Serviva un miracolo alla Nuova Zelanda per poter sperare di ribaltare il -12 della gara d’andata e aggiudicarsi il titolo di campione d’Oceania. Tutto più o meno facile quindi per l’Australia, troppo superiore per talento, fisicità e profondità di organico per poter essere seriamente impensierita dai pur volenterosi avversari, se non negli ultimi minuti, quando una reazione d’orgoglio dei Tall Blacks riduce un divario di oltre 20 punti fino al -5. Ci pensa Dellavedova a infilare la tripla del nuovo +8 nell’ultimo minuto di gioco, con la partita che finisce 79-89.

Andrew Bogut, incubo dei lunghi neozelandesi (Foto: sportal.com.au)

Andrew Bogut, incubo dei lunghi neozelandesi (Foto: sportal.com.au)

Per l’Australia, oltre ai 14 punti e 5 assist del play dei Cavs, si segnalano le buone prestazioni di Andrew Bogut (10 punti e 10 rimbalzi), David Andersen (11 punti e 3 rimbalzi) e Cameron Bairstow (10 punti e 7 rimbalzi), anche se la forza dell’Australia è stata mandare a referto tutti gli undici giocatori scesi in campo. Per la Nuova Zelanda, 16 punti del solito Corey Webster, pur con un pessimo 7/24 al tiro, 12 con 8 rimbalzi di Isaac Fotu e un po’ a sorpresa 14 del giovane Reuben Te Rangi.

Con questa vittoria l’Australia diventa la terza squadra già qualificata per le Olimpiadi di Rio 2016, dopo il Brasile, Paese ospitante, e gli USA, campioni del mondo in carica.