Before I started rapping I was already famous
From the court to the mic the transition was painless
SSens – My Lane
Nemanja Mitrovic di mestiere spara triple. Lo fa a Porto San Giorgio con la canotta della Sutor Montegranaro, lo fa in giro in per l’Italia e in passato lo ha fatto a Portland, ai tempi dell’università, e su e giù per la Grecia con la maglia di Kavala. Montegranaro, Kavala, Portland. Città tranquille, a misura d’uomo, ma non il massimo in quanto a svago e divertimenti per un ventenne giramondo con tanto tempo libero tra una sessione di tiro ed un allenamento.
Nemanja, bosniaco di nascita ma trapiantato a Toronto dove completa gli studi superiori alla Northern Secondary School, ama la musica hip hop. Un battito che, Oltreoceano, sgorga dalle venature della cultura popolare non solo prettamente statunitense. Finito il liceo, si trasferisce a Portland per studiare alla locale università e giocare con i Pilots, college della Division I, non di primissima fascia ma che, di recente, ha tirato fuori qualche volto noto alle nostre latitudini: in primis l’ “ucraino” Pooh Jeter ma anche il lungo di Tenerife Lucas Sikma, la point guard di Digione TJ Campbell e l’ala di Oldenburg Robin Smeulders, questi ultimi tutti ex compagni di squadra del bosniaco.
Nemanja la mette da tre con sempre maggiore continuità (nel 2007 aveva già vinto la gara di tiro dalla lunga distanza nell’All Star Game dei licei canadesi), ma si accorge che con la stessa facilità con la quale riesce a colpire dall’arco sa anche sfornare rime brucianti. Non ha un background musicale in famiglia (non è il Kevin Love di turno, figlio della tradizione degli avi Beach Boys), non ha studiato al conservatorio ma ha voglia di sperimentare questa sua passione. Il resto lo racconta lui.
“Ho sempre amato ascoltare ogni tipo di musica – spiega Mitrovic – poi tre anni fa, insieme ad un mio amico, ci siamo detti: perché non facciamo una canzone? Non l’avevamo mai fatto prima. È stato divertente e ho visto che avevo qualche abilità nella scrittura. Così ho iniziato a farlo di tanto in tanto. Poi la scorsa stagione, in Grecia, avevo tanto tempo libero dato che non dovevo studiare ma solo giocare a basket. Così con i primi soldi ho comprato un microfono e ho iniziato a registrare qualcosa. Mi piaceva. E andava sempre meglio. Per ora è solo un divertimento, se riuscirò a farne qualcosa bene, ma non è facile perché ho una carriere da giocatore che voglio portare avanti. Per ora è solo un hobby, insomma. Poi se a qualcuno piace, tanto meglio”.
Solo da pochi mesi, però, Nemanja si è convinto a mettere in pubblico qualche sua creazione. Si è dato un nome d’arte, SSens, e a fine novembre ha creato un suo canale Youtube ed una pagina Facebook ad hoc. Per ora, sono solo tre le tracce ascoltabili: “My Lane”, “The Finest” e “Nothing”.
Testi sulla vita quotidiana, il basket, i rapporti col gentil sesso su basi che spaziano da beat old school a melodie più vicine al soul e all’r’n’b. E’ questo il mondo di SSens, un mondo fatto di immagini nelle quali la palla a spicchi ha un ruolo preponderante.
Sogna la Nba, la fama, gli anelli il “Mitra” (come affettuosamente l’hanno ribattezzato i tifosi di Montegranaro). Come ogni ragazzo che, dalla Prima Divisione all’Eurolega, spera un giorno di emulare i suoi idoli. Popping champagne, won the Larry O’Brien, immagina Nemanja in “My Lane”, anche se la realtà è ben diversa: In my dreams I feel like MJ, I’m floating through time, then I step on the court, I’m quickly falling back to Earth, constata amaramente Nemanja nella sua “Nothing”, pubblicata su Youtube con un video corredato dalle sue foto da giocatore.
Impossibile non ritrovare in quest’ultima traccia anche un richiamo alla difficile situazione che sta vivendo a Montegranaro: I choose to be stronger, choose not to give up, quitting would be easy, I’m choosing to live up, spara il Mitra con la sua voce calda e profonda sopra le note sinuose della tastiera.
Sparare triple o sparare rime. Su cosa puntare? Scegliete e giudicate con i vostri occhi. E le vostre orecchie.