Prima un inno. Poi ecco lo scudetto: l’occasione giusta per festeggiare i campioni d’Italia della Reyer Venezia a tempo di hip hop. Già, è tornato Matteo Noceti, in arte J-Nux.

Scrivi e canti un inno, e sin lì ci siamo. Per informazioni, citofonare J-Nux, all’anagrafe Matteo Noceti, colui che, un paio di anni or sono o giù di lì, dedicò “Io non ti lascio” alla squadra del cuore, la Reyer Venezia. Non fa una grinza, ci sta. Tanto che ne parlammo anche noi, proprio qui, su Pick and Rock, lo scorso 30 novembre. Poi il tempo passa e ti accorgi che sì, hai fatto una gran figata, ma non basta, non può bastare. L’inno è un’esperienza cosmica, possiede il pregio di aggregare, di farti sentire parte di una comunità ma, alla fine, i tifosi cantano altro, tipo “Noi vogliamo questa vittoria”, oppure “XY tu sei un figlio di una donnina allegra”. E poi riuscite a immaginare una curva alle prese con un pezzo hip hop? Avete presente la reazione del pubblico quando Cab Calloway intona la sua “Minnie the moocher” in “The Blues Brothers”, il film di John Landis? Ci siamo capiti, no?
Divagazioni a parte, nel frattempo è successo qualcosa. È successo qualcosa in Laguna, è successo qualcosa in casa Reyer. Uno scudetto vinto, il terzo, arrivato dopo 74, e dicasi 74, anni di snervante attesa. Notte del 20 giugno 2017, palaTrento, la Venezia della palla a spicchi è in delirio, coach Walter De Raffaele alza le braccia verso il cielo, si tagliano le retine, ci si guarda negli occhi e quasi non ci si crede. Campioni d’Italia: no, davvero, adesso l’inno no, non basta più. Serve qualcosa che eternizzi il momento catartico, qualcosa che, a distanza di anni, possa essere ricordato.

Pane per i denti di J-Nux. Che riprende in mano la situazione e scrive. Di getto. Ripercorrendo la cronaca di un’annata fantastica. Inserendola su di una base torbida stile underground, in uscita dal computer del produttore nordamericano The Passion Hi Fi. Ma questi son particolari. La ciccia è spalmata all’interno del testo, tra le sue rime, nelle metriche sguainate senza pietà dal rapper ligure. “Campioni d’Italia” racconta del cammino dell’Umana a partire dall’esordio sul parquet della Red October Cantù (92-99) fino alla svolta di dicembre 2016, leggasi il successo ottenuto ad Avellino (78-80) che porta gli oro-granata al terzo posto in classifica, “apripista di un prosieguo da protagonista”. Da lì in poi la strada è in discesa, stazione finale la post season di maggio: “Tempo di nascondersi? No!”. E Venezia non si nasconde, leggasi il 4-2 inflitto alla Dolomiti Energia Trento in finale playoff.
“Un tributo ai nostri guerrieri, umilmente ambiziosi tipo templari”. Va bene, il Noceti esagera, ma come fai a non ringraziare uno a uno i personaggi e gli interpreti dello scudetto numero 3? Come Stefano Tonut, “con quella faccia da bravo ragazzo, con quelle mani da furto con scasso”, Marquez che “tira da tre e grido l’Haynesaccata”, Pesic, ovvero “Pero Superman versione croata”. Ce n’è per tutti, anche per i tifosi, che contribuiscono intervenendo all’interno del videoclip con parole d’amore (per la Reyer, sia chiaro) condite da un impercettibile accento veneziano. Tifosi che non potranno vedere la loro squadra battersela in Euroleague e che dovranno accontentarsi di una pur sempre probante Basket Champions League. Sfuggita di mano qualche mese fa, adesso potrebbe essere la volta buona per inserirla in bacheca: pane per i denti di un J-Nux che già pensando al da farsi. Ma intanto cercate il video sul tubo (url: https://www.youtube.com/watch?v=rNmMOS22DOQ), ne vale la pena.