palla a specchi lamma
Presentazioni superflue (vabbè, 21 stagioni da professionista sarebbero troppe da ricordare!). Riduttivo inquadrarlo dentro un ruolo specifico. Ha smesso col basket giocato solo quest’estate, ma nella testa è, e sarà sempre, un giocatore. In continua e perenne ricerca di una nuova sfida. Bologna è la sua casa – sponda Fortitudo, sia ben chiaro! -, oltre che il suo lavoro, e proprio dal lavoro lo abbiamo ‘rapito’ per farci raccontare il bilancio di questi primi 3 mesi vissuti dietro la scrivania. Lui, ovviamente, è Davide Lamma!

“So già che a Novembre impazzirò!”, così aveva sentenziato nelle battute conclusive della conferenza stampa d’addio, lo scorso giugno. Bene, ci siamo… “E’ complicato, perché una volta smessi i panni del giocatore, la vita cambia, come per chiunque. E’ un po’ un forzarsi tutti i giorni: è un momento difficile per tutti i giocatori, ma cerco di viverlo serenamente e fortunatamente ad oggi non ho questa gran malinconia del campo, avendo parecchio da fare, e questo mi aiuta!”. Ma non basta, e così Davide ha trovato il modo per bruciare un po’ di adrenalina: mi sono dato alla boxe, in questo modo cerco di sfogare la necessità di stancarmi, di fare allenamento, di scaricare le tensioni. Poi fa sua un’affermazione citata da Roberto Brunamonti, un virtussino purtroppo, che però è certamente un giocatore clamoroso e che, parlando con me in occasione di una partita tra vecchie glorie – purtroppo ho già cominciato a farne! -, mi aveva confessato: ‘Meglio smettere un anno prima, che un giorno dopo’. Ho fatto un anno buono, giocando fino alla fine, in forma: ho finito bene, chiudendo la carriera nel momento più giusto”.

Inevitabile, poi, il pensiero alla sua Fortitudo – che ora guida in qualità di Direttore Sportivo -, alla prima stagione in A2: “Abbiamo iniziato con l’handicap di due partite in casa, che in casa non sono state, una vinta e una persa, bilancio comunque positivo. Dopo la promozione dello scorso anno, abbiamo riconfermato in blocco il roster, con giocatori cresciuti a Bologna come Candi, Montano e Sorrentino, dando ai nostri ragazzi l’opportunità di diventare protagonisti in A2”. Proprio per questo, il dirigente bolognese non lega gli obiettivi stagionali ai risultati sul campo ma “alla volontà di continuare a far sì che la spina dorsale della squadra sia rappresentata da ragazzi in cui la gente possa identificarsi e affezionarsi grazie all’esempio dato dal lavoro quotidiano, filosofia cardine in cui crede il nostro coach Boniciolli. In sintesi, quindi, il nostro obiettivo principale sta in un lavoro di costruzione e di ricostruzione di una squadra che abbia fondamenta importanti e solide per andare ancora più avanti, ancora più in alto”.

Un processo di crescita già iniziato, consolidato dalle 4 vittorie conquistate in stagione (con la doppia ciliegina delle affermazioni sulle corazzate Treviso e Verona), ora accelerato dalla forzata assenza per infortunio – causa fascite plantare al piede destro – dell’USA Jermaine Flowers: “Jonte è un giocatore forte e importante per noi, sia in termini numerici che sotto il profilo della personalità. Però siamo una squadra lunga e non penso che l’assenza di un americano possa essere decisiva per la stagione – rivela Davide -. Piuttosto, credo che potrà essere un’ulteriore occasione per tutti per avere maggiori minuti di gioco e responsabilità da prendersi”. Profondità del roster evidenziata nella trasferta di sabato scorso a Brescia, impegnati contro la forte Centrale del Latte. “Abbiamo cominciato con il piede giusto, al di là del risultato. La squadra ha assorbito bene l’assenza di un giocatore importante, trovando nuovi protagonisti, prosegue il DS bolognese. “La parte più difficile ed impegnativa, ora, sarà riuscire ad esserlo in una categoria superiore a quella dell’anno scorso, ed a Brescia è mancato veramente poco per conquistare i 2 punti. Ma la sconfitta non cancella una partita bella, giocata bene, affrontata con l’atteggiamento giusto”.

Davide Lamma in maglia Stings (Foto Barbara Lodigiani)

Davide Lamma in maglia Stings (Foto Barbara Lodigiani)

Poi Lamma torna sulla scelta di appendere le scarpette al chiodo: “Era un’idea che coltivavo, perché alla mia età, ci si pensa inevitabilmente! Al termine della passata stagione, dopo la vittoria ai playoff, ho pensato di aver di fronte un’occasione rara: chiudere vincendo, chiudere dopo un’annata emozionante, coinvolgente, iniziata in modo difficoltoso ma con la squadra in costante crescita”. E che vittoria! Con Davide sempre pronto a stimolare e caricare i compagni: “In quel momento mi premeva evidenziare ai ragazzi cosa eravamo diventati, dopo tanti bocconi amari ingoiati ed altrettanti momenti brutti superati. E allora mi sono ricordato di una frase che avevo sentito e che racchiudeva perfettamente questi concetti: ‘La forza di uno spartano sta nel compagno che ha al suo fianco’: per vincere, non avremmo dovuto fare altro che mettere in campo la bellezza e solidità del nostro gruppo, e difatti abbiamo vinto!”. Una scelta ponderata e condivisa con tutto l’ambiente: E’ stato uno smettere con un bel paracadute: grazie alla chance offertami dal coach e da tutta la Società di rimanere al PalaDozza, lavorando in Fortitudo. Mi sono subito buttato cercando di non pensare troppo a quello che lasciavo ma con la volontà di imparare quello che stavo cominciando a fare, che è un lavoro, ed è un lavoro vero! Faticoso, però mi sono messo d’impegno, cercando nuove sfide, inevitabilmente diverse da quelle precedenti, con l’auspicio e l’ambizione di essere d’aiuto alla squadra, alla Società, all’allenatore, per tutto quello che succede fuori dal campo”.

E certamente Davide ne ha viste di ogni, in campo e fuori, dopo una vita spesa sui parquet d’Italia. Una carriera “guadagnata con fatica e lavoro, e questo è il grande valore che gli attribuisco”. Una carriera costellata di successi personali e di squadra (col fiore all’occhiello del bronzo vinto ai Campionati Europei del 2003), forse con “l’unico rammarico vero che, dopo gli anni a Reggio Calabria, ho accettato il contratto a Siena. Una grande squadra che aveva appena vinto lo Scudetto, ma che probabilmente non era la soluzione adatta per me. Col senno di poi avrei potuto fare qualche scelta diversa, senza peraltro sapere oggi come sarebbe andata”. Ma anche con la consapevolezza di aver avuto “una splendida carriera, specialmente dopo i 30 anni. Ed è stata la parte più bella, al di là dell’esperienza con la nazionale Azzurra. Con la maturità acquisita ho vissuto con grande intensità e soddisfazione l’essere capitano a Bologna, veterano della squadra, anni stupendi in cui ero già arrivato, senza bisogno di dimostrare altro”.

Tanti anni di carriera, ma ancor più compagni di squadra, di avventura, di vita. A partire da quando era ragazzo: qualcuno ce l’ha fatta, altri no. E su questo, Davide ha la sua idea, concetto che ha già trasmesso e che saprà certamente trasmettere ai tanti giovani che si affacciano a questo sport: “C’è una famosa citazione che recita: ‘La fortuna è quando la preparazione incontra l’occasione’ e a volte non ci si prepara abbastanza, o non si è preparati per quando si incontra l’opportunità. Per fare il giocatore tanti anni, oltre al talento, serve anche grande tenacia e forza mentale. Quello che dico ai giovani, o comunque a quelli che devono ancora affermarsi, è che devono prepararsi e migliorare, perché ad un certo punto il lavoro li pagherà”.

Davide Lamma con la Fortitudo Bologna

Davide Lamma con la Fortitudo Bologna

Calato pienamente nel nuovo ruolo all’interno della Eternedile Bologna, Davide ha subito trovato la sua strada, con grande preparazione e meticolosità: Cerco di capire quello di cui c’è bisogno e se ho dei dubbi mi documento. Poi, negli anni, ho avuto la fortuna di incontrare Renato Nicolai (in Fortitudo dal 2006 al 2010, ndr) che è stato un Direttore Sportivo fantastico e quando ho problemi alzo il telefono e gli faccio qualche domanda. Purtroppo negli ultimi anni, la figura dei dirigenti è stata un poco sottovalutata, a causa delle carenze economiche che obbligano a tagliare la professionalità di alcune figure. Ma per fortuna ci sono eccezioni come Reggio Emilia che ha uno staff dirigenziale composto da professionisti capaci, che lavorano insieme da tanti anni, e che ora vede ripagati i suoi sforzi, risultando un esempio per tutto il nostro movimento”.

Tanto basket, ma non solo, nella quotidianità di Davide Lamma. Anzi, nonostante le grandi soddisfazioni avute nell’arco della sua brillante carriera, la vita gli ha riservato gioie ancora più grandi. La parte più importante della mia vita è mio figlio Nicolò. Riusciamo a stare insieme con continuità, nonostante non viva a Bologna, e oggettivamente rappresenta la mia gioia più grande: il nostro tempo insieme è la cosa che mi rende più felice. In più ora, ha iniziato spontaneamente a giocare a basket, e questo mi fa anche un po’ preoccupare! Sta crescendo, è più alto di me quando avevo la sua età, quindi diventerà un bel ragazzone anche lui. L’augurio è che si diverta, e vederlo contento è la mia vittoria più grande.

Le curiosità sarebbero ancora tante, ma il tempo si fa tiranno e dobbiamo lasciare Davide al suo lavoro, non prima, però, di avergli chiesto cosa si auguri per la sua Fortitudo: “L’auspicio è certamente quello che, al rientro negli spogliatoi dopo l’ultima gara stagionale, tutti noi dello Staff, della Società, i giocatori, potremo essere soddisfatti di quello che è stato fatto e che si abbia la percezione che il lavoro svolto durante l’anno abbia pagato, perché questo farà in modo che anche la gente fuori sia contenta di noi, a prescindere da ogni risultato”. E allora, buon lavoro DS!

Si ringrazia l’Ufficio Stampa della Fortitudo Bologna per la cortese collaborazione