Inutile negarlo, la prassi non è certo stata inventata a Siena, e non è certo esclusiva della città del Palio: ai giocatori viene proposto un doppio contratto, uno ufficiale a cifre contenute ed uno “sotto banco” – ovviamente esentasse – a integrazione del primo. Un sistema che fa contenti tutti, almeno giocatore e club, ma chiaramente non la Guardia di Finanza che, in questi giorni, ha stretto la sua morsa sulla Mens Sana per presunti pagamenti in nero di emolumenti su conti esteri a propri atleti, anche attraverso società ad essa collegate.
Per ora non è noto quali siano i giocatori e/o dirigenti coinvolti, né la stagione sportiva a cui si fa riferimento, ma l’operazione “Time Out” (questo il nome con cui le fiamme gialle hanno battezzato l’inchiesta) potrebbe aver mosso solamente i suoi primi passi nel torbido sottobosco dei contratti sportivi. Un potenziale “vaso di Pandora”, per ora limitato a perquisizioni eseguite tra Siena, Roma, Milano e Rimini, che potrebbe far tremare società professionistiche e non in tutt’Italia.