(Foto Savino Paolella 2014)

Alessandro Gentile atteso ad una buona prova (Foto Savino Paolella

Se una squadra dipende totalmente da un giocatore non è una grande squadra. Partiamo da questo assunto per fotografare quello che, a partire da stasera, sarà il mantra che l’EA7 andrà ripetendosi sino al rientro di Keith Langford, sottoposto a trattamento (lesione al bicipite femorale) e out per un tempo stimato tra le 3 e le 5 settimane.

L’Eurolega chiede ancora un piccolo sforzo per coronare un sogno chiamato postseason arredandolo con un secondo posto che permetterebbe di evitare corazzate sulla carta (che canta, ma talvolta stona) inarrivabili come Cska e Real. Si parte con quell’Efes che all’andata fece gridare alla “solita” EA7, incapace di vincere fuori dal Forum, brutta, pasticciona e dannatamente sfortunata su quella preghiera da 24 metri di Planinic. Ora serve evidenziare nei fatti la distanza di classifica e di prospettive incidendo da subito sul presumibile deficit di motivazione che i turchi, pressoché eliminati dalla corsa ai playoff, pagheranno al cospetto di una formazione che non solo vorrà avvicinarsi alla certezza del secondo posto ma anche dimostrare di non essere Keith-centrica.

Per farlo, logico pensare che, acclarata l’insostituibilità di un giocatore della tipologia dell’ex Jayhawks, la squadra dovrà riparametrare gerarchie e dinamiche. Lecito credere che Gentile, assai diverso da Langford, possa essere un giocatore che per carattere, talento puro e voglia di emergere dopo una stagione fatta di alti e bassi, possa diventare la scelta n. 1 negli schemi offensivi dell’EA7. Allo stesso tempo Hackett, che già a Siena ha sperimentato il ruolo di playmaker/pointsmaker, dovrà ritrovare la propria verve realizzativa per sopperire all’assenza illustre.

Planinic (fonte www.euroleague.net)

Planinic (fonte www.euroleague.net)

Ma l’assunto di partenza vale a 360° e dunque non si può pensare che l’Armani possa scaricare il peso di un’assenza solo ed unicamente su questo o quel giocatore. Servirà che ognuno porti il classico mattoncino alla causa, esaltando il sistema difensivo di Banchi e aprendo lo spazio in contropiede per non finir vittima di partite troppo tattiche nelle quali l’Armani fatica a trovarsi a proprio agio.

Sgomitare su Erden e Gonlum per restare padroni del pitturato contenendo i movimenti di Savanovic, questi gli appunti sulla to do list del reparto lunghi meneghino, mentre evitare di subire Planinic in avvicinamento e non farsi battere sul primo palleggio da Gordon onde evitare di permettere ai turchi una rapida circolazione capace di punire i ritardi della difesa biancorossa saranno quelli dei “piccoli”.

L’Efes delle ultime quattro sconfitte è ben diverso da quello delle prime quattro. Passato dal concedere 77 punti (contro i 78,5) con due overtime in aggiunta e a segnarne 70,5 (contro 65,25) ha dimezzato il deficit (da 13,25 a 6,5) considerando che due partite perse di 5 punti erano in realtà finite pari dopo i canonici 40′. Squadra quadrata e con poco da perdere quella di Angelou, ha messo i brividi anche a Barça e Pana (all’Ipekci però) ma lontano da Istanbul ha colto solo due vittorie quest’anno. Se poteva esserci una partenza “morbida” per testare l’ennesima versione dell’Armani 2014 ecco che l’Efes rappresenta avversario contro il quale prendere confidenza e convinzione. Un solo verbo: vincere.

Pronostico DB: sofferta per la necessità di vestire un nuovo abito dovendone ancora testare le misure. Ma l’Armani c’è e passa sull’Efes.


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