Iran – Serbia 70-83 (18-21, 20-21, 13-25, 19-16)

L'ala iraniana Mohammad Jamshidi (foto Ashkan Mehriar 2014)

Mohammad Jamshidi (foto Ashkan Mehriar 2014)

Non era facile per i ragazzi di Djordjevic riprendersi dopo il beffardo ko subito ieri per mano della Francia. Ma il bello dei Mondiali è proprio questo: poter giocare subito, dopo nemmeno 24 ore dallo schiaffo subito, e poter riprendere il proprio cammino senza avere il tempo necessario per logorarsi coi cattivi pensieri. Il rovescio della medaglia, in questo discorso, è che potresti avere ancora addosso le scorie avvelenate della partita persa malamente ed avere, di fronte, una squadra che devi battere obbligatoriamente. Non solo per motivi di classifica, ma perché te lo impone il blasone e te lo chiede il pronostico. Psicologia spiccia, sta di fatto che la Serbia (che parte con Markovic, Kalinic, Bogdanovic, Bjelica e Raduljica) inizia assai contratta al cospetto di un Iran (schierato da coach Becirovic con il seguente starting five: Kamrani, Nikkhah Bahrami, Afagh, Sahakian, Haddadi) che non ha nulla da perdere di fronte ad un avversario di caratura tecnica nettamente superiore.

La Serbia parte bene con Markovic e Kalinic dall’arco, ma da subito è chiaro quale sia il rebus che i balcanici devono sbrogliare se vogliono portare a casa l’incontro: fermare lo strapotere fisico sotto canestro di Haddadi. E, per tutto il primo tempo, la matassa resta ingarbugliata fra le mani di Djordjevic e della sua truppa. Haddadi domina nel pitturato qualunque sia l’avversario che il buon Sasha gli ponga davanti, si chiami Raduljica o Katic (Krstic non metterà piede in campo per tutta la gara). Il match procede quindi sorprendentemente equilibrato con le squadre che si alternano nella leadership del punteggio fino a quando, complice anche l’ingresso di Teodosic, i serbi riescono a piazzare un parzialino che permette loro di mettere il naso avanti al primo intervallo breve (21-18).

Hamed Haddadi tra Nené e Anderson Varejao (foto Ashkan Mehriar 2014)

Non è bastata un’altra grande gara di Hamed Haddadi (foto Ashkan Mehriar 2014)

Ma Haddadi è un ciclone e, ben spalleggiato da Bahrami, tiene gli iraniani incollati. Anzi, un sottomano del colosso ex Grizzlies (al ventesimo punto in 14 minuti) vale addirittura il sorpasso asiatico sul 30-32 al 4° del secondo periodo. Gli uomini di Djordjevic ritrovano presto il vantaggio grazie a Bogdanovic (saranno 16 i punti alla fine per lui) e Bjelica (alla centesima presenza oggi con la casacca della Nazionale), ma la svolta decisiva dell’incontro arriva quando sul cronometro mancano 3 minuti all’intervallo lungo. Ovvero quando il buon Haddadi si fa pescare nel terzo e quarto fallo nel giro di una dozzina di secondi. Coach Becirovic è costretto a richiamare in panca la propria gallina dalle uova d’oro, ma gli iraniani sembrano non accusare il colpo anche grazie alla precisione di Bahrami e Kazemi. Il secondo parziale si chiude infatti sul 21-20 per la Serbia (42-38 il totale) ma l’impressione che si sia assistito al canto del cigno iraniano è netta. 

Bogdan Bogdanovic, 16 punti per lui. (foto FIBA.com)

Bogdan Bogdanovic, 16 punti per lui.
(foto FIBA.com)

Al rientro dagli spogliatoi la truppa di Djordjevic piazza un mortifero 15-0 che manda al tappeto i pur combattivi (ci scappa pure un fallo tecnico fischiato a Bahrami) iraniani. Per sei minuti gli asiatici trovano un tappo sul canestro mentre dall’altro lato del campo Raduljica può far la voce grossa ora che Haddadi è limitato dai falli. Markovic e Teodosic cuciono con diligenza e per 6 minuti c’è solo la Serbia a referto (dal 42-38 al 57-38) che si ritrova con 19 punti di vantaggio da amministrare. È Bahrami a segnare il “goal” che sblocca l’Iran quando ormai i buoi sono scappati. Con volontà e tenacia i ragazzi di Becirovic piazzano un 13-10 che riduce a 16 le lunghezze di svantaggio al terzo ed ultimo intervallo (67-51) ma la Serbia mantiene alta la concentrazione e sufficiente l’intensità difensiva per tutto il quarto parziale, chiudendo il match sull’83-70 e portando a due il computo delle vittorie del proprio cammino mondiale e garantendosi, con molta probabilità, quanto meno la quarta piazza del girone di Granada.

Ora una giornata di riposo per entrambe le squadre, poi i serbi dovranno vedersela col Brasile mentre l’Iran se la vedrà coi campioni d’Africa dell’Egitto. In quello che appare come il match decisivo per evitare il “cucchiaio di legno” del raggruppamento.

Iran: H. Haddadi 29, S. Nikkhah Bahrami 20, A. Kazemi e H. Afagh 6. Rim (22): H. Haddadi 7. Ass (11): S. Nikkhah Bahrami 7.

Serbia: N. Bjelica 18, B. Bogdanovic 16, M. Raduljica 13. Rim (28): N. Bjelica 10. Ass (20): M. Teodosic 9.


Claudio Devizzi Grassi