Rullo e Cortese a rapporto da Gentile (fonte: Immagini Frosinone)

VEROLI – Il successo con Verona ha rappresentato la riscossa, o quantomeno l’inizio della riscossa, anche per un giallorosso in particolare. Durante la pausa natalizia Riccardo Cortese era stato messo tra i più in discussione dalla stessa dirigenza verolana per il rendimento deludente. Contro gli scaligeri la 25enne ala piccola di Cento ha deciso allora di rispondere con la prova migliore da quando si trova a Veroli, realizzando il suo record stagionale di punti e valutazione con un doppio 13.

 
Forse, l’arrivo di Elder nel suo stesso ruolo lo ha restituito ad un ambito a lui più consono, quello del giocatore che può dare una mano in uscita dalla panchina piuttosto che essere protagonista a tutti i costi con relativo aggravio di pressione: “No, a me fa sempre piacere giocare sotto pressione, il problema è che tutti quanti non ci esprimevamo a pieno, non soltanto un singolo – risponde il prodotto della Fortitudo Bologna – Giovedì abbiamo dato un grande segnale, che dà merito ai sacrifici che stiamo facendo da un po’ di tempo in allenamento e che purtroppo non riuscivamo poi a far fruttare in partita. Siamo comunque ancora all’inizio di questo nuovo percorso, dobbiamo sistemare ancora delle cose in campo e dobbiamo farlo in fretta perché il campionato non ci aspetta più”.
 
Lui esclude di essersi sentito con le valigie in mano durante il Natale: “Sapevo di essere in discussione, ma a me ufficialmente nessuno della società ha mai detto niente circa una mia eventuale partenza, quindi ho continuato a lavorare come sempre”. Siete più fiduciosi dopo l’innesto di Elder? “Lui è uno che in questa categoria fa la differenza, tutti dicono che non era in forma ma lui è proprio così di costituzione fisica. In questa squadra siamo tutti in grado di fare 20 punti a partita, bisogna solo capire chi è in giornata e chi no, ultimamente Jackson non lo è, ma con Verona c’è stato Brkic che lo era”.
 
Ora c’è da proseguire l’opera a Jesi sennò l’effetto si neutralizza subito? “Appunto. Non abbiamo fatto ancora nulla, con Verona era d’obbligo la vittoria perché non è che eravamo sul fondo, di più, ormai stavamo pure scavando. Contro Jesi dovremo sfruttare molto di più le nostre rotazioni, loro giocano in 5 e noi dobbiamo far valere la nostra maggiore profondità, magari usando anche furbescamente i falli”. Insomma, il peggio è davvero passato? “Non si può dire, io credo di sì, il clima che si respira ora in squadra mi fa dire che è passato. Ma, ripeto, abbiamo fatto solo una vittoria che conta ma anche no nel caso in cui a Jesi perdessimo”.
      
Paolo De Persis