Eduardo Lubrano

Eduardo Lubrano

Eccoci pronti a riparlare di pallacanestro alla vigilia dell’inizio dell’ennesimo campionato che promette tante cose, metà delle quali almeno sappiamo già resteranno nel cassetto del “vorrei ma non posso”. Già polemico prima della palla a due? Sì, e molto, intanto perché la prima palla a due c’è già stata a Sassari con la disputa della Supercoppa con la formula delle Final Four che non mi piace per niente. E si è visto che anche al pubblico non è piaciuta. Perché nonostante le parole dei due telecronisti Rai e le inquadrature appositamente messe in onda dal regista, il PalaSerradimigni era mezzo pieno anche la sera della finale. E giocava Sassari, la squadra di casa, che poteva, come è successo, vincere il secondo trofeo della sua storia.

Dunque tutto sbagliato: la programmazione, la formula e devo dire la verità, anche la qualità dell’immagine. Che è ha avuto su di me un effetto enormemente moltiplicato in negativo perché in contemporanea su Rai Sport 1 (il basket era su Rai Sport 2) c’era la splendida nazionale femminile di pallavolo impegnata nei Mondiali. In Italia. Dunque produzione tv italiana. E la qualità era eccelsa. Imbarazzante…

Poi voglio sapere cosa accadrà quest’anno con la questione degli instant replay su tutti i campi. Il problema di questa splendida innovazione tecnologica è che per poterla utilizzarla come si deve servono almeno cinque telecamere, un pullman regia come si deve, tecnici competenti ed un esperto della tecnologia al tavolo degli ufficiali di gara che sappia di cosa stiamo parlando. Insomma una moltiplicazione di competenze che magari esiste, ma che non sono certo esista in tutte le televisioni private ed i service chiamati a produrre le partite.
Preoccupazioni premature? Pessimismo di uno che vede tutto nero? Può darsi, anzi certamente. Ma un po’ di esperienza mi ha insegnato che le cose della nostra pallacanestro sono spesso fatte un po’ così, alla carlona, tanto per farle. Per promettere, come si diceva all’inizio.