EFES ISTANBUL-REAL MADRID 63-76 (21-18, 18-15, 10-18, 14-25)

 (Foto Savino Paolella 2014)

Rudy Fernandez mette le triple della staffa nel finale (Foto Savino Paolella 2014)

Il Real Madrid raggiunge l’obiettivo minimo, quello delle Final Four, vincendo gara-4 in una infuocata Abdi Ipekci Arena, contro un Efes che ha creduto fino in fondo all’impresa ma alla fine si è dovuta inchinare di fronte alla maggiore classe delle merengues, che però si sono dovute sporcare un po’ la camiseta blanca per portare a casa partita e serie. Si perché alla fine di un match in cui il Real tira addirittura con il 36% dal campo, in cui l’Efes vince la sfida a rimbalzo, la differenza la fanno le 18 palle perse dell’Efes, che ha subito oltre modo l’intensità difensiva del Real, soprattutto in avvio di terzo quarto e ultimo quarto in cui, nell’arco complessivo di 5 minuti, il Real ha messo insieme un parziale di 16-0 che di fatto ha deciso la partita. L’Efes può senz’altro recriminare su un primo tempo statisticamente dominato e chiuso solo sopra di 6, in cui il Real ha tirato 6/20 da 2, subendo a rimbalzo e venendo quasi doppiato come valutazione, con il solo Llull (10 punti e 4 assist) a salvarsi. I turchi hanno condotto la gara fino a quando hanno messo in campo una grande intensità, spinti soprattutto da Saric (9 punti e 12 rimbalzi) e Krstic, ma a cui è mancata la continuità di Huertel e le percentuali da fuori (partiti 4/8, da lì in poi un eloquente 1/13) che avevano sorretto i turchi sia in gara-2 che in gara-3. Anche nel difficilissimo secondo tempo, quando i ragazzi di Ivkovic hanno alzato l’intensità sono riusciti a rientrare nel match, come alla fine del terzo quarto, risalendo dal -9 al -2 grazie ancora all’energia di Saric e ad un paio di canestri di Janning, e poi a metà ultimo quarto, quando Krstic (16 punti e 4 rimbalzi per lui) guidava l’ultima fiammata dell’Efes, rientrando sul -1 dal 49-58. Lì però finiva la benzina e il Real, grazie ad un paio di magata di Fernandez chiudeva i conti.

MVP: Premio a metà tra Sergio Llull (14 punit e 5 assist) e Rudy Fernandez (17 punti e 6 rimbalzi). Il primo è il Real in un primo tempo inguardabile, offensivamente parlando, per gli uomini di Laso. Il secondo mette tantissima intensità difensiva nel secondo tempo e mette il timbro sul match nel finale.

OLYMPIACOS PIREO-FC BARCELLONA 71-68 (16-17, 13-20, 21-13, 21-18)

(Foto Savino PAOLELLA 2015)

Spanoulis il solito condottiero per l’Oly (Foto Savino PAOLELLA 2015)

C’è sempre e solo Giorgios Printezis nel destino dell’Olympiacos. Per raccontare questa gara-4 bisogna partire dal fondo e dalle mille emozioni che ha regalato non tanto l’ultimo quarto, quanto gli ultimi 3′ minuti di una sfida pazzesca che nessuna delle due squadre voleva perdere ma che è sembrato avessero entrambe paura di vincere. Gli ultimi minuti sono un concentrato di emozioni, con l’Olympiacos che trova il +2 a 2’30” dalla sirena, ma Satoransky mette 5 punti in fila e spinge i blaugrana sul +4 con poco più di 1′ sul cronometro. In 30″ Mantzaris mette una tripla, Tomic butta via una palla e Printezis appoggia il comodo lay-up del +1 Oly! Navarro dalla lunetta fa 2/2, poi Spanoulis sorpassa di nuovo facendo canestro nel traffico e fuori equilibrio. Sul cronometro ci sono 6″ e Mantzaris manda ancora Navarro in lunetta che nella bolgia fa 1/2. L’Olympiacos ha l’ultimo possesso, il Barcellona pedina Spanoulis ma la palla finisce nelle mani di Printezis che da dietro l’arco, dopo aver fatto 0/5, trova la tripla della vittoria che manda in Paradiso l’Olympiacos.

Un finale del genere ripaga di una gara onestamente brutta da un punto di vista tecnico dove, come si diceva in apertura, è più la tensione a dominare. L’Olympiacos sbaglia tanto da fuori nel primo tempo (solo 1/9) e cerca di attaccare il ferro riuscendo anche a caricare di falli gli uomini di Pascual, che dal canto loro muovono meglio la palla, rispetto a quanto fatto nei primi 3 atti della serie e quanto Lampe e Tomic entrano in partita il Barça prova a scappare via a cavallo dell’intervallo lungo, toccando anche il +10 in apertura di ripresa. L’Olympiacos che rientra dagli spogliatoi però gioca in modo più intenso, soprattutto in difesa, sporcando le percentuali del Barcellona e portando la partita sul livello più congeniale ai greci, ritmi bassi e pochi possessi. Poi quando inizia ad entrare anche il tiro da fuori (4/9 nel terzo quarto), si apre anche l’area, sia per le penetrazioni che per un ottimo Othello Hunter (8 punti, ma anche 8 rimbalzi, di cui 4 in attacco). Nonostante tutto, però, la gara resta in equilibrio (50-50 all’ultima pausa) e solo il pazzesco finale manda a casa un Barcellona a cui, onestamente, serviva qualcosa in più per battere questo Olympiacos, che non muore mai e che come sempre si presenterà da underdog a Madrid.

MVP: Si parlava sabato di Dei greci immortali, ebbene non possiamo esimerci dall’assegnare il premio di MVP al terzetto Spanoulis, Mantzaris, Printezis che rappresentano in pieno lo spirito di questo Olympiacos. Spanoulis (17 punti e 5 assit) è il solito condottiero, che si prende le responsabilità quando la palla scotta dando sicurezza ai compagni. Mantzaris, oltre ad essere uno dei pochi a vedere il canestro da fuori stasera (3/4 per lui, con 11 punti totali), ha acceso la miccia all’interno della Peace and Friendship Arena, mettendo 5 punti in fila in apertura di ripresa che hanno dato fiducia ai compagni. E infine Printezis, sempre lui, l’uomo del destino, che dopo aver sparacchiato da fuori si prende la tripla della vittoria come se nulla fosse. Attenzione perché questi giocatori hanno il fuoco dentro e forse sono veramente immortali.


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