Il primo giorno di Final Eight è stato archiviato e i quarti di finale hanno dato in parte gli esiti preventivati all’inizio e in parte hanno regalato qualche sorpresa. Una manifestazione in cui gli infortunati sono stati protagonisti, anche se involontariamente, delle preparazione delle otto squadre partecipanti. Purtroppo, però, se ne sono aggiunti degli altri e si spera che l’elenco dell’infermeria non diventi lungo quanto una lista della spesa, costringendo le squadre ad attuare dei piani B sia per la Final Eight che per le prossime giornate di campionato e di coppa.
La prima partita della giornata, disputata a mezzogiorno tra Pistoia e Trento, ha rappresentato una sfida tra due allenatori che stanno emergendo prepotentemente in Serie A e che, se lo augurano tutti, continueranno a dimostrare di che pasta sono fatti: Vincenzo Esposito e Maurizio Buscaglia. Due coach che sanno benissimo quello che vogliono dalle loro squadre e che trasmettono, in modo differente ma ugualmente efficace, la loro filosofia di gioco e l’attitudine al miglioramento. Due personalità quasi uniche, in grado di innalzare la qualità del collettivo con grande esigenza ed onestà intellettuale. Un atteggiamento pacato e razionale di Buscaglia che differisce da quello più sanguigno e istintivo del Diablo. È stato uno spettacolo assoluto se si considerasse solo l’aspetto del coaching. In campo, però, si è visto equilibrio solo nei primi 20 minuti di gioco, con un risultato di 39-37 in favore della Giorgio Tesi Group. Vantaggio perso ed inerzia ribaltata nei successivi dieci minuti, in cui il parziale di 26-10 in favore di Trento ha di fatto tagliato le gambe a Pistoia che, nonostante il quarto conclusivo in positivo, è uscita sconfitta dal campo. Troppo poco impatto da giocatori quali Knowles e Blackshear, oltre alle difficoltà di Kirk accentuate dalla grande fisicità della difesa schierata da Buscaglia.
Anche l’attacco della Dolomiti Energia regala grandi soddisfazioni, per gli occhi e per la lavagna tecnica, nonostante le difficoltà iniziali di Julian Wright, sembrato sveglio da pochi minuti. L’apporto del Made in Italy, nelle persone di Peppe Poeta, Davide Pascolo e Diego Flaccadori, è stato a dir poco fondamentale per controllare la gara nella sua seconda metà. Ognuno è riuscito a contribuire in modo positivo, con 9 giocatori a referto e una suddivisione delle responsabilità stupefacente nella sua efficienza. Berggren sembra che giochi da mesi con i compagni, nonostante un sistema rodato e in continuo perfezionamento, come dichiarerà lo stesso Buscaglia in conferenza stampa. Ci sarebbero da spendere parole d’oro per Diego Flaccadori, talento classe ’96 dalla pulizia tecnica sopraffina e una tranquillità in campo da vero pro, ma avremo tante altre occasioni per tessere le sue lodi. Chi invece è da elogiare tra gli uomini di Enzo Esposito è, senza dubbio, Aleksander Czyz. Un connubio perfetto tra solidità e scelte corrette, tra spirito combattivo e razionalità. Saranno 20 i punti per lui al termine della gara, con un contorno di 7 rimbalzi (di cui 4 in attacco) che dicono molto della sua prova. Da sottolineare anche la prova di Eric Lombardi, tra giocate di grande talento abbinato al lavoro in palestra ed errori grossolani dettati da un livello di attenzione che fatica nel rimanere costante per un numero di minuti accettabile.
Se qualcuno fosse stato alla ricerca di una partita in cui accadesse tutto ed il contrario di tutto, allora bastava aspettare le 15.15, per poter assistere a Vanoli Cremona contro Banco di Sardegna Sassari. Che la squadra di coach Pancotto non sia più una sorpresa lo sappiamo da settimane, se non da mesi, ma è sempre bello rimanere stupiti di fronte a match che regalano spunti a ripetizione. Due stagioni diverse, due cammini differenti. Sono le storie delle due squadre di cui stiamo per parlare, protagoniste di un match durato 45 minuti. Nicolò Cazzolato non è stato il miglior interprete della stagione cremonese fino a questo momento, ma questa contro i sardi ha messo sul piatto una quantità di attributi di una certa rilevanza, mandando a segno la tripla che ha regalato il supplementare ai suoi, ma non solo. Lui e Gaspardo, direttamente dalla A2, sono il perfetto volto della squadra, senza tralasciare la prova da 28 punti di Turner, la prestazione meravigliosa di Deron Washington e la grande distribuzione di palloni di McGee, autore di 7 assistenze. Non bastano i 29 punti e 8 assist di un irresistibile David Logan (41 di valutazione) per ridimensionare i sogni di gloria della Vanoli, proprio nel giorno in cui Cesare Pancotto si è trovato a festeggiare le mille panchine in Serie A.
Uno dei grandi attesi, Tony Mitchell, è l’emblema di un tabellino che mente spudoratamente. 16 punti e 12 rimbalzi, con 6 palle perse e un atteggiamento che farebbe venire il prurito alle mani anche alla persona più pacifica del mondo. Sua la scelta di tenere il pallone in mano praticamente 24 secondi per poi tentare una conclusione azzardata con 20 secondi mancanti al termine dei regolamentari. Rimbalzo di Cremona, palla in mano a Cazzolato e tutto il resto è ormai storia. La scelta di Alexander di non commettere fallo sul giocatore della Vanoli non si spiega ancora, dopo che sono passate ore dal termine del match. La Dinamo, campione uscente da ben 2 anni, deve abbandonare anche questa ambizione, l’ennesima bandiera bianca alzata dall’inizio della stagione.
Non c’è neanche il tempo di rifiatare e bisogna fare i conti con la partita più attesa della ricca giornata di pallacanestro, marchiata Final Eight: Grissin Bon Reggio Emilia contro Sidigas Avellino. Due tra le realtà più belle del nostro campionato, protagoniste di un ultimo periodo di sicuro diverso ma che, riflettendoci un attimo, potremmo trovare nella medesima situazione al termine della regular season. La Reggio di Menetti, falcidata dagli infortuni, che si presenta alla manifestazione con la posizione numero uno, costretta ad affrontare la squadra più in forma del campionato, unica formazione in grado di sconfiggere Milano al Forum dopo una striscia positiva di oltre 40 partite.
La fluidità del gioco degli uomini di Sacripanti è strabiliante, mentre le difficoltà dei reggiani emergono col passare dei minuti, ovviamente. Le presenze in campo di Gentile ed Aradori, anche se con un buon minutaggio, non hanno portato grandi frutti. La situazione fisica dei due giocatori non è ottimale e, per certi versi, questa partita ha rappresentato per loro un test, utile a coach Menetti per valutare a che punto si trovava il loro recupero. Senza dubbio la Grissin Bon non ha sfigurato, potendo contare su prestazioni vicino a canestro di tutto rispetto, grazie soprattutto a Polonara e Golubovic. Ma il punto è un altro. In questo momento risulta difficile a qualunque squadra il confronto contro Avellino. Menetti, in conferenza stampa, ha precisato che la sua squadra detiene il secondo miglior record difensivo della Serie A, ma che in questo caso è stato abbattuto dalla più che buona prestazione offensiva della Sidigas. Pazzesca prova di Veikalas, autore di 21 punti, frutto di un un 4/4 da due, un 4/5 da tre e 1/1 dalla linea della carità. Partenza a razzo per Marques Green, bloccato però dai problemi fisici nei minuti successivi. La prova convincente di Nunnally non è una novità ed il ventello di Ragland fa sorridere Sacripanti in maniera inversamente proporzionale al rammarico dei tifosi meneghini. Quando una squadra è bella da vedere, risulta efficace per 40 minuti e propone una solidità con pochi eguali, allora è giusto che le altre squadre di vertice comincino a generare in loro un sano timore, frutto di rispetto e competitività.
Non sono in pochi ad aver pronosticato una vittoria di questa Final Eight da parte dei biancoverdi e, tutto sommato, questa opinione sta trovando un riscontro positivo nel gioco proposto dalla banda di Pino Sacripanti.
I padroni di casa hanno dovuto affrontare una squadra che arrivava alla Coppa Italia piena di dubbi all’inverosimile e poche certezze alle quali aggrapparsi. Freschi di cambio in panchina e provenienti da numerose delusioni a livello di risultati, la Reyer avrebbe potuto presentarsi ai quarti di finale con un atteggiamento decisamente ostico. Dubbio che è stato spazzato via in poco più di 20 minuti, soprattutto grazie al terzo quarto di gioco, concluso con un parziale di 28-13 per la squadra di Repesa, e al quarto successivo nel quale il distacco è aumentato ancora di più. Una lezione molto severa per la squadra di coach De Raffaele, battuta per 88-59 dalle scarpette rosse. In evidenza le prestazioni di Rakim Sanders, sempre più inserito nel gioco dell’EA7, e dell’accoppiata Simon-Macvan. Bene anche McLean, soprattutto per ciò che riguarda l’atteggiamento, e stesso discorso per Oliver Lafayette, incisivo dalla lunga ed efficace dal punto di vista difensivo.
Nessun giocatore di Venezia ha una valutazione in doppia cifra e anche i migliori a disposizione del subentrato coach non riescono ad avere una costanza di rendimento su 40 minuti. Milano vince e convince, ma le semifinali saranno un’altra storia, in cui tutto sarà azzerato.
Trento contro Avellino, alle ore 18.15, per poi fare spazio a Cremona contro Milano, alle 20.45.
Una Final Eight partita più che bene, con l’augurio di mantenere un livello alto e un tasso di competitività notevole.