Dal nostro corrispondente

New York Knicks-Philadelphia 76ers 123-110

NEW YORK, NY – Ci sono notizie e notizie. Ci sono notizie che squarciano il cielo sopra New York e notizie che passano inosservate. Una mattina di febbraio del 2011, tutti i giornali e notiziari aprirono con lo stesso headline: i Knicks avevano preso Carmelo Anthony.

Mike Woodson, al capolinea la sua esperienza ai Knicks? (Foto di Jason DeCrow,  AP Photo)

Mike Woodson, al capolinea la sua esperienza ai Knicks? (Foto di Jason DeCrow, AP Photo)

A distanza di tre anni la storia sembra ripetersi. Questa volta non per un giocatore e nemmeno per il tanto auspicato cambio d’allenatore, ma per l’arrivo di un nuovo dirigente. Un uomo che qui è stato giocatore, che altrove è stato allenatore (il più vincente nella storia di questa lega): Philip Douglas Jackson, ai più noto come Phil Jackson.

Undici anelli alle dita, i grandi campionati con Michael Jordan ai Bulls e con Kobe Bryant ai Lakers, l’uomo che dopo aver vinto tutto ha preferito la tranquillita di un esilio nel suo chalet (di lusso) nel Montana, alle luci delle grandi città, è davvero pronto a tornare? E non sulla panchina (o meglio sulla poltrona che era solito utilizzare) ma dietro una scrivania?
È di queste ore la notizia che ancora non trova conferma da parte dei vertici societari, ma che rimbalza sempre più prepotentemente in tutti gli angoli della Grande Mela. I più però la commentano storcendo un po’ il naso: “Perché assumere il miglior coach di sempre e chiuderlo in un ufficio?” Domanda più che lecita, che ha forse come risposta il ruolo di totale controllo che gli verrebbe affidato. The Master of Zen gestirebbe in prima persona il mercato, la questione rinnovi (Carmelo in primis) ed il draft, fino a scegliere il sostituto di Mike Woodsoon. Scelta che potrebbe ricadere su uomo di sua fiducia (Steve Kerr?).

IL PRE-PARTITA – Tutto questo in un tiepido lunedì di metà marzo, quando i Knicks devono giocare. E soprattutto devono vincere per proseguire nella striscia vincente (sono a quota tre) e mantenere viva la speranza playoff.
Gli avversari di stasera sono i derelitti Philadelphia 76ers che, dopo aver regalato Evan Turner ai Pacers, non sanno più vincere (arrivano a questa partita con 16 sconfitte consecutile) e che sembrano il perfetto agnello sacrificale per la compagine newyorkese.

Prima della palla a due un paio di notizie: Carmelo Anthony è l’eastern conference player of the week e Tyson Chandler stasera non è presente al Garden per motivi personali (reparto lunghi sempre più scarno, viste le assenze di Martin e Bargnani).

Michael Carter-Williams, alla sua seconda tripla-doppia in carriera

Michael Carter-Williams, alla sua seconda tripla-doppia in carriera

SUL PARQUET – I 76ers si presentano con il rookie-rivelazione Michael Carther-Williams, il quale, nonostante le sue prestazioni post All Star Game siano un po’ in calo, rimane il favorito al titolo di matricola dell’anno. Mentre i Knicks partono con il quintetto piccolo che vede Stoudemire agire da centro.

Fiacca partenza dei padroni di casa che lasciano agli ospiti l’iniziativa nei primi minuti. Ci pensa J.R. Smith ha riportare il punteggio in parità con 8 punti in fila (frutto di due triple e di una schiacciata su passaggio volante di Raymond Felton). Senza il suo centro titolare i Knicks fanno però molta fatica a rimbalzo, regalando a Philadelphia tante seconde (e terze) occasioni e così gli ospiti chiudono il primo quarto in vantaggio 31-26.
L’inizio del secondo quarto assomiglia molto al primo, con i Sixers (i quali detengono il secondo peggior record nella NBA) che sembrano addirittura una buona squadra. Ma quest’anno, tutte quelle che sono venute a far visita ai Knicks, lo sono sembrate. Gli uomini in canotta bianca però non ci stanno a farsi umiliare anche stasera e, grazie ad una furiosa rimonta firmata Stat&Melo, rimontano un passivo di 9 punti e chiudono il primo tempo in parità (61-61).
La ripresa si apre all’insegna degli errori. Entrambe le squadra, infatti, trovano con fatica la via del canestro. E solo dopo la metà del terzo quarto, i punti ritorno sul tabellone con maggiore frequenza. Grazie soprattutto a Carmelo Anthony, che si sveglia dal torpore iniziale, e chiude la frazione con 22 punti a referto ed i Knicks avanti 91-85.

L’ultimo quarto si apre con un 16-4 targato Knicks che porta, per la prima volta, il vantaggio in doppia cifra e che virtualmente mette la parola fine a questo match quando ancora ci sono ancora otto minuti da giocare. Il resto, è solo spazio per quei giocatori che spesso guardano l’intero incontro dalla panchina, e per Carter-Williams che completa la sua seconda tripla doppia in carriera.

I Migliori in campo

Knicks: T. Hardaway Jr.

76ers: Michael Carter-Williams

New York Knicks: T. Hardaway jr. 28, A. Stoudemire 23. Reb (35): C. Anthony 9, A. Studemire 6. Ast (20): . Anthony 5.
Philadelphia 76ers: M. Carter-Williams 23, T. Wroten 23. Reb (42): M. Carter-Williams 13. Ast (26): M. Carter-Williams 10.