marsha ambrosius

Questa è una storia d’amore che finisce male. Tra rimpianti, maledizioni e una speranza: che l’ex venga rimpiazzato da un giocatore di basket. È quel che si augura Marsha Ambrosius in “Hope she cheats on you (with a basketball player)”.

La prima volta che ascoltai in radio un pezzo r’n’b – ed era un pezzo r’n’b perché ricordo bene il dj che diceva “ed ecco a voi un pezzo r’n’b”– mi chiesi cosa stesse succedendo. Al mondo, alle certezze che mi ero costruito a forza di consumare vinili e doppiare cassette, al mio impianto stereo che, apparentemente, cominciava a mandare in onda suoni insulsi dopo anni di onesto lavoro. Perché per il sottoscritto, almeno fino a quel momento fatidico, r’n’b significava rhythm and blues. E nient’altro. Dunque Otis Redding, Sam Cook, Al Green, Roberta Flack…  Allora cos’era quella roba mi stava propinando l’etere? Il dj era forse sotto l’effetto di sostanze psicotrope? O era in atto una rivoluzione copernicana? La seconda che ho detto. Perché, a un certo punto, qualcuno aveva deciso che il termine r’n’b’  dovesse includere più o meno tutta la musica cosiddetta nera. Quindi Otis Redding e Rhianna nello stesso calderone, “Umbrella” come “(Sittin’on) a dock of the bay”. Ma sì, continuiamo così, facciamoci del male!
Eppure nell’r’n’b di oggi – quelli che ne capiscono lo chiamano  Contemporary r’n’b – non tutto è da buttare via. Prendiamo Marsha Ambrosius, per esempio. Lei è inglese, nativa di Liverpool, la sua carriera musicale parte con il duo Floetry, in combutta con Natalie Stewart. Un rodaggio che le permette di collaborare con nomi grossi stazzati oltreoceano, come Busta Rhymes e Macy Gray, tanto per tirarne fuori un paio. Poi Marsha esce dal (mini) gruppo e nel 2011 ecco il primo disco tutto suo, “Late nights & early mornings”, numero due delle classifiche di vendita in quota Billboard. Un successo non da poco, che arriva anche grazie anche a un pezzo dotato di un titolo che dovrebbe farci drizzare le antenne: “Hope she cheats on you (with a basketball player)”.

Lo stile, come si sarà facilmente intuito, è r’n’b (tranquilli, è l’ultima volta che lo scrivo), in compenso il testo è tutto un programma. Parole che si immergono in una storia d’amore torbida e, a dire il vero, non troppo chiara. Ma cerchiamo di capirci qualcosa. Lui lascia lei, e fin qui niente di nuovo. Lei fa la dura (“ora sono a Salt Lake city, sono fuori immagine”) ma, in realtà, rimpiange i tempi andati (“ricorda come ero quando stavo con te, il sesso era così bello, ricordi?”). Lei non nega di essere un po’ arrabbiata, ma appena appena (“può sembrare che io sia un po’ acida”), cosa che non le impedisce di prendere in simpatia la nuova fiamma del suo ex (“ti fa prendere il Viagra per tenerti su, ignora le tue chiamate e spende tutti i tuoi soldi”). Poteva mancare qualche maledizione in libertà? Certo che no. Eccone una: “lei è così carina, ma non durerà per sempre”. Ma non è niente in confronto a quel che arriverà poco dopo: “spero ti tradisca con un giocatore di basket”. Va bene, ma perché? Perché non con un fruttivendolo, un ingegnere meccanico o un impiegato del catasto? La spiegazione latita, anche perché la Ambrosius è incazzata nera (ehm…) ed è convinta che colei che l’ha cornificata “non conosce la differenza fra un touchdown e un lay-up”. Già, pure tontolona. E poi il concetto non coinvolge solo la palla a spicchi perché, a un certo punto, Marsha fornisce un assist anche agli adepti del football: “spero ti tradisca con un giocatore della NFL”, spiega lei. Insomma, l’importante è che la dia a un atleta, poco conta se corre su e giù lungo un parquet o su di un prato, è sufficiente che il merdone soffra.
Ultima considerazione: i giocatori di basket inglese sono mediamente scarsi. Se la tontolona decidesse di fare sesso con un cestista suddito di sua Maestà, allora sarebbe meglio augurarsi dell’altro, perché se a letto dovesse comportarsi come gioca…