L’Olimpia Milano archivia gara-1. Ecco partiamo da qui, che già rappresenta una certezza di un certo rilievo.

In realtà, all’intervallo, con il punteggio sul 27-44 e l’inerzia totalmente a favore del Bayern, si guardava già a gara-2 con l’intento di riportare la serie in parità. Ora è invece Andrea Trinchieri a dover ragionare così. Tutto ciò che di buono si è visto sul parquet da parte dei bavaresi è andato dissolvendosi con il passare dei minuti, dopo l’inizio del terzo quarto.

Complessivamente, la prestazione del Bayern è stata caratterizzata da grande solidità, da una parte, e dall’exploit offensivo di Seeley, dall’altra, grazie al 5/5 da oltre l’arco che gli ha regalato una fiducia fuori dal normale.

Ciò che resta in superficie, dopo gara-1, è la prova mentale di Milano. Qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che si è visto nelle passate stagioni, ma anche nel recente passato. Certo, affrontare un momento di difficoltà con elementi come Rodriguez, Hines, Delaney, Punter e Shields, senza dimenticarsi LeDay (e ci mancherebbe altro), può facilitare il tutto, ma vincere così contro il Bayern non è da tutti.

Emerge come questa Olimpia dipenda molto dalle prove dei veterani, sempre più importanti quando dall’altra parte crescere l’esperienza e il talento degli avversari. El Chacho ha messo a segno 13 punti, di cui 11 nell’ultimo quarto, compresa la tripla che ha regalato il vantaggio meneghino quando sul cronometro mancavano solo 36 secondi alla sirena. Una doccia fredda, ancor più del clima bavarese nei mesi appena conclusi, che finisce per gelare un Bayern sempre in vantaggio dall’inizio della gara.

Vero è anche che nei possessi finali Milano avrebbe potuto gestire meglio alcuni possessi, senza dover ricorrere allo schema su rimessa che ormai è storia. È passato in secondo piano, forse, l’apporto di Tarczewski. Non tanto dal punto di vista statistico, ma per ciò che riguarda la sostanza messa in mostra all’interno di uno dei momenti più complessi del match. 

È mancato il tiro da tre punti, con un 6/25 che dovrà subire una rinfrescata in vista di gara-2, ma la difesa degli avversari rappresenta la causa principale di ciò che si è visto mancare nell’attacco dell’Olimpia. Una grande lezione di cui gli uomini di Ettore Messina non possono fare a meno, ormai, e che può fare solo che bene ad inizio playoff.

Perché se è vero che dopo l’intervallo la musica è cambiata, grazie al 12-3 con il quale l’Olimpia di è portata a -8, il Bayern ha mostrato altrettanta facilità e convinzione nel rispedire al mittente altrettanti tentativi di ribaltare la situazione. Ed è stato proprio dopo questo botta e risposta che è salito in cattedra El Chacho, insieme ad una ritrovata solidità difensiva e nella cura estrema dei dettagli.

La difesa finale su Gist non è stata eccezionale, nonostante il grande atletismo dell’ex giocatore del Panathinaikos, ed il successivo 2/2 dalla lunetta ha rischiato seriamente di mandare a monte i sogni di vittoria di Milano. Detto ciò, superficialità difensiva da una parte e stesso atteggiamento, anche se con diverse differenze, dall’altra. Non si può di certo dire che una squadra quadrata difensivamente come il Bayern sia stata ineccepibile in occasione della rimessa di Delaney. Che LeDay dovesse tagliare a canestro risultava abbastanza chiaro, anche se a bocce ferme sono tutti bravi ad analizzare ogni singola situazione. Conoscendo Trinchieri, prima di gara-2 i suoi giocatori saranno stati costretti a riguardare gli errori difensivi molte volte, per mettere nero su bianco una grande prova di forza al Forum, consapevole del fatto che buona parte della serie passerà proprio dal secondo atto in quel di Assago.

Ci sarà da aspettarsi una grande partita, forse non splendida dal punto di vista estetico, ma tra due squadre guidate da menti eccelse che di perdere non vogliono proprio saperne.

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