Senegal – Argentina 46-81 (15-20, 9-21, 14-12, 8-28)

La favola senegalese, dopo le imprese con Portorico e Croazia, si interrompe bruscamente contro un’Argentina solida e concentrata. Partono subito forte gli uomini di coach Lamas che, subito il 2-0 iniziale di Dalmeida, piazzano un parziale di 12-0 e prendono le redini dell’incontro per non mollarle più. Probabilmente ancora deconcentrati dai postumi dei festeggiamenti per le inattese vittorie, i senegalesi paiono svagati e privi di mordente. Tirano sovente dopo due passaggi e fuori ritmo e, soprattutto, non difendono di squadra, confidando che le proprie doti atletiche possano sopperire all’organizzazione difensiva. Tornano, in buona sostanza, ad essere la squadra vista contro la Grecia, un’altra compagine che finora ha fatto di solidità e concentrazione le proprie armi vincenti. Gli africani rientrerebbero pure in partita in chiusura di primo quarto (15-20) grazie ai punti di Dalmeida ma un nuovo 12-0 dell’Albiceleste in apertura di secondo quarto chiude di fatto la contesa portando i sudamericani sul +17, margine che (punto più, punto meno) conserveranno per tutta la durata dell’incontro.

Luis Scola, inarrestabile per i senegalesi (foto FIBA.com)

Luis Scola, inarrestabile per i senegalesi
(foto FIBA.com)

I lunghi argentini non soffrono l’atletismo degli africani (anzi, il computo dei rimbalzi dirà alla fine 41-29 per Prigioni e soci) e Luis Scola la fa da padrone sotto le plance (doppia-doppia per lui con 22 punti e 14 rimbalzi). Il 21-9 con cui gli argentini chiudono il secondo parziale (41-24 all’intervallo) rende di fatto pleonastico tutto il secondo tempo. Che infatti è una sorta di match amichevole. Lamas ne approfitta per ruotare tutto il roster, i senegalesi mostrano un paio di azioni spettacolari e recuperano due punti all’ultimo intervallo breve. Prima della mattanza dell’ultimo quarto (28-8) che permette a Scola e compagni di chiudere con la bellezza di 35 punti di vantaggio.

Ora l’ultima giornata vedrà verosimilmente Argentina e Grecia giocarsi il primo posto del girone di Siviglia, mentre il Senegal affronterà le già eliminate Filippine per puntare ad un non impossibile terzo posto del raggruppamento.

Senegal: G. Dieng 11, X. Dalmeida 9, H. Ndiaye e M. Ndour 6. Rim (29): G. Dieng 8. Ass (7): X. Dalmeida 4.

Argentina: L. Scola 22, W. Herrmann 11, P. Prigioni 10. Rim (41): L. Scola 14. Ass (20): N. Laprovittola 6.

Slovenia – Angola 93-87 (17-17, 27-26, 21-23, 28-21)

Come contro la Sud Corea, la Slovenia scende sul parquet di Las Palmas in costume ed infradito, confidando esclusivamente nel proprio talento offensivo per avere la meglio su una nazionale di Angola, per contro, volenterosa e determinata a non ricoprire il ruolo preventivato di sparring partner. La gara degli sloveni è per quasi 35 minuti a dir poco irritante: svogliatezza e pigrizia difensiva permettono agli africani di giocare le proprie carte, un mazzo composto di ritmi alti e intensità sia in attacco che in difesa. E lo spartito angolano viene suonato con diligenza ma arginato dagli sloveni solo ed esclusivamente grazie ai tiri dalla distanza (all’intervallo, la Slovenia avrà collezionato l’anomalo dato di 9 tiri presi da due punti e ben 20 da oltre l’arco).  

Coach Jure Zdovc. Dovrà meditare sull'atteggiamento dei suoi (foto FIBA.com)

Coach Jure Zdovc. Dovrà meditare sull’atteggiamento dei suoi
(foto FIBA.com)

Il 44-43 per la verde nazionale con cui si chiude il primo tempo non rende giustizia all’impegno profuso da Moreira, Fortes e soci e a metà del terzo periodo Angola raggiunge con merito perfino 8 punti di vantaggio. Uno sforzo titanico che scuote gli sloveni e il loro coach Zdovc (che si fa fischiare un fallo tecnico probabilmente per destare i propri giocatori dal torpore generalizzato). Ma quando si dispone di indiscusso talento offensivo, è facile rientrare in partita (complici anche due falli antisportivi che gli africani si fanno fischiare da un arbitraggio contestato da entrambe le panchine). Dopo tanto sudare, Angola chiude il terzo parziale avanti di una sola lunghezza e il rush finale è tutto di marca slovena. La nazionale di Macedo (molto limitata nelle rotazioni) cede di schianto a metà dell’ultimo periodo e permette così alla Slovenia di portare a casa (nuovamente col minimo sforzo) altri due punti che la proiettano in vetta al gruppo D.

Slovenia: D. Lorbek 17, G. Dragic 14, J. Klobucar 12. Rim (30): Z. Dragic 7. Ass (19): D. Lorbek 4.

Angola: R. Fortes 21, Y. Moreira 20, R. Moore 17. Rim (35): R. Moore 6. Ass (17): A. Costa 6.

Turchia – Finlandia 77-73 OT (10-15, 17-26, 26-18, 15-9, 9-5)

L’inattesa vittoria della Nuova Zelanda sull’Ucraina rendeva questo match (il derby delle wild-card…) come una sorta di spareggio. E come uno spareggio è stato giocato. Non un bell’incontro dal punto di vista tecnico (molti, troppi gli errori per questo livello), ma una gara mozzafiato dal punto di vista dell’agonismo e dell’intensità.

La Finlandia, sospinta dal proprio calorosissimo pubblico che ha invaso Bilbao, prende subito la partita in pugno. La truppa di coach Ataman, per contro, è in una di quelle serate in cui non riesci a trovare giocatore capace di metterla persino in una vasca da bagno. La difesa fisica dei finlandesi permette alla Turchia di trovare i primi punti dal campo addirittura dopo 5 minuti e il primo quarto si chiude con i nordici avanti 15-10. Il match prosegue sullo stesso binario per tutto il secondo parziale quando, anzi, la Finlandia aggiusta ulteriormente la mira a fronte della rottura prolungata dei turchi (che chiuderanno il primo tempo con un misero 7/22 dal campo). Ma la fortuna di Ataman si chiama “lunetta” ed è grazie ai tiri liberi che la sua squadra arriva a metà gara sotto di 14 punti (27-41). La ripresa, però, ha un altro copione: lentamente la Turchia erode il bottino finlandese nonostante continui il “Petteri Koponen Show”. Aggiustando un po’ la mira, ritrovando parzialmente Preldzic e continuando a tirare una valanga di liberi (saranno ben 45 a fine gara!), Gonlum e compagni riaprono la gara a fine terzo quarto chiuso sul 59-53 per i finnici. 

Lo splendido tifo finlandese (foto FIBA.com)

Lo splendido tifo finlandese
(foto FIBA.com)

Il match è ormai una corrida. Si lotta su ogni pallone come fosse l’ultimo e tanta intensità compensa errori tecnici grossolani e scelte offensive a volte scriteriate. A 3 minuti dalla conclusione, la Turchia si ritrova per la prima volta dall’inizio della gara la palla del sorpasso ma, ironia della sorte, quella che fino a quel momento era stata l’ancora di salvezza per gli uomini di Ataman si tramuta in croce: dalla lunetta arriva un 1/5 sanguinoso che, abbinato ad una tripla di Murphy, sembra chiudere la gara. Sul +3 i finlandesi hanno due liberi a 15” dal termine che possono chiudere la gara ma, incredibilmente, l’eroe di 39 minuti (ovvero Koponen) mette assieme uno 0/2 dalla linea della carità. Lo shock è tale (o forse è una scelta alla Popovich di coach Dettman?) che la Finlandia non spende il fallo per impedire la tripla dei turchi che manderebbe la gara all’overtime. E, come spesso accade, la tripla arriva proprio sulla sirena (i primi e unici punti di Akyol): 68-68 e si va al supplementare con la Turchia che ritrova il pari per la prima volta dopo lo 0-0 iniziale. Ormai l’inerzia è nelle mani dei turchi e il morale dei finlandesi è più basso di Mammolo in ginocchio. Con un 9-5 nei 5 minuti risolutivi, la Turchia porta a casa due punti preziosissimi mentre la Finlandia è ad un passo dall’eliminazione. Decisivi saranno i prossimi incontri: Finlandia-Nuova Zelanda, Turchia-Repubblica Dominicana e USA-Ucraina. Per un girone, quello di Bilbao, incredibilmente equilibrato (Team USA a parte)…

Turchia: O. Asik 22, E. Preldzic 13, E. Arslan 12. Rim (40): O. Asik, E. Preldzic e K. Gonlum 8. Ass (23): E. Preldzic e S. Guler 5.

Finlandia: P. Koponen 17, S. Salin 15, M. Koivisto 11. Rim (29): E. Murphy 6. Ass (14): P. Koponen 5.


Claudio Devizzi Grassi