ASSAGO – Finale inaspettata, un paio di giorni fa? Sì, certo. Finale improbabile, viste ciò che è accaduto a partire dai quarti? Assolutamente no.

Ci sono le due squadre che più di tutte hanno voluto giocarsela, con valori sulla carta ben diversi e con una profondità di roster che la differenza l’ha fatta tutta. Nonostante le assenze, Milano può schierare due squadre, senza alcun problema. 

E, se il primo quarto ha mostrato tutto sommato un certo equilibrio, con il parziale sul 21 a 15, nella seconda frazione si concretizza lo strappo che indirizza la gara in modo quasi inesorabile. Messina non concede nulla ai suoi giocatori, dal passaggio senza rispettare i tempi giusti alla difesa senza il giusto approccio, e Milano gioca 10 minuti in cui non alza mai il piede dall’acceleratore. 27-6 e squadre che si dirigono nel tunnel sul 48-21, annientando tutte le certezze delle quali la squadra di Repesa si era munita nel corso degli ultimi due giorni. Una doccia forse troppo fredda, con il coach croato che prova a dare la carica ai suoi giocatori grazie ai timeout chiamati, presto tramutati in sostituzioni volte a lanciare un messaggio chiaro e forte a tutti. Senza la giusta intensità, ci si siede in panca. E se cominciano a mancare aspetti importanti affrontando contro l’Olimpia, non c’è scampo.

Anche il terzo quarto risulta abbastanza emblematico, con il pilota automatico inserito per circa 8 minuti e poi sempre piede sull’acceleratore per gli ultimi 2, ed ecco servito un altro parziale da 26-15. Punter e Delaney non hanno bisogno di fare gli straordinari, mentre Rodriguez dirige le operazioni come in pochissimi possono permettersi, dispensando palloni i giri giusti per le mani dei compagni.

Datome sembra giocare in ciabatte, aspettando sempre che sia la partita ad andare da lui, e quando i piedi sono a posto o si presenta in lunetta dopo un fallo subito, la sentenza è già scritta. 15 punti in altrettanti minuti sul parquet e 26 di valutazione. Oltre al premio di MVP.

E se da una parte è Datome a meritare una nota di merito, dall’altra è doveroso sottolineare la prestazione di Tyler Cain, autore di 15 punti e 12 rimbalzi.

Il tabellone luminoso alla sirena, mentre i giocatori di Milano si abbracciano da circa un minuto, dice 87-59, mantenendo quello che è stato il trend in tutte le partite dell’Olimpia in questa edizione della Coppa Italia. Secondo trofeo stagionale, dopo la Supercoppa, e testa a campionato ed Eurolega. Se questa sarà la stagione della verità, per gli uomini di Messina, di sicuro questo si rivelerà un mattone importante nella costruzione della rinascita. E questa volta, senza dirlo troppo forte, sembra che non manchi davvero nulla per mettere nero su bianco una cavalcata indimenticabile. 

Per il box score della finale, clicca qui: http://web.legabasket.it/game/pbp_ita_cup/x2021/7/