La spicchia e lo ska, la retina da gonfiare e le pelli della batteria, La Banda Loska e la New Flying Balls Ozzano. Giovanni Agusto si divide tra i parquet della C Gold Emilia e i tamburi della Banda Loska. Ritmi da gestire sul palco e tra le mattonelle del parquet, un demo (“The ska in back in town”) da suonare in giro e una promozione da raggiungere con l’Ozzano. All’insegna di quell’“Enjoy yourself” tanto caro agli Specials…

Partiamo dal Giovanni Agusto giocatore di basket…
“Prime esperienze nelle giovanili a Ferrara con il vecchio Basket Club con cui, da aggregato, ho vinto il campionato di Legadue andando in serie A. Erano gli anni di André Collins, Harold Jamison, Oluoma Nnamaka, Marco Allegretti. Poi sono sceso in C2 con la Quattro Torri Ferrara, risalito in C1 a Poggio Rusco con tanto di vittoria del campionato, di nuovo Ferrara, in B2, che ripartiva dopo gli anni della serie A, e promozione nell’allora DNA. Sono seguite stagioni a Cento, di nuovo Quattro Torri (altra promozione) e a Ozzano dove, l’anno scorso, abbiamo rischiato di vincere. Ora siamo primi in classifica”.

Poi c’è l’Agusto musicista…
“Milito nella Banda Loska dal 2007, abbiamo fatto una marea di concerti, siamo molto attivi nell’ambito live. Suoniamo pezzi nostri ed è molto divertente, passionale. Il tutto è nato da un’idea senza pretese: io suonavo la batteria da un po’, ci siamo detti: perché non facciamo un progettino?”.

Come riesci a conciliare le due attività?
“Un sacco di volte ci è successo di aver programmato un concerto nella sere di sabato o venerdì, così faccio allenamento o eventuale partita ai mille all’ora per poi tornar di corsa e arrivare in tempo per suonare. È la cosa più bella: alla partita si va in tuta o in divisa, poi eccoci indossare giacca e cravatta, che è un po’ il nostro mood, per poi correre a suonare. Ed è sempre stato emozionate”.

Ti è mai capitato di venir riconosciuto come batterista della Banda Loska durante una partita?
“Sfortunatamente non mi è mai successa una cosa del genere, ma a qualche concerto mi hanno chiesto: ma tu sei quello che gioca a pallacanestro?”.

I tuoi compagni di squadra hanno mai partecipato ai concerti della Banda Loska?
“I miei compagni di squadra, ciclicamente, sono sempre venuti a vedermi, si sono sempre divertiti tutti. Addirittura quest’anno, a novembre, abbiamo suonato a Ferrara e son venuti i ragazzi di Ozzano, anche quelli che giocavano con noi lo scorso anno. È un bell’attaccamento!”.

Parli mai di musica all’interno dello spogliatoio?
Non è che io sia un gran professionista della musica, con i miei compagni ne parlo in generale e spesso e volentieri viene fuori che ogni giocatore ha un sogno nel cassetto: imparare a suonare uno strumento. Chi prima, chi dopo, chi se lo tiene come ultima spiaggia una volta finito di giocare”.

Gli Specials ti hanno ascoltato durante un concerto e ti chiamano per un provino nel giorno stesso della finale dei playoff. Come ti comporti?
Mi attrezzerei per farli entrambi o darei la priorità ai playoff, tentando di posticipare il provino il più possibile…”.

Più groupie nell’ambiente cestistico o in quello musicale?
“Per scherzare, il discorso groupie è nettamente maggiore intorno alla pallacanestro rispetto alla musica! La musica, ormai, la seguono in pochi, dal vivo poi non è molto vissuta…”.

La tua band suona in modo molto frenetico, quanto soffri da uno a dieci quando il coach ordina alla tua squadra di giocare al limite dei 24’’?
“Io vado sempre forte, infatti quando il coach vuole giocare al limite non mi fa mai arrivare la palla, io sono la prima opzione, di solito la prendo subito e tiro!”.