Poche tornate dalla fine, i punti messi in gioco sin da oggi peseranno come macigni. Il primo posto è ancora da decidere, c’è grande bagarre dal sesto posto in poi con sei squadre ristrette in quattro punti, la lotta alla salvezza è lontana da essere decisa. Ogni vittoria può significare il raggiungimento di un obiettivo

S. Tonut concretizza un contropiede ( Foto Alessandro Montanari 2017 )

La ventisettesima giornata inizia col botto, con Sassari che ospita Venezia nel lunch match domenicale. La Reyer, imbattuta da tre partite e proveniente da nove vittorie nelle ultime dieci gare, spera ancora nella vetta della classifica in attesa dello scontro diretto dell’ultima giornata con Milano ed è galvanizzata dal raggiungimento della finale di Europe Cup contro Avellino; la Dinamo in questo momento sarebbe ai playoff per il rotto della cuffia ma ha un calendario molto ostico con Avellino e Trento dopo questa domenica; con le altre squadre che soffiano sul collo dei biancoblu, ci sarà bisogno di almeno uno scalpo importante per giocarsi lo scudetto a maggio. E potrebbe non bastare.

 

 

Chappell Jeremy foto R. Caruso 2018)

Chappell Jeremy foto R. Caruso 2018)

Discorso simile anche all’Adriatic Arena, ma questa volta una delle due squadre gioca per la permanenza in massima serie: Pesaro aspetta Cantù fra le mura amiche. La Red October sarebbe oggi fuori dalla post season, ma ha un ultimo mese di regular season abbordabile; inoltre coach Sodini recupera il temibile duo Chappell – Culpepper, che tante vittorie ha portato in Brianza. D’altro canto la VL pare aver acquisito più carattere e cambiato marcia sul profilo tattico da quando ‘Cedro’ Galli è subentrato a Spiro Leka in panchina. Le settimane successive saranno tremende per Pesaro, con Milano e Venezia in rapida successione, fallire l’appuntamento di domani potrebbe significare una dichiarazione di resa.

 

Al PalaPentassuglia Brindisi accoglierà Cremona. La Happy Casa ha fallito il match point per mettersi al sicuro la scorsa settimana con il ko di Capo d’Orlando, ma i quattro punti di margine sono, ad oggi, ancora rassicuranti. Vitucci dovrà però trovare un nuovo go-to-guy tra gli esterni dopo l’infortunio di Nic Moore, che resterà fuori fino a fine stagione. La Vanoli non sta vivendo un momento entusiasmante, le tre sconfitte di fila l’hanno spinta in fondo allo schieramento di chi vuole combattere per i playoff, ma il sogno è ancora vivo. Sacchetti lo ha detto, la Vanoli vuole la vittoria per portare la stagione ‘il più in là possibile’. E poco conta che per farlo si deve passare da Brindisi, sua squadra della scorsa stagione.

 

Maarten Leunen (foto Stefano Gandini 2018)

Capo d’Orlando ha chiuso la striscia negativa durata quattordici partite e si è rimessa in gioco per la salvezza ma ci sarà bisogno di una ulteriore prova di forza contro Avellino. La Betaland ha acquisito fiducia in se stessa dall’arrivo di coach Mazzon in panchina ed i risultati sono stati subito evidenti, ma il calendario che le si prospetta non sarà facile. Si comincia proprio con la Sidigas, protagonista di un girone di ritorno deficitario ma che ha visto il suo morale alzarsi vertiginosamente dopo aver conquistato la finale di Fiba Europe Cup contro Venezia. Oltretutto, i biancoverdi devono ben guardarsi da una lanciatissima Trento per difendere il quarto posto.

 

 

Stanley Okoye (foto Stefano Gandini 2018)

Qualche sopracciglio si alzerà sicuramente per Bologna – Varese in onda al PalaDozza. Due squadre che stanno sgomitando fortemente nella lotta playoff, la Virtus con i suoi alti e bassi e la Openjobmetis con un girone di ritorno ai limiti della perfezione. Segafredo che arriva allo scontro diretto in pieno affanno, con Alessandro Gentile nemmeno Michael Umeh non sarà della gara per una infezione al piede destro che rischia di far saltare anche l’affare Jamil Wilson. Dall’altra parte Varese ha appena completato la sua affannosa rincorsa ai primi otto posti e non vorrà buttare tutti gli sforzi fatti alle ortiche; il calendario è abbordabile e l’entusiasmo si tocca con mano nel roster di Caja.

 

Vladimir Micov (foto Stefano Gandini 2018)

Il big match della ventisettesima giornata è inevitabilmente Brescia – Milano. Terza e prima della classe che si sfidano al PalaGeorge, tutto esaurito per la grande occasione. La Germani, proveniente dal ko in casa di Venezia, avrà dalla sua parte il pubblico di casa, già esaltatissimo dalla grande stagione fatta fino ad ora. Ma quando si è in ballo, si vuole ballare fino alla fine e si vorrà giocare un tiro mancino alla capolista anche senza Dario Hunt (incerta la sua presenza). Milano vuole tenersi stretto il primo posto, Pianigiani ha trovato il giusto equilibrio dopo mesi di sperimentazione e, almeno in Italia, le scarpette rosse sembrano una fuoriserie pronta a mangiarsi l’asfalto, la giungla di Brescia ci dirà di più.

 

Forray e Gordić (foto Pasquale Cotugno)

Sarà invece Trento – Pistoia a chiudere la domenica di basket. Dolomiti proveniente da una cavalcata straordinaria, fatta di otto vittorie nelle ultime nove gare (solo Milano capace di buttarla al tappeto) ed un attacco che pare aver raggiunto il suo equilibrio, con i 77 punti di Pesaro come peggior prestazione da febbraio a oggi. Pistoia dorme sonni tranquilli, o quasi: sei punti di margine dalla coppia all’ultimo posto Capo d’Orlando – Pesaro, scontro diretto a favore con i primi e a sfavore con la VL. Ci vorrebbe però un miracolo sportivo per far ottenere a entrambe tre vittorie nelle loro ultime quattro partite. Pistoia vorrà comunque mettersi al sicuro e non fare una gitarella in Trentino.

 

Amedeo Della Valle tira da 3 punti (Foto M. Marengo)

Il Monday night è tutto per Reggio Emilia – Torino. La Grissin Bon è tornata alla vittoria mercoledì con Cremona, giorno in cui è coinciso il ritorno in campo di Amedeo Della Valle; i biancorossi sembrano oramai tagliati fuori per strappare il pass per i playoff ma tentar non nuoce al PalaBigi, che già vedevano come una grazia arrivare quasi in fondo all’EuroCup. La Fiat è in piena crisi, non vince da quasi cinquanta giorni e ha trovato in Vander Blue il capro espiatorio. L’ex Lakers, inseguito a lungo dalla dirigenza Forni, non si è mai ambientato in Italia sembrando un ragazzino spaesato. L’apporto di Patterson, meno talentuoso ma più quadrato di Blue, si è sentito nella sua mancanza; tornare alla vittoria per Torino è più una ricerca di se stessi più che una speranza per i playoff.

 

(Alessandro Aita)