“Non sono capace di portare avanti da solo la Juvecaserta. Non riesco più, dopo quattro anni, a mantenere una società di massima serie cestistica in solitudine. Lascio i bianconeri in una posizione di privilegio rispetto ad altre piazze, che non possono permettersi la A. Ci ho messo il cuore, ma adesso abbiamo 20 giorni per far sì che la Juve resti in A1”. Parole che ci si aspettava da Raffaele Iavazzi, numero uno della squadra di Terra di Lavoro che, come aveva preannunciato il mese scorso, rimette il suo mandato nelle mani della città in una conferenza stampa imbastita al Palamaggiò. In molti avevano sperato ad un ripensamento, come è successo lo scorso anno, ma Iavazzi resta della sua idea: “Ho dato la possibilità di una mia presenza in maniera minima, al 20%, con un presidente che voglia disputare l’A1. Ma ad oggi abbiamo 20 giorni per mantenere la categoria. Io ho fatto la mia parte: ho approvato il bilancio al 31 marzo e ho le liberatorie dei giocatori e staff di fine aprile, ma non mi accollerò spese ulteriori come f24, iscrizioni alla lega e alla federazione e fideiussioni. Ad oggi Caserta può tecnicamente fare l’A1, ma c’è bisogno di chi la porti avanti. Ad oggi, se fossi qualcuno che volesse comprare la squadra, lo farei ad occhi chiusi, stiamo meglio del 50% delle squadre di A. Che in questo momento non si vede. Ma c’è stato qualcuno che finora si sia fatto avanti? Finora ho avuto solo incontri con rappresentanti di alcuni gruppi, ma nessun fatto concreto. In passato il sindaco Marino ha provato a costituire dei tavoli di discussione con interessati, ma c’eravamo soltanto noi. Non posso credere che sia così: la Juve è la più grande realtà sportiva della provincia, e sono l’unico ad averla avuta a cuore. Sarò stato un pessimo aggregatore nel corso degli anni, ma nessuno mi è venuto incontro. Almeno lo scorso anno con la Fortune c’era una speranza; adesso non c’è nemmeno quella”. Un deserto intorno al sodalizio bianconero, che farebbe guardare anche a delle possibilità mai esplorate fino ad ora: la cessione del titolo ad una società di A2 per non far morire la Juvecaserta. Ma attenzione, non vuole essere l’idea primaria: “Io aspetterò che si faccia avanti qualcuno. Ma poi, ad un certo punto non posso più permettermi di aspettare. Se capirò che in città non c’è più nessuno che ci tiene, allora dovrò adeguarmi. Nonostante tutto, non voglio che la Juve fallisca”.