Dimitris Diamantidis, "anima e core" del Panathinaikos (foto euroleague.net)

Nonostante un incredibile altalena di emozioni, e di plateali errori arbitrali, il Panathinaikos vince Gara 5 dei playoff della Turkish Airlines Euroleague e vola così ad Istanbul dove difenderà il titolo conquistato lo scorso anno a Barcellona. Ora sul cammino dei Campioni d’Europa ci sarà il Cska, ma quella è tutta un’altra storia.

MVP della serata senza dubbio Dimitris Diamantidis, 15/18 ai tiri liberi, che si è caricato sulle spalle i Greens nei momenti decisivi. Il Maccabi ha da recriminare per un paio di contatti “dubbi” sull’ultimo tentativo da parte di Burstein di andare al tiro. Resta il fatto indelebile dell’ottimo lavoro svolto da coach Blatt su un gruppo partito ad handicap, rifiuto di tornare da parte di Jeremy Pargo la settimana prima dell’inizio della preparazione, e capace di autorigenerarsi e lanciare nuovi giocatori. Su tutti Yogev Ohayon, determinante nel primo rientro degli israeliani ad inizio ripresa.

Ad OAKA è successo di tutto, a partire dall’odiosa abitudine dei tifosi ateniesi di puntare i laser verso gli avversari, con la formazione di Obradovic che pareva già avere la partita in pugno alla fine del primo tempo. Il terribile secondo quarto del Maccabi, 3/17 dal campo con 0/8 nel tiro dalla lunga, aveva di fatto spianato la strada alle giocate di Diamantidis (4/9 dal campo, 12 falli subiti, 34 di valutazione) e di Saras Jasikevicius (9 dei suoi 13 punti sono arrivati nel secondo quarto) in veste di tremendo ex di giornata.

I richiami di David Blatt, bravo a metà del secondo quarto a prendere il tecnico che probabilmente ha impedito alla gara di diventare un massacro biancoverde a suon di tiri liberi, durante l’intervallo hanno ridato però alla gara un perchè. Il secondo tempo del Maccabi, cavalcando quel 6/6 da tre punti che ha permesso di aprire la difesa impostata da Obradovic, è stato un inno alla pallacanestro. Lo 0-12 che ha riportato la gara sul 46-46 al ventiquattresimo è stato figlio del risveglio di Ohayon, eroe nelle due vittorie dei gialloblu, che, con due triple in meno di 30″ ha zittito i 18000 tifosi del PAO. Proprio uno 0/2 dalla lunetta del playmaker scoperto da Blatt ha dato però il la al controbreak dei padroni di casa che, con Perperoglu sugli scudi, hanno ritoccato la doppia cifra di margine, 56-46, al ventisettesimo.

L’ingresso in campo di Maric, per proteggere dal quinto fallo Batiste, aveva dato ai padroni di casa l’illusione che tutto fosse sistemato sul 70-58 a 6’28 dalla sirena. I maccabei pian piano hanno però lavorato alle costole gli avversari, rosicchiando un punticino dopo l’altro ed arrivando, grazie ad 1/6 ai liberi combinato tra Maric e Kaimakoglu, a ricevere dalla terna guidata dal nostro Guerino Cerebuch l’inaspettato assist per il pareggio di Pnini dalla lunetta. Bravissima l’ala israeliana ad insaccare i tre liberi per l’85-85 a 9.3″ dalla sirena, ma il fallo che ha concesso i liberi è figlio di un evidente sgambettatua di Pnini verso il recupero di un innocente Perperoglu. Con Diamantidis mandato in lunetta da un ingenuo fallo di Hendrix, i tre fischietti non se la sono sentita di fischiare un fallo sul tentativo di Burstein di oltrepassare la metà campo. 

Panathinaikos Atene – Maccabi Tel Aviv 86-85 (18-20, 23-12, 21-21, 24-32)
PAO: D.Diamantidis 25, S.Jasikevicius 13, M.Batiste 9. Reb(30): D.Diamantidis 6. As(15): D.Diamantidis e S.Jasikevicius 3.
MTA: D.Blu 14, K.Langford 11, T.Burstein e Y.Ohayon 10. Reb(29): D.Smith 9. As(22): K.Langford 5.

NM