Axpo Legnano – NPC Rieti 78-76

Anthony Raffa a segno in penetrazione (Foto: Tania Calini)

Prima vittoria in carriera per coach Alberto Mazzetti, arrivata dopo sei sconfitte consecutive per Legnano e, un po’ a sorpresa, dopo un primo tempo controllato, ma non dominato, da Rieti. La squadra ospite, infatti, ancora priva di Frazier e con il sostituto Adegboye che ancora ha davanti a sé un lungo percorso prima di poter essere minimamente incisivo, ha giocato un primo tempo quasi perfetto in attacco, guidata dall’ex Simone Tomasini (14 punti con 5/6 al tiro e 4 assist nei primi 20 minuti) e da Bobby Jones, chirurgico da dietro l’arco (4/4).

Il problema, però, è la difesa: Rieti gioca così bene e Legnano gioca così male che, tutto sommato, va bene così. Nel primo quarto, infatti, i biancorossi vanno a segno quasi esclusivamente con le sfuriate del giovane Bortolani (17 punti con 6/7 al tiro ma da mani nei capelli nella sua metà campo), mentre nel secondo quarto si accende anche London (19 punti, 6 rimbalzi e 4 assist), a cui la difesa reatina concede colpevolmente alcune conclusioni troppo facili. È così che Rieti, invece che aumentare il divario, permette agli avversari di rosicchiare qualche punticino, chiudendo il primo tempo sul 33-43.

Simone Tomasini, mano fatata nel primo tempo (Foto: Tania Calini)

L’impressione è che, anche senza volare a +20, gli ospiti siano tutto sommato in controllo, ma nella ripresa avviene quello che ben pochi si aspettavano: Legnano inizia a difendere. Dovrebbe essere scontato: più una squadra è scarsa (passateci il termine), più deve buttarla sull’energia, sulla grinta, sull’agonismo, sulla voglia di sudare, buttarsi per terra, strappare un rimbalzo, anticipare forte. Invece, nel primo tempo (e troppo spesso nelle scorse partite) Legnano ha sonnecchiato nella propria metà campo (Raffa battuto in uno contro uno dal giovane Conti senza nemmeno provare a stargli davanti ne è un chiaro esempio), ma dopo la svolta nel terzo quarto è Rieti a farsi trovare impreparata, perdendo ritmo in attacco e non riuscendo a adeguarsi nemmeno in difesa.

Intendiamoci, a difesa schierata Legnano continua a far girare la palla solo al di fuori dell’arco dei tre punti (alla fine, 13/25 da due e 13/27 da tre), ma la buona difesa porta qualche contropiede in più, Raffa si sblocca e tenta un paio di penetrazioni chiuse con canestro o scarico efficace e addirittura Serpilli abbandona la sua comfort-zone oltre l’arco e prova a tagliare in area, venendo servito per un appoggio facile.

Dall’altra parte, Tomasini sembra aver esaurito la benzina e Jones inizia a sparare a salve. Il risultato è che, a 12 minuti dal termine della gara, Ferri (9 punti) infila la tripla del pareggio (56-56) e poco dopo Raffa (14 punti e 7 assist, ma 5/14 al tiro e 5 palle perse) regala il primo vantaggio ai padroni di casa (58-57).

Giordano Bortolani, maturità offensiva pazzesca se si pensa che deve ancora compiere 18 anni (Foto: Tania Calini)

Da lì in poi si va avanti punto a punto in una sorta di sagra degli errori, con London e Raffa che buttano via il pallone tentando due improbabili passaggi dietro la schiena, canestri col contagocce, Casini che regala due liberi a Raffa per il +4 a 3.30 dalla sirena, Bortolani che fa 0/2 dalla lunetta, London che fa un fallo piuttosto inutile su una tripla di Jones (25 punti e 6/10 da tre) e poi perde palla malamente, Adegboye che forza e sbaglia due penetrazioni di seguito nell’ultimo minuto (ma chi ha deciso di fargli gestire quei possessi?), l’altro ex Toscano che segna indisturbato il canestro del pareggio a 13 secondi dalla fine.

E poi, dopo il timeout, l’ultimo possesso legnanese: palla a Bozzetto e poi consegnata a Raffa, che manda via tutti, guarda il cronometro, si accorge che deve sbrigarsi, penetra per la via centrale, fa step back e segna sulla sirena.

Forse non è stata una bella partita, ma di sicuro per Legnano è una bella vittoria, arrivata con carattere e un pizzico di fortuna che, dopo sei sconfitte consecutive, di sicuro non guasta.