Euroleague-LogoDimitris Diamantidis (Panathinaikos Atene) – Il Panathinaikos sembrava quasi spacciato, nonostante il gruppo più agevole e partite che non sono andate proprio come desiderato. Fuori casa capita che fatichi più del dovuto, ma quando gioca davanti al suo pubblico e riesce ad esprimersi come solo lui sa fare, allora lo spettacolo va in scena. Uno scienziato del gioco, che si tratti di tirare, palleggiare, trovare linee di passaggio o impedirne altrettante. 15 punti, 5 rimbalzi, 6 assist e 2 recuperi. L’Eurolega è il suo habitat naturale ed è ancora in grado di dominare senza fare troppo scalpore.

Bradley Wanamaker (Brose Baskets Bamberg) – MVP dell’undicesimo turno di Top16, sia a livello di statistiche che di concretezza. Un 34 di valutazione, frutto di 25 punti, 7 rimbalzi, 5 assist e 8 falli subiti. Mandare a referto 18 punti in meno di 5 minuti è roba per pochi ma, soprattutto, per chi ha voglia di azzannare la gara alla giugulare ed uscire vittorioso. Vittoria importante, utile a dare ancor più brio ed incertezza nel Gruppo F, come se già non bastasse l’eterno equilibrio che domina almeno 5 posizioni su 8. La prossima settimana li aspetta l’incontro più duro, contro il CSKA di Mosca, e sarà importante sfruttare il fattore campo per guadagnare una vittoria che potrebbe valere mezza qualificazione.

Stratos Perperoglou (FC Barcellona Lassa) – Ogni tanto passa in secondo piano, ma la carriera dell’ala greca è sempre stata fitta di grandi successi. Giocatore essenziale, ma di un’efficacia che pochi numeri 3 riescono ad avere in questa competizione. Molti punti in comune con Datome, ma ovviamente anche le differenze tra i due si fanno sentire. Ventello per Perperoglou, nel Clasico giocato al Palau Blaugrana. È di sicuro uno degli innesti più funzionali per il Barça e il suo minutaggio si sta alzando, e non di poco. Alti e bassi nella stagione europea dei blaugrana, per cui sarebbe ancor più importante trovare qualcuno in grado di livellare. Grande dote di Perperoglou.

Andrey Vorontsevich (CSKA Mosca) – Altra grande prestazione dell’ala russa. Tira, penetra, prende rimbalzi, distribuisce assist. Era una priorità la vittoria contro quella che si sta dimostrando una squadra solida ed efficiente, ed è arrivata in casa. CSKA davanti a tutti nel suo gruppo e altra candidatura come favorita per la vittoria finale a Berlino. 17 punti, 3 rimbalzi, 4 assist e 2 recuperi, per 20 di valutazione. Che parta titolare o che si alzi dalla panchina, Vorontsevich è sempre una minaccia.

James Gist (Panathinaikos Atene) – Uno dei motivi della crescita dei biancoverdi. Ormai forma con Calathes un asse più che collaudato, alzando le sue percentuali vicino a canestro e facendole corrispondere spesso e volentieri con una schiacciata. 16 punti, 6 rimbalzi, 3 assist e una stoppata. Manca ancora qualcosa a questo Pana per essere competitivo a 360 gradi, ma la strada imboccata dagli uomini di Djordjevic potrebbe essere quella giusta.

Sesto uomo, Stefan Jovic (Stella Rossa Belgrado) – Uno dei migliori assistman della competizione, ma non solo. Playmaker solido, in grado di salire di livello anche dal punto di vista realizzativo, ma dando la priorità alle assistenze. 16 punti, 5 rimbalzi e 7 assist, a cui aggiunge un recupero. Prova di estrema completezza e altra vittoria importante, fondamentale per agganciare il secondo posto insieme a Lokomotiv Kuban e Panathinaikos. Di sicuro, questa Stella Rossa si sta dimostrando una delle più piacevoli sorprese di questa edizione.

Dimitris Itoudis, sempre sotto controllo alla guida del CSKA (Fabrizio Stefanini 2015)

Dimitris Itoudis, sempre sotto controllo alla guida del CSKA (Fabrizio Stefanini 2015)

Coach, Dimitris Itoudis (CSKA Mosca) – Dopo la grande delusione la scorsa settimana contro i blaugrana, il match contro il Laboral rappresentava un tassello fondamentale per il cammino dei russi. È arrivata una vittoria convincente e l’apporto dell’ex assistente di Obradovic non è mancato. Allenatore tra i più quotati d’Europa, con carattere e carisma da vendere. Non vuole assolutamente assistere ad un epilogo come quello di cui è stato protagonista lo scorso anno, ma ovviamente non dipende interamente da lui. L’organico c’è, i risultati anche. Playoff per convincere e Final Four per lo strappo finale. Ma, per ora, è tutta una grossa incognita.