Andrea Zanchi

FERRARA –  Pochi fronzoli, tanta sostanza: l’Assigeco cambia abito, dopo quello pieno di lustrini indossato mercoledì sera al “Campus” nella partita della rinascita in cui ha dominato Treviglio, per interrompere la striscia negativa “on the road” e firmare la seconda vittoria della gestione di

Andrea Zanchi. «È dura contro Mirandola, ti costringono a giocare male. Sono un gruppo affiatato, abituato a stare insieme: serve quindi pazienza e attenzionespiega il coach dell’Assigeco -. Siamo stati bravi a tagliare le linee di passaggio per i loro giocatori migliori sopperendo bene all’uscita di Marino. Non è stata una bella partita, i ragazzi sono stati capaci di lavorare duro anche a rimbalzo. È un ulteriore passo in avanti ma non dobbiamo smettere di impegnarci e sudare in allenamento. Marino? Mi auguro che sia un intoppo risolvibile con qualche giorno di riposo».

Il play toscano nasconde dietro al sorriso l’inevitabile preoccupazione per l’infortunio. «È pura sfortuna, si è girata improvvisamente la caviglia – dice Tommaso Marino -. Faremo presto un controllo per capire come va».

Antonio Tinti sapeva sarebbe stata una domenica impegnativa. «Avevo ipotizzare di fare fatica contro una difesa fisica e intensa come quella dell’Assigeco vista nelle ultime due partite – commenta il tecnico della Dinamica Mirandola -. Non c’è stata la necessaria pazienza di fare circolare la palla sull’aiuto e recupero degli avversari: mettendo subito palla a terra abbiamo fatto lavorare meno la difesa lodigiana. La nostra zona? Cercavamo qualche transizione per sbloccare anche psicologicamente i ragazzi: in difesa non siamo andati male, a parte qualche rimbalzo di troppo concesso nella seconda parte».

Uno degli artefici del successo è “Bobo” Prandin. «Sono una squadra difficile da affrontare, in più ci aspettavano in areainterviene la guardia rossoblu, pronto a laurearsi venerdì prossimo -. Nel secondo tempo abbiamo messo qualche canestro in più, ma è con la difesa che siamo riusciti a fare la differenza».

 

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi