Entrare in scena intonando “New York, New York”, dismettere giacca e papillon e stampare un 540° nell’arco di un paio di minuti. La naturalezza con la quale Victor Oladipo si abbattuto sull’All Star Saturday volando ad altezze siderali col microfono nel taschino ha mandato in brodo di giuggiole anche Nicky Minaj:
Frank Sinatra, ragazzi. Per paragonarsi a “The Voice” ci vuole il physique du role. Il rischio di risultare divertente quanto ridicolo era dietro l’angolo. Ed invece, tra i risolini di Rihanna e uno Spike Lee decisamente più perplesso, la guardia degli Orlando Magic ha sfoggiato una voce superiore almeno a metà dei partecipanti di un Sanremo qualsiasi. Considerando che parliamo di un 23enne che al massimo avrà tempo di allenare le corde vocale sotto la doccia con Nikola Vucevic il risultato è notevole. Che oltre ad essere un atleta pazzesco, difensore feroce e dunker travolgente fosse anche un cantante degno del gotha della migliore black music americana non lo si è scoperto però sabato notte.
Rewind.
Bloomington, sede della Indiana University, 17 ottobre 2011. Per Victor si sta per aprire la stagione da sophomore in maglia Hoosiers dopo un’annata da rookie di rodaggio. Come tradizione, va in scena la “Hoosiers Hysteria”, la serata che segna l’apertura della stagione sportiva del college di riferimento di quella che è considerata la terra del basket per eccellenza. Di colpo alla Assembly Hall si fa buio e dalle casse iniziano a risuonare le note di “U Got It Bad” di Usher. Ma la voce, pur calda e intonata, non è quella dell’artista che è anche proprietario di una quota dei Cavs. È di un ragazzone con la felpa rossa, cappuccio in testa e occhiali da sole infilati in faccia: è Victor Oladipo!
La performance svela il talento canoro della guardia dei biancorossi, accompagnato dal balletto decisamente più discutibile dei suoi compagni di squadra, tra i quali spicca un Cody Zeller aggraziato come un elefante in un negozio di Swarovski.
Le prestazioni sul 28×15 migliorano giorno dopo giorno, la combo guard degli Hoosiers riceve premi su premi al termine dell’annata da junior, proiettandosi come uno dei pezzi pregiati del draft 2013. I Magic mettono gli occhi su di lui e all’Nba Draft Combine di maggio il general manager della franchigia, Rob Hennigan lo intervista per la prima volta. Hennigan sa delle sue performance canore e gli chiede di fargli sentire la sua voce. Victor non batte ciglio e impressiona lo staff di Orlando con i suoi vocalizzi.
Chissà se l’aneddoto avrà davvero influito sulla scelta dei Magic, che a giugno spendono per lui la chiamata numero 2. In ogni caso, la gioia è difficile da contenere per un ragazzino proveniente da un paesino del Maryland. Sceso dal palco dopo l’investitura di David Stern, Victor incrocia Jill Martin di Nba Tv che conosce bene la sua passione per il canto e lo stuzzica chiedendogli quale canzone possa descrivere meglio la serata che sta vivendo. John Legend è la risposta:
La voce non trema al microfono, le mani nemmeno quando si tratta di avere la palla in mano. L’esordio tra i pro è folgorante. Nelle prime quattro partite in canotta Magic va sempre in doppia, il 3 novembre contro i Bucks firma una prova da 19 punti, 6 rimbalzi e 4 assist in appena 21’ di gioco, trascinando Orlando a una netta vittoria. Il giorno dopo, per festeggiare, risponde presente al suo vecchio college, che lo invita allo “Spirit Of Indiana Showcase”, la serata che celebra lo spirito sportivo dell’università. L’occasione perfetta per sfoggiare le sue qualità canore. In duetto con la giocatrice di softball Shelby Gograve, si esibisce così in un grande classico di Bill Withers, “Ain’t No Sunshine”:
https://www.youtube.com/watch?v=u0Y4TS3pCF4
Golfino Polo, occhiale da nerd, pantalone scuro. Tenuta da studente modello, voce suadente, sguardo ammiccante. Vi sorprende che Nicki si sia leccata i baffi?
https://www.youtube.com/watch?v=sGAbYMjlJ1U