brisker1Quando nella bella inchiesta uscita su Dailybasket.it di Matteo Plazzi sulla storia della mitica ABA ci siamo imbattuti in questo giocatore il nostro cuore ha sobbalzato, dai meandri del passato era arrivato Lui: il forgotten son definitivo. Un pazzo scatenato, uno dei peggiori “bad ass” della storia dello sport, una storia incredibile. Ed abbiamo capito che la seconda stagione di Forgotten Sons doveva chiudersi con lui: John Brisker.

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John Dahoney Brisker nasce nell’immediato dopoguerra a Detroit e già dal luogo di nascita capiamo l’imprinting che il giovane John ottiene sulla sua personalità ma cresce anche come un bel ragazzo, dal fisico scolpito, con la classica intelligenza da strada, un atteggiamento di perenne sfida ed un incredibile talento per la pallacanestro, va alla high school ad Hamtramck nel Michigan dove trova in squadra Rudy Tomjanovich, futuro giocatore e coach NBA, e nonostante sia già considerato un ragazzo violento e pericoloso ottiene una borsa di studio per University of Toledo, nell’Ohio, perché un’ala di 1.95 con quel talento non passa inosservata.

Nei Rockets di Toledo gioca anche come receiver a football americano e si mette abbastanza in luce per essere contattato da squadre NFL ma viene chiamato nella ABA dai Pittsburgh Pipers dove Brisker va a giocare dopo esser stato cacciato dall’università per aver aggredito il suo coach.

BriskerDrivePowellNiceIn una lega dove la cocaina e gli eccessi sono la normalità il nostro Brisker si trova come il topo nel formaggio ed ivi nasce la sua leggenda. In campo è un giocatore clamoroso, una pantera sempre pronta a colpire, re del trash talking, vive di sfide. Quando prende palla in attacco… bene sostanzialmente è un suo tiro, non ci sono alternative. Quando nei Pipers entra finalmente in quintetto al posto del veterano Tom Washington si presenta con 42 punti e 12 rimbalzi. Mai più tolto dal quintetto base. Nel suo primo anno rivaleggia con Spencer Haywood per il titolo di rookie dell’anno.

Le sue vittime preferite sono i Dallas Chapparalls contro i quali viaggia durante la stagione 1970-71 a 36.8 punti di media tanto che il loro coach Tom Nissalke mette una taglia di 500$ perché i suoi giocatori lo atterrino definitivamente durante una delle sue penetrazioni, Len Chappell si candida per la missione ed al momento della palla a due stende Brisker a tradimento. Nessun provvedimento preso e stranamente nemmeno Brisker se la prende troppo, avendo evidentemente apprezzato la furbata di Chappell. Ma il suo odio per i Chaps era tale che quando Pittsburgh sparisce ed i suoi giocatori vengono assorbiti proprio da Dallas Brisker assume un avvocato pur di non andare a giocare là.

Di certo non va meglio nemmeno negli allenamenti con la sua squadra tanto che coach Dick Tinkham, un nome una garanzia, assume un ex giocatore di football solo per stendere Brisker al suo primo accenno di rissa in allenamento, quando il suo “guardiano” capisce che tenerlo fermo e tranquillo non è così semplice si alza e va negli spogliatoi dichiarando la sua decisione di andare a prendere la sua pistola Brisker non muove un muscolo del volto ed anzi è felice poiché può andare pure lui negli spogliatoi a prendere la SUA pistola. Arriva così immediata la decisione di Tinkham di annullare l’allenamento e di licenziare il povero giocatore di football.

I compagni restano così alla sua mercé, il povero Walt Szczerbiak, in seguito grande stella del Real Madrid e padre dell’ex giocatore dei T-Wolves, era la sua vittima preferita, come rookie viene massacrato da Brisker per i più futili motivi.

Lyle vs Brisker

Lyle vs Brisker

Mentre comunque buca le retine nella ABA tanto da essere costantemente uno dei migliori realizzatori continua ad accrescere il suo mito, quando i Pipers che nel frattempo sono diventati i Condors giocano ad inizio stagione 1971-72 contro gli Utah Stars Willie Wise riesce a tenerlo a soli 4 punti nel primo tempo e nella ripresa un nervosissimo Brisker fa a botte più volte cogli avversari sino alla fine della partita, a Novembre i Condors si presentano nello Utah e viene dichiarata la “John Brisker Intimidation Night” ovvero gli Stars invitano il campione di boxe Ron Lyle ed altri quattro boxeur professionisti messi nei vari angoli a bordo campo… pronti ad intervenire in caso di necessità!

Per una volta Brisker si comporta come un angioletto durante la gara in uno degli “eventi” più clamorosi della storia dello sport…

Memorabile anche quando, appena finito l’All Star Game ABA del 1971 Brisker insegue il commisioner Jack Dolph e gli chiede senza troppi giri di parole di dargli immediatamente il premio in denaro per la partita, Dolph immediatamente apre il portafogli e gli dà senza fiatare i suoi 300$… meglio non aver discussioni con uno che aveva mandato dal chirurgo facciale Sam Smith di Kentucky e Ron Boone di Dallas…

Come dicevamo Brisker non aveva nessuna intenzione di giocare per Dallas e grazie ad un avvocato ed un franco colloquio con Fred Cranwell, l’executive di Pittsburgh, che durante la discussione non poteva far altro che pensare alla pistola nella giacca del giocatore ma che comunque si era affezionato a Brisker, viene lasciato andare nella NBA ai Seattle Supersonics.

Nel 1972 arriva così a Seattle dove ha subito un impatto fra la gente: bello, selvatico e magnetico ma pure sorprendentemente dolce e paziente coi bambini per i quali organizzava dei camp ed era sempre pronto ad iniziative in loro favore, si presenta subito con una dichiarazione di amore :”Voglio giocare qui, per questa città e per questi fans”.

Story+Image_john_brisker_fit_300x300Ed in campo nella NBA, ben diversa dalla flamboyant ABA, viaggia a 11.9 punti in 21 minuti a partita nelle tre stagioni coi Sonics “Quel Son of Bitch sa giocare” disse un coach avversario ma si tratta di NBA e non di ABA ed i giocatori della NBA non hanno paura di Brisker, non si aprono dinanzi alle sue penetrazioni come il mar Rosso dinanzi a Mosè così nella sua terza stagione a Seattle cominciano i problemi: durante un allenamento fa saltare i denti ad un compagno e nel 1975 l’owner Sam Schulman lo taglia dopo 21 partite giocate perché Brisker provoca “dissensi” nello spogliatoio…

Senza un lavoro Brisker entra in contatto con quelli del Black Power ed entra in affari con loro, con la moglie va in Liberia e fonda una ditta di import/export chiamata Dahoney, il suo secondo nome, di cui risulta come tesoriere e compra anche una proprietà sul lago Piso vicino a Manrovia dove dice di voler andare a vivere.

Torna negli States ma nel Gennaio del 1978 dice alla moglie di essere nei guai… grossi guai… e di dover sparire per un po’ sino a quando le acque non si calmano.

John Brisker con un sacco di soldi in tasca prende un aereo e vola in Africa.

Ecco ora entriamo decisamente nella Leggenda.

Viene visto per l’ultima volta a Manrovia nel mese di maggio e chiama la moglie dicendole che sta per andare in Uganda.

il dittatore Amin

il dittatore Amin

In Uganda comanda il dittatore Idi Amin una delle personalità più feroci dello scorso secolo autore di crimini contro l’umanità, repressione politica, stragi etniche, sotto il suo regime moriranno mezzo milione di persone. Secondo molti storici affetto da disordini bipolari (a tal proposito vi consigliamo la visione del film The last King of Scotland con un clamoroso Forest Whitaker) era anche un grande appassionato di sport e di basket in particolare e financo cannibale, secondo alcuni.

Dopo alcuni mesi di silenzio la signora Brisker comincia a preoccuparsi e si affida all’ambasciata americana ed al FBI per ritrovare il marito, convinta che qualcosa di grave è accaduto.

In realtà non si sa se Brisker sia mai giunto là in Uganda. Non si è mai registrato all’ambasciata americana.

La voce più affidabile dice che giunto al cospetto del dittatore con un socio americano per fare affari non ben precisati viene invece imprigionato come spia e nemico del popolo e poi giustiziato.

Voci più fantasiose lo vedono invece assoldato come mercenario dallo stesso Amin e fucilato nel 1979 durante la rivolta che fa cadere la dittatura.

Nel 1985 viene dichiarato legalmente morto, dopo richiesta della moglie che ottiene così la pensione del marito, dal giudice della Contea di King nello stato di Washington.

Ma si dice che a Manrovia, in Liberia, viva un uomo, alto, affascinante e pericoloso.

Si narra che sia stato un atleta nel passato e che sia americano.

Chi ha provato ad avvicinarlo è stato minacciato: “Posso ucciderti qui ed ora… ora vattene e se domani torni non mi troverai…”

Forse John Brisker è morto. Forse ha solo cambiato nome.

Di certo lui è “The ultimate Forgotten Son