Werther Pedrazzi

Da troppo tempo, nel convento del basket era tutto un sussurrare. Grida dal silenzio. Allusioni, illazioni, maligne insinuazioni. Il presidente della EA7 Emporio Armani, Livio Proli, ha rotto il silenzio. Venuto in possesso di nuovi documenti, inquietanti, ha notificato al procuratore federale, dottor Alabiso, che nella giornata di domani gli farà recapitare un esposto assai pesante.

Fatti nuovi, inquietanti, riferiti alla serie A 2ooy-‘o8. Emersi durante le indagini preliminari per il processo in corso presso il Tribunale di Reggio Calabria, a carico di quelli che all’epoca dei fatti erano i vertici del Comitato italiano arbitri (Giovanni Garibotti, presidente del Cia, Giovanni Montella, responsabile dei Commissari speciali e Alessandro Camperà, designatore dei Commissari speciali), con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’abuso d’ufficio. Intercettazioni telefoniche, durante le quali è capitato di ascoltare anche voci appartenenti al vertice del basket italiano, presumibilmente al plenipotenziario dei 6 scudetti di Siena, il presidente Ferdinando Minucci.

Tale da far dire alla polizia giudiziaria, nella «comunicazione relativa alla fine del servizio di ascolto» che: «Durante le partite di playoff scudetto di serie A, giocate tra la squadra del Montepaschi Siena e ‘lUpim Bologna, prima, e tra la Montepaschi Siena e la Lottomatica Roma, dopo, il Montella e il Garibotti e ancora il Montella con Baldini (designatore della Lega 2) affermavano che gli arbitri P. e D., designati per la direzione della gara tra il Siena e il Bologna, erano “prezzolati”, per favorire la squadra toscana».

 Il Corriere è venuto in possesso delle trascrizioni delle intercettazioni, nelle quali, ad esempio, si legge… Montella: «… ieri ti devo dire la verità… insomma, però ieri mi è sembrato proprio, se non un favoritismo, però proprio un condizionamento psicologico troppo grande… Mo’ per esempio, la prossima designazione pigliano D. e P. che sono anche loro prò…». Garibotti: «Pro? Stra…pro, il buon D. infatti…».

Montella: «Tre a zero di cui…». Come dire che con «certi» arbitri si può anticipatamente ipotizzare il risultato finale della serie di playoff? Lettura che sembrerebbe confermata da una successiva intercettazione, tra lo stesso Montella e lo scandalizzato Luciano Baldini.

Montella: «Ormai sei diventato, sei diventato proprio un rompico…». Baldini: «Cons… Consegnate, cons… non li fate nemmeno giocare consegnate lo scudetto a Siena, è vergognoso…». Montella: «Mo’ te ne… mo’ te ne sei accorto?».

Che dire? Sono termini implicitamente confessori? Che portano il Baldini a una conclusione amara: «Non ha bisogno di quell’aiuto, il Siena vinceva lo stesso, non c’era mica bisogno, dai…». I punto resta: di quale tipo di aiuto stavano parlando?

Qualcuno alla Fip (Federazione italiana pallacanestro) si è posto la domanda? Inoltre, l’intercettazione del 6 giugno 2008, alle ore 1.25, notte fonda, tra l’utenza di Garibotti Giovanni (utenza A) e l’utenza chiamante intestata a Mens Sana Basket srl (utenza B), durante la quale B chiede: «Dobbiamo temere qualcosa a Roma, no?».

E A risponde: «No, assolutamente, assolutamente, figurati, poi, può darsi che domani facciano un po’ di campagna sui giornali…».

Nel 2009 il Gip di Reggio Calabria, dr Kate Tassone, emettendo un provvedimento cautelare di interdizione dal pubblico servizio nei confronti di Garibotti, Montella e Camperà, concludeva affermando: «Appare evidente che tutto è falsato».

Qualcosa non quadra? Perché la Fip che si è costituita parte civile nei confronti degli attuali imputati di Baskettopoli «per il grave danno d’immaginearrecato al movimento cestistico», chiedendo un indennizzo con «un importo superiore a 1.000.000,00 (un milione di euro)», non ha sentito il bisogno di aprire un’indagine anche sui fatti che soltanto ora emergono?

Werther Pedrazzi, Il Corriere della Sera