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Per la Pasta Reggia Caserta è stata una giornata turbolenta. L’intervista a ‘Il Mattino’ di Lello Iavazzi, in cui ha dichiarato la sua impazienza per chiudere la trattativa di cessione delle quote alla Fortune Investment (che ripetiamo, si concretizzerà tra martedì e mercoledì), ha creato dei malumori nella mente dei tifosi che hanno subito puntato il dito contro la nuova dirigenza. Per tutta risposta Nevola e Guastaferro, uomini di mercato bianconeri, hanno messo a segno il primo colpo americano dell’estate. Dopo una trattativa condotta in silenzio, la Juve ha la sua ala forte che risponde al nome di Raphiael Putney.

Nato a Woodbridge, in West Virginia, il ventiseienne americano si è fatto notare nell’ultima Summer League di Las Vegas dove con la maglia dei Cavaliers ha messo su un ottimo 44% da tre punti (14/32 complessivo in sette gare), dato che accompagna i quasi dieci punti di media e quattro rimbalzi e mezzo in venti minuti di utilizzo; ma la nuova ala della Juve è esploso fragorosamente nella sua ultima stagione in D-League. Dopo quattro anni all’Università del Massachussets in cui ha ricoperto un ruolo di contorno, Putney si è fatto spazio nella lega di sviluppo americana e, dopo un primo anno di apprendistato, ha recitato un ruolo da protagonista ai Rio Grande Vipers: 17 punti, otto rimbalzi e più di due stoppate di media a gara, facendosi convocare per l’All Star Game di febbraio e risultando sedicesimo tra i prospetti della ‘serie B’ della NBA. Putney è un giocatore prettamente perimetrale, con un buon tiro da tre (ben sette conclusioni per gara), ma è capace di attaccare il ferro grazie al suo primo passo e all’ottimo atletismo di cui è dotato che potrebbe dargli anche qualche minuto da ala piccola in un quintettone; il suo poco tonnellaggio (84 chili spalmati su 206 centimetri) potrebbero far temere qualche sofferenza di troppo nel pitturato, ma il ragazzo recupera il gap con il suo tempismo nelle stoppate. Caratteristiche che vanno verso un gioco fatto di tanta corsa e di tanti possessi, quello che potrebbe volere Sandro Dell’Agnello nella costruzione della sua squadra. Ma quello che risalta all’occhio è il suo miglioramento nell’ultimo anno, che ha sorpreso tutti al di là dell’oceano, tranne una persona: il suo vecchio coach universitario Derek Kellogg. In un’intervista per masslive.com di gennaio l’allenatore dei Minutesman disse: “Sono orgoglioso di lui perché ho sempre pensato, anche quando giocava con noi, che aveva le potenzialità per far bene. Penso che possa essere un Nba guy, ha tutti gli attributi che cercano nella Lega”.

Prendere un giocatore dalla D-League, con queste caratteristiche ed appena esploso, resta sempre un salto nel vuoto; la Juve ha però compiuto il primo passo, in barba alle critiche circolate nelle ultime ore. La società si muove ed è vigile sul mercato. Ci sono altri quattro spot da coprire e i bianconeri hanno iniziato a mettere sul piatto i soldi per un prospetto quantomeno intrigante. Per capire chi ha ragione bisognerà aspettare il campionato.