel 1989 a battere il suo record di punti in una singola gara segnandone 58, ma non in un derby… Chiude con 1886 punti segnati, verrà superato da Art Heyman nel 1963, a 23 di media che sono 26 di media nell’anno da senior altro record battuto da Rob Verga (26.1) nel ’67 e da JJ Redick (26.8) nel 2006, mentre ci vorrà Groat-DukeTommy Amaker nel 1986 per superare il suo record di assist. Numeri che giustificano il ritiro della sua maglia numero 10, la prima maglia ritirata nella storia di Duke.

Finita l’università Groat firma un contratto da 25.000$ con la sua sua squadra del cuore i Pittsburgh Pirates diventando immediatamente lo shortstop titolare senza passare dalle minor leagues, viene scelto anche dalla NBA con la terza chiamata assoluta dai Fort Wayne Pistons coi quali firma un contratto da 10.000$. Giocherà una sola stagione nella NBA, quando i boys of summer del baseball riposano,  segnando quasi 12 punti a gara senza mai allenarsi perché Groat fa la spola fra Fort Wayne e Durham dove torna per finire gli studi e laurearsi presentandosi solo alle partite dei Pistons.

Onorato dai Panthers di Pitt

Onorato dai Panthers di Pitt

In questa girandola frenetica arriva anche lo Zio Sam e Groat parte per l’esercito dove resterà due anni, esaurito il servizio militare i Pirates fanno gentilmente capire alla loro star che è il caso di dedicarsi ad un solo sport e Groat si ritira dal basket giocato ma, pur diventando una superstella della Major League, Groat per tutta la vita continuerà a sentirsi un giocatore di basket “Per me il basket è l’epitome del gioco di squadra ed anche il baseball dovrebbe essere giocato così ma i giocatori di baseball moderni non lo giocano in questo modo: avanzare i corridori, prendere strikes tutte cose che facevo con la squadra con cui ho vinto il titolo”

E dal basket non riesce a stare lontano, una volta ritiratosi dalla MLB, oltre a diventare co-proprietario di un campo di golf, Groat diventa nel 1979 il radio-commentatore delle partite dei Panthers di Pittsburgh University, attività che ancora continua ad 83 anni suonati…

Sento ancora un brivido quando vado a vedere una partita di basket…”