Rimas Kaukenas (foto A.Montanari 2014)

Rimas Kaukenas (foto A.Montanari 2014)

Penultima puntata, stavolta inedita, delle interviste a flashback realizzate dal nostro Vanni Zagnoli, andato a ripescare una chiacchierata realizzata dal vivo al PalaBigi di Reggio Emilia con Rimantas Kaukenas. Il lituano adesso è in vacanza, a 37 anni ha firmato il prolungamento del contratto con la Grissin Bon. Quest’intervista era programmata su un quotidiano sportivo alla vigilia delle Final Eight di Coppa Italia, avrebbe dovuto presentare la manifestazione, ma è inedita poiché quando già era in pagina uscì una notizia dell’ultima ora che levò lo spazio previsto per Reggio Emilia. Anche in questo caso l’intervista è stata aggiornata, valorizzando i passaggi sul personaggio Kaukenas. Che appare riflessivo, articolato nella disamina, con lo sforzo di parlare un italiano il più possibile corretto.

Rimas, qual è la ricetta perchè i biancorossi compiano il salto di qualità?
“Occorre che ci aggiudichiamo le gare in cui giochiamo male, aumentare i canestri facili e applicarci in difesa. E’ facile vincere quando riesce tutto, il difficile è nelle giornate storte o in emergenza”.

Cinciarini è il miglior italiano del campionato?
“Di certo ha grande personalità. Si può essere leader anche in altre posizioni ma importa che la point guard scelga al meglio per ogni azione, dando fiducia alla squadra, con assist e falli procurati”.

Qual è il segreto per imporsi nelle coppe?
“La difesa e la grinta, vengono prima dell’attacco. Per mille ragioni la percentuale a canestro può essere bassa, tuttavia sporcare i tiri avversari è già tanto”.

La coppa Italia del basket è più sentita rispetto al calcio?
“Nella pallacanestro è ambita soprattutto dalle squadre minori, che hanno una chance per mettere qualcosa in bacheca. I playoff sono al meglio delle 7 gare, serve la panchina lunga, in un weekend invece si può inanellare il filotto di successi e fare la storia”.

Questo è stato un passaggio profetico dell’intervista, considerata la semifinale di coppa Italia persa in volata con Sassari e l’Eurochallenge stravinta, dopo sofferenze nel girone.

L’Italia ha rinunciato alla wild card per il mondiale, mentre la sua Lituania difenderà il bronzo del 2010 e l’argento europeo…
“Con la Nazionale ho chiuso alle olimpiadi di Londra, siamo usciti ai quarti. La differenza è che nel mio paese il basket è veramente lo sport numero uno, ricordo le scuole chiuse per la finale persa in Slovenia contro la Francia, a settembre. In Italia anche il volley è seguito. Comunque il presidente Gianni Petrucci ha fatto bene a dare un segnale di moralizzazione”.

I paesi baltici lanciano i giovani?
“Sì, ma anche Siena, Bologna e Reggio Emilia fanno un lavoro eccezionale in questo senso, andando in giro anche per le scuole. Peraltro la federazione dovrebbe investire di più e con strategie nuove. I talenti esistono, la direzione è giusta, anche per la nazionale di Pianigiani”.

Quattro azzurri sono in NBA, lei invece non venne scelto?
“Avevo contatti dopo il college, ma ero infortunato e ho preferito l’Europa. Datome è giovane e talentuoso, serve tempo per emergere nel basket americano. Un bravo a Belinelli, l’ho affrontato spesso, quando era alla Fortitudo Bologna. E pure Bargnani e Gallinari sono validi anche sul piano umano”.