PAGELLE BRINDISI

Campogrande 7 (17 punti, 1 rimbalzo,1 assist): Entra nel corso del primo quarto ed è subito CIAFF! una tripla che infiamma pubblico e speaker del Palapentassuglia, con il meglio che poi arriva con le quattro triple di seguito segnate nel secondo quarto che scavano quel solco fra le squadre che, stancamente, si è protratto fino alla fine della contesa. Si esibisce, poi, anche in una bella infilata centrale per due punti comodi comodi. Al decimo migliore marcatore da 3 del campionato col 42%, con anche due partite in meno giocate, non si poteva chiedere di più. Campo grandinante.

Stone 7 (14 punti, 12 rimbalzi, 3 assist, 3 schiacciate, 20 di valutazione): Fosse per lui si taglierebbe 10 centimetri di tibia per giocare costantemente in posizione di guardia, e se a volte Brindisi soffre in difesa ed è assolutamente pericolosa in attacco è nel mancato bilanciamento fra momenti in cui è sotto i tabelloni e momenti in cui si mette nelle posizioni di un piccolo. Ciò che è curioso, e a volte fa anche innervosire, è che da centro fa vedere il meglio del repertorio marcando bene Owens e catturando un grande numero di rimbalzi che gli fa raggiungere una pregevole doppia-doppia. Se il coach riesce a tenerlo a bada da questo punto di vista, Brindisi nel girone di ritorno e – si spera- final Eight di coppa e play off potrebbe impensierire e non poco le tre prime in classifica che per ora fanno campionato a sé. Esterno/interno.

Brown 6,5+ (14 punti, 6 rimbalzi, 1 assist): Non la partita più appariscente della sua carriera brindisina, essendo però sempre presente ad aiutare in attacco e in difesa, dove è sempre pronto e cattivo al punto giusto. Non si ricordano particolari errori da parte sua, un vero piacere da guardare e gustare. Giovanni Marron-glacé.

Banks 6,5 (16 punti, 7 rimbalzi, 3 assist): Il primissimo canestro, una bomba dall’angolo, è suo e pare accingersi ad una nuova serata di gloria. Invece i punti finali saranno “solo” 16 (non tanti come ha abituato i tifosi, ma comunque fanno curriculum) , la percentuale al tiro è un modesto 42% e ben 4 saranno le palle perse, tra cui il brutto passaggio a Thompson intercettato da Johnson Odom che può involarsi a canestro uno contro nessuno e due fragorosi capitomboli in rapida transizione offensiva che permettono alla Grissin Bon di tornare in possesso della sfera, e da un capitano che dovrebbe anche infondere calma leggerezze del genere sono inaspettate. Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai?

Thompson 6,5 (11 punti, 4 rimbalzi, 5 assist): Nella sconfitta patita contro la Fortitudo Bologna, resa ancora più amara dalla sconfitta netta della stessa contro l’altra Bologna (Virtus), erano mancati clamorosamente i suoi punti e nella serata di Santo Stefano torna a raggiungere la doppia cifra, aggiungendo a ciò ben 5 assist forniti ai compagni come dolcetti di Natale, in un contesto in cui tutta Brindisi ha giocato di squadra passandosi bene il pallone: 18 assist. Spasella*

Sutton 6+ (4 punti, 9 rimbalzi, 2 assist, 3 palle recuperate): Al coach Buscaglia sarà scesa sicuramente una lacrimuccia quando si sono salutati prima della palla a due, e poi gli sarà anche roso a vederlo utilizzare così, non solo come macchina da punti ma anche come panzer nell’area. L’inizio da ala piccola non è felice restando troppo lontano dal canestro permettendogli altresì di raccogliere un buon numero di rimbalzi, e quindi coach Vitucci al ritorno in campo decide, in una specie di “inversione dei poli” con Stone, di posizionarlo a marcatura del centro avversario che allora era Pardon e la mossa è azzeccata perché l’americano di Reggio non trova più facilmente la via del canestro e come lui tutta Reggio che per evitare il suo tonnellaggio ed altezza spesso ricorrerà ad astrusi tiri a palombella per aggirare l’ostacolo. I mesi di inattività si stanno smaltendo, si è calato bene nel ruolo di sostituto di Martin, tanto è vero che come spesso faceva l’ex Cremona è il miglior ruba-palloni di serata, e i punti arriveranno, anche se bisogna dire che per almeno due quarti e mezzo il litigio col ferro è stato bello aspro! IneSUTTON.

Le grandi doti atletiche di Sutton (Foto V.V.2018)

Zanelli 5,5 (3 punti, 4 rimbalzi, 3 assist): Forse le abbondanti libagioni e mangiate ai deschi natalizi non sono state assorbite? Scherzi a parte, è il meno in palla di tutta la Happycasa e nemmeno i tiri da tre, pur con sfortuna, riescono a rendere meno severo il giudizio sulla sua gara. Riposato cibo.

Gaspardo 5,5 (4 punti): Con l’arrivo di Sutton non è più l’ala piccola del quintetto iniziale, ruolo che pur con le sue traversie aveva interpretato mettendoci il massico dell’impegno. Partita con pochi guizzi, che lo vede giocare solo 10 minuti e mai entrare nel secondo tempo. Sedotto e abbandonato.

Iannuzzi s.v. (4 punti, 3 rimbalzi, 1 assist)

Cattapan s.v.

Guido s.v.

Coach Vitucci 6,5: Da quando la squadra è tornata dalla sosta forzata di campionato era arrivata solo una vittoria, in coppa contro Neptunas, e con un’altra sconfitta forse il terreno avrebbe cominciato a scottargli sotto i piedi. Non sente la pressione, consegue la vittoria in modo pragmatico e leggendo bene la partita in corso d’opera – vedi la pagella di Sutton- con la sensazione che anche la difesa, pur con qualche momento di traballamento, sta tornando a migliori livelli. Risultatista.

 

PAGELLE TRENTO

 

Pardon 6,5 (13 punti, 6 rimbalzi, 1 assist, 3 schiacciate): Se nel secondo quarto Campogrande metteva le bombe anche tirando da casa sua, “il pivot di scorta” trentino ha giocato piuttosto bene nella medesima frazione dominando l’area ed è sostanziando l’unico che trova il canestro con continuità almeno in un frangente della gara per gli emiliani, almeno finché non è stato preso in consegna da Sutton che lo ha limitato alquanto (si rammenti, a tal proposito, che nella sconfitta contro la Fortitudo è stato l’unico un po’ ad arginare Sims nella sua serata magica da 17 punti e rimbalzi e 7 stoppate-sic!-). Excuse moi.

Johnson Odom 6 (15 punti, 6 rimbalzi, 2 assist): In maniera clamorosa coach Buscaglia non lo inserisce nel quintetto base preferendogli Mekel, che sia è più simile al suo vecchio “amore” Forray, sia è più capace di rispondere in transizione a una squadra come Brindisi che proprio si esalta nel rubare palla al possessore e partire rapida a canestro, in modo similare alla Sassari dei tempi dei Sacchetti. Gioca nonostante ciò quasi 34 minuti in cui gli estri da cavallo pazzo qual è non mancano, pur essendo ingabbiato in un piano tattico molto più vincolante rispetto ai tempi di Cremona e Cantù in cui poteva fare ciò che voleva, playmaker compreso, finendo però per risultare più confusionario che utile alla causa. Last night DJO didn’t save my game.**

Owens 6- (12 punti, 6 rimbalzi, 2 assist, 3 schiacciate, 19 di valutazione): Indubitatamente numeri da MVP di squadra, peccato che a differenza del compagno di reparto Pardon non è mai apparso come un reale pericolo per la retroguardia brindisina e soffrendo non poco la asfissiante ed energica marcatura di Brown. Si può dare di più.

Mekel 5,5 (10 punti, 2 rimbalzi, 2 assist): La cattiva giornata in cabina di regia, con soli 9 assist a referto di squadra, passa anche per le sue mani dato che solo 2 sono opera sua. Un pochino meglio quando decide di offendere per conto proprio, con un tiro a spiovente a superare i lunghi avversari che a tratti ricordava i tiri del buon vecchio Scott Reynolds, quando era in forma di fisico e di testa. Variante di Valico***.

Poeta 5 (2 punti, 4 rimbalzi, 1 assist): L’artistica capigliatura a scodella da bambino delle elementari di 8 anni è un lontano ricordo anche a causa della più che normale calvizie, sennonché come Sansone gli ha fatto perdere parte delle abilità cestistiche. Nel marasma trentino, nemmeno lui riesce a mettere ordine. Non ispirato.

Peppe Poeta in palleggio con la vecchia, tradizionale acconciatura (Foto Musolino)

Fontecchio 5 (4 punti, 5 rimbalzi): Nervoso ed umorale, incappa nel terzo fallo anzitempo e già nel terzo fallo anche nel quarto, non entrando mai in partita del tutto. Un altro interprete da cui il coach può attendersi molto di più che ha tradito. Un uomo compromesso.

Candi 5 (5 punti, 3 rimbalzi): Pochi sprazzi, non riesce nemmeno lui a cambiare ritmo alla serata, risultando altresì fra i peggiori uscenti dalla panchina. Candy man.

Upshaw 5- (6 punti, 2 rimbalzi): Per il modo che ha il coach Buscaglia di intendere il basket, il ruolo di ala piccola è sempre stato esaltato. In tale posizione ha avuto dei conclamati big proprio come Sutton e anche altri giocatori che per quel modo di giocare sono persino risultati un po’ più forti di quanto realmente fossero, come Mitchell e Lockett. La presa di quest’anno non è da annoverare in nessuna di queste casistiche, almeno per quanto dimostrato al Palapentassuglia! In difesa non c’è e le sue scelte in termini di tiro sono quasi tutte errate, come sottolinea anche lo 0/6 dal tiro dalla lunga distanza. Il coach prova più volte a metterlo in panchina per fargli mettere giudizio, sempre invano però. Indisponente.

Vojvoda 4 (1 rimbalzo, 1 assist): Di gran lunga il meno utile alla causa. Il look rasato e la barba lunga tipo mormone lo rende, inoltre, difficilmente distinguibile da Upshaw, che già non ha giocato benissimo… ”Mamma, a Natale come guardia voglio David Logan!”, “Abbiamo già David Logan a casa” , David Logan a casa…****

Soviero s.v.

Coach Buscaglia 5,5-: L’espressione in sala stampa diceva tutto: un uomo deluso da atteggiamento, uomini ed energia non messa in campo. Ci mette pure del suo non essendo capace di trovare il modo di riaprire veramente la partita, che stancamente è arrivata alla fine senza dare mai l’impressione di recuperare dal quel 43-28, massimo vantaggio brindisino di +15 maturato nel secondo quarto, scivolando così via. Come olio su padella antiaderente.

*Termine meridionale, in origine cestino per pesce e frutti di mare, per indicare una guantiera di dolci. Al nord si direbbe “cabaret”, che però fa più venire in mente programmi come Zelig o di cucina su RealTime/Food Network.

**Corruzione del titolo del noto brano dance del 1982 di Indeep “Last night a Dj saved my life”. DJO è l’acronimo proprio di Darius Johnson Odom.

***Trattasi della A1 var che unisce Firenze e Bologna, dunque poco distante da Reggio Emilia, e “valico” è stato usato per indicare il superamento dei tiri del giocatore della difesa brindisina, come ben spiegato nella pagella.

****Classico meme di internet, che ironizza sui bimbi che vogliono venga comprato tutto ciò che vogliono nei super ed ipermercati e sulla scusa che i genitori utilizzano per farli desistere dal loro capriccio, garantendo che ciò che vorrebbero è a casa mentre nella realtà è qualcosa di ben più scadente dell’oggetto dei desideri dei mocciosi.