Una bella semi-panoramica del Palapentassuglia (courtesy of G.Galluzzo)

PAGELLE BRINDISI

Martin 7,5 (8 punti, 8 rimbalzi, 5 assist): In termini di difesa è serata di normale amministrazione, limitando benino Buford, anche se non si può non segnalare il momento in cui si dimentica di giocare a pallacanestro e ferma con una spallata che maggiormente consona al ben più belluino rugby un Dyson lanciato a canestro. Nel secondo tempo si vede di più anche nella metà campo avversaria smazzando ben 4 assist e nell’ultimo quarto comincia anche a segnare, specialmente la tripla del 76-76 che porta le due squadre ad un inatteso overtime e emozionando la platea come la tripla di Turner in un Brindisi-Cantù del 2015 o il buzzer beater di Tepic in un Brindisi Avellino del 2017. Nel complesso non una partita eccezionale, ma se è vero che l’MVP è colui che ti porta alla vittoria, non può che esserlo l’ala georgiana della HappyCasa. Destiny’s child.

Banks 7,5 (22 punti, 2 rimbalzi, 2 assist): Coach Bucchi lo conosce molto bene, avendone goduto i servigi nell’ultimo anno in panchina a Brindisi, consegnando spesso a lui e Durand Scott le chiavi per cercare di vincere i match, e proprio per tale ragione è ben imbrigliato dalle maglie difensive romane senza incidere per almeno un quarto d’ora prima di sbloccarsi almeno dalla lunetta. E’ pur vero, però, che i primi minuti di blackout lo sta avendo spesso ultimamente, salvo poi sprigionare il suo immenso talento che va al di là di ogni gabbia difensiva nella seconda parte più calda del match. Si intestardisce oltre modo dal tiro da 3 (2/11) segnando però la tripla del 71-67 che pareva quasi decisiva. Un bicchiere di acido acetilsalicilico.*

Brown 7,5 (14 punti, 11 rimbalzi, 4 palle recuperate, 2 schiacciate): Ha avuto al tiro giornate migliori (5/14) eppure porta a casa un buon bottino, a rimbalzo è davvero l’unico che riesce a contrastare lo strapotere fisico di Jefferson e come ruba-palloni è in serata di grazia come si vede dalle statistiche. Difende alla grande più volte accoppiandosi con Dyson, e il duello negli ultimi secondi di ultimo quarto, da cui scaturisce il recupero della difesa che ha propiziato la tripla di Martin, sarebbe da raccontare in un fil hollywoodiano, con Gary Dourdan nella parte di Brown e Denzel Washington in quelli di Jerome Dyson. Soave movimento.

Stone 7,5- (18 punti, 7 rimbalzi, 3 assist, 2 schiacciate, 26 di valutazione): E’ letteralmente ovunque sul rettangolo, la solita scheggia impazzita incontrollabile, che ti può inchiodare la schiacciata spettacolare da centrone puro ma anche indisporre con il volere cercare la conclusione da lontano quando avrebbe una prateria davanti per comodi appoggi al vetro. Alla fine dei conti le fortune di Brindisi partono dal non dare punti di riferimento (l’ala alta che marca il play avversario, quella piccola che fa il pivot, ecc…) , e lui ne è il principale artefice. Oltre il livello di guardia.

Thompson 7 (18 punti, 2 assist): Una furia che fa i buchi per terra nel primo quarto con 11 punti, poi sia la difesa romana, sia la cappa di indolenza che si porta sempre dietro lo fa proprio sparire nei tempi regolamentari con solo altri due punti. Si ricorda poi di avere un talento non comune e nel momento del bisogno del supplementare ritorna ad aprire in due la retroguardia romana con 5 punti, 100% dal campo. A fine partita, nel tripudio generale, un mezzo sorriso pare stagliarsi sul suo volto: che il play di ghiaccio americano stia iniziando a sciogliersi? Apriscatolette.

Gaspardo 6,5- (6 punti, 5 rimbalzi, 2 stoppate): Prezioso trait d’union tra le posizioni di “tre” e “quattro” in circa un quarto d’ora di impiego. Sotto canestro commette qualche errore, di cui almeno uno clamoroso. Le stoppate, invece,stanno diventando un piacevole marchio di fabbrica. Orlo e rammendo.

Ikangi 6 (2 punti, 1 rimbalzo): Solo sei minuti per evitare un rischio enfisema a qualche compagno di squadra, si fa trovare pronto pur entrando la prima volta solo a fine terzo quarto e segna un bel canestro. Rincalzante.

Campogrande s.v. Non riesce ad accendersi col tiro da 3 come suo solito.

Coach Vitucci 6+: Il voto più che sufficiente è nel miracolo che è riuscito a compiere potendo ruotare solo otto elementi, con tre dei quali (Gaspardo, Ikangi e Campogrande) che messi insieme non arrivano neanche vicino al minutaggio, ad esempio, di un Thompson, rendendo sempre la gara equilibrata e poi andata decidendosi sugli episodi. Non è poi, in aggiunta, emotivamente facile giocare contro una squadra allenata da un coach tanto amato dai tifosi, motivo per cui il tifo non era ben propenso ad essere caloroso e ad incitare i propri beniamini. Ex on the parquet**.

 

PAGELLE ROMA

Jefferson 7,5 (21 punti, 13 rimbalzi, 1 schiacciata,29 di valutazione): Sotto canestro è cercato come Bodegas sotto rete dai compagni della nazionale italiana di pallanuoto. Il centro più dominante del campionato è la punta di diamante di una squadra che domenica si è dimostrata dominante a rimbalzo, sia coi lunghi che coi playmaker. Sfruttando la situazione che sovente Stone è nel campo in altre faccende affaccendato e la non disponibilità di Sutton che avrebbe potuto dargli un po’ di filo da torcere, è stato un pericolo per i lunghi brindisini per tutta la partita. Centroboa.

Dyson 7+ (23 punti, 6 rimbalzi, 2 assist, 2 palle recuperate): Come Banks fatica a carburare, sbaglia giocate anche non da lui. Bucchi però non si preoccupa: sa bene sin dai tempi della Enel Basket che può accendersi quando vuole e dopo quel momento è immarcabile, con le penetrazioni laterali verso il canestro che fanno scendere la lacrimuccia anche al tifoso brindisino più rancoroso e le triple messe a segno senza alcun ritmo, tipo quella che pareva decisiva del 73-76. Il vizio di tenere un po’ troppo palla è restato, giacché sono ben 7 i palloni che perde. Il cammino dell’età.

Baldasso 6,5- (7 punti, 7 rimbalzi, 2 assist): Ai tempi brindisini di Coach Bucchi e Dyson c’era un cestista che entrava dalla panca e aveva il ruolo di abbassare i ritmi, che invece il play di (?) tendeva a velocizzare, e il suo nome era un pezzo da novanta del basket italiano: Massimo Bulleri. Baldasso ricopre a grandi linee lo stesso ruolo, senza rinunciare a colpire . La sua intraprendenza è in parte ridimensionata dal fischio del quarto fallo personale. BALDASSOso.

White 6+ (6 punti, 4 rimbalzi): L’ormai 37enne ex Reggiana sente sul gruppone la sua età stando per lo più attento a non strafare. Ben accorto.

Buford 6+ (11 punti, 3 rimbalzi, 3 assist): Molto lavoro di sacrificio quando cerca di contenere Banks e in difesa sul perimetro Martin gli lascia ben poche chances siccome fuori area rimane al palo con un 2/9 (5/14 complessivo considerando anche i tiri dentro l’area), per una gara da perfetto, o quasi, gregario. Bucchi+ ala piccola= sofferenza.

Kyzlink 5+ (9 punti, 7 rimbalzi): Colui che, anche se con distacco, è la seconda arma offensiva di Roma dopo i già decantati Dyson e Jefferson, vive una partita in chiaroscuro e in fin dei conti passabile, ma l’erroraccio finale di non fermare con fallo Martin è costato due punti pieni in classifica.  È probabile che una volta ritornato a Roma sarà stato crocefisso dai tifosi come San Pietro. Possibilmente non a testa in giù. Un po’ di magnanimità, suvvia! TVRG.***

Pini 5 (2 punti): Se si tratta di lega A, è sempre fra le ultime ruote del carro. Nella Reggio Emilia che arrivò a un tiro dallo scudetto, per esempio, era il sostituto di Lavrinovic che a sua volta subentrava a Cervi. Non è propositivo, solo un 50% dalla lunetta. Pini Segna (poco).****

Alibegovic 5 (2 punti, 8 rimbalzi, 3 assist, 1 schiacciata): Giornataccia al tiro (1/6), viene sovrastato dai lunghi avversari, finendo persino per essere posterizzato due volte. E Bucchi a ripensare che in quel ruolo ha avuto Delroy James….Bullizzato.

Partita da prendere e cestinare per Amar Alibegovic (©2019 Foto Alessio Brandolini)

Coach Bucchi 6+: L’applauso prima della partita è commovente ed emozionante, per un coach che ha portato Brindisi sulle alte vette del basket nostrano e non solo. Se la gioca a viso aperto, dimentico delle precedenti gare perdute, mostrando una difesa molto efficace ben diversa dalla difesa a zone che sembra essere l’unica nota a diversi allenatori che lo porta a una sola “mano addosso” dalla vittoria. Per Brindisi è stato il coach del decennio appena finito, mentre Vitucci per quanto sta facendo è in prima fila per essere il migliore degli anni ’20. Gli uomini vanno, il cuore resta.

*Ossia l’Aspirina, a lento rilascio come la prestazione di Banks.

** Ispirato a “Ex on the beach” reality show di MTV con anche due edizioni italiane, condotte la prima da Elettra Lamborghini e la seconda dalla coppia Cecilia Rodriguez-Ignazio Moser.

*** In modo simile a INRI, la scritta ingiuriosa sulla croce di Gesù, acronimo di Iesus Nazarenum Rex Iudaeorum, questa sigla invece proviene dallo pseudo-latino Tomas Vyškovensis Rex Germanicorum, che vorrebbe dire Tomas di Vyskov, re dei Germanici, popolazione dell’antichità che si stanziava più o meno nell’attuale Cechia, terra natia di Kyzlink.

**** Pini Segna era un fumettista, disegnatore pure di Zagor, dal tratto corposo, inconfondibile e bello a vedersi scomparso a quasi 87 anni nel 2012.