Un Draft NBA attesissimo, che vedeva almeno otto prospetti di altissimo profilo, di quelli che potrebbero fare la storia della franchigia di appartenenza, e altri giocatori di buon livello che potrebbero trovare il loro posto nel mondo della Lega dei giganti. La notte del 21 giugno 2018 ha consegnato alla NBA i nuovi talenti del suo basket, non senza qualche sorpresa.

Le prime due scelte sono state quelle che ci si aspettava: DeAndre Ayton a Phoenix, Marvin Bagley III a Sacramento. Il bahamense è la prima assoluta, una assoluta no brainer per i Soli che necessitavano di centimetri e muscoli nel pitturato. Quello del centro di Arizona è un corpo già pronto per combattere contro i lunghi del piano di sopra su entrambi i lati del campo ed ha uno skill set offensivo già pronto per dire la sua sui parquet americani; dovrà migliorare sul piano difensivo, ma ha tutti i mezzi per farlo. Qualche dubbio in più per la pick #2: Bagley è apparso dominante in NCAA ma, in una NBA sempre più positionless, dovrà trovare il suo ruolo. L’executive dei Kings Vlade Divac ha però premiato la cultura del lavoro di Bagley e la voglia di migliorarsi.

Al di là dell’oceano c’era molta curiosità per Luka Doncic, stella conclamata in Europa ma che, nonostante l’incredibile talento messo in mostra in ogni occasione, ha perso qualche estimatore nell’ultimo mese per via del non incredibile atletismo. Gli Atlanta Hawks lo hanno scelto alla #3, dando però via al primo grande scambio della serata: lo sloveno è infatti finito ai Dallas Mavericks in cambio della pick #5, tramutatasi in Trae Young, e la chiamata del draft del prossimo anno. Doncic raggiunge così Dirk Nowitzki, che ha già espresso la sua stima per il giocatore, e Rick Carlisle, in un contesto ottimo per la sua crescita. Sul campo, un piccolo dubbio c’è: il backcourt verrà diviso con Dennis Smith jr, uno che ha bisogno del pallone fra le mani per poter rendere, ma Dallas ha puntato chiaramente su di lui. Con la scelta di Trae Young, che per qualche mese ad Oklahoma è sembrato ‘la seconda venuta di Steph Curry’ per poi normalizzarsi, rimanendo comunque il miglior realizzatore e assistman NCAA, Atlanta potrebbe invece ricostruire e decidere di ottenere qualcosa scambiando Dennis Schroeder. In mezzo, la scelta di Jaren Jackson jr da Michigan State, lungo moderno e capace di poter dare impatto fin da subito a Memphis, nonostante avesse rifiutato il workout pochi giorni fa. Stessa storia di Mo Bamba, finito a Orlando con la scelta numero 6: l’ivoriano di Harlem è ancora un progetto da costruire, ma la sua apertura alare può renderlo un nuovo Rudy Gobert. Chicago ottiene Wendell Carter, che copriva le magagne difensive di Bagley, mentre Cleveland riparte da Collin Sexton, che ha inviato anche un messaggio ‘ammiccante’ a LeBron James. Soliti fischi da parte dei tifosi Knicks per Kevin Knox, sorriso a 32 denti per solo mezz’ora per Mikal Bridges, scelto alla 10 dai 76ers (lui è nativo di Philadelphia) ma poi inviato a Phoenix in cambio di Zhaire Smith ed una scelta futura.

Il più grande sconfitto del draft è senza dubbio Michael Porter Jr. Solo un anno fa era dato come il più papabile alla numero 1 assoluta, ma l’essersi infortunato alla prima stagionale con Missouri ed i problemi persistenti alla schiena gli hanno fatto perdere posizioni, fino a capitare alla numero 14 dove Denver non poteva esimersi dallo sceglierlo. Ci sono dubbi sulla sua integrità fisica, ma se resta sano la resa del giocatore non è in discussione. I Nuggets hanno deciso di prendere la palla al balzo e di scommettere su di lui: una scommessa che può essere ripagata. Altri giocatori che possono dirsi delusi dal loro draft sono Robert Williams di Texas A&M e Keita Bates-Diop di Ohio State. Il primo, dato da molti mock draft come una scelta da lotteria, è andato a tanto così dall’uscire dal primo giro ed è stato scelto da Boston, inserendosi così in un contesto già collaudato. Bates-Diop è invece crollato a metà secondo giro, scelto da Minnesota, e dovrà giocarsi le sue carte in Summer League per strappare un contratto.

Tra le sorprese inseriamo alcune sensation del basket  universitario che sono riuscite a strappare una chiamata al primo turno, come Donte DiVincenzo e Grayson Allen. ‘The Big Ragù’ è stato scelto da Milwaukee alla #17, grazie all’ottima finale NCAA, Allen ha sorpreso tutti durante le draft combine ed è stato selezionato da Utah, dove ritroverà il suo avversario universitario Donovan Mitchell. Jalen Brunson, Naismith Player of the Year, finisce a Dallas con la #33, mentre diamo un occhio anche a Dzanan Musa: il bosniaco è finito alla #29, con Brooklyn che ha voluto scommettere sul suo atletismo. E tra questi, chi diventerà un fenomeno? Lo scopriremo soltanto col passare del tempo; per adesso, benvenuti a tutti in NBA.

Alessandro Aita