Pepsi Center di Denver, 27 Marzo 2008. I Nuggets stanno battendo i Dallas Mavericks (118-105 il finale) grazie alle stelle della squadra Iverson e Anthony ma tutta l’attenzione era rivolta alla panchina, dove c’era un centro brasiliano in procinto di ricevere una delle più belle standing ovation possibili. Maybyner Rodney Hilário, detto Nenè (Baby in portoghese), era in “aspettativa” dalla franchigia del Colorado per un tumore ai testicoli, diagnosticatagli l’11 gennaio di quell’anno e operato con successo qualche giorno dopo. Era il sesto anno di militanza nella NBA per il centro scelto nel 2002 come settima scelta assoluta del draft dai New York Knics, ma quello è il ricordo più importante ed emozionante della sua carriera.

(Doug Pensinger/Getty Images)

(Doug Pensinger/Getty Images)

Sfortuna che ha avuto un ruolo importante per il 31enne brasiliano, a partire dalla stagione 2005-2006, saltata quasi completamente a causa di un infortunio al ginocchio destro (rottura del legamento crociato anteriore, stiramento del legamento collaterale mediale e strappo del menisco) patito nella prima gara stagionale (dopo soli 3 minuti). Sfortuna che non lo ha fermato, riuscendo a diventare il pilastro dei Denver Nuggets di George Karl e Carmelo Anthony (scelto l’anno dopo di lui), una delle squadre più forti dei primi anni del 2000. L’ex giocatore del Vasco Da Gama, dal 2004 fino al 2011, ha sempre partecipato alla postseason e dopo il mega scambio che ha portato Anthony a New York era diventato il giocatore più importante di una squadra equilibrata senza “primedonne”. Per questo si era meritato il contratto che gli ha decisamente cambiato la carriera, quello firmato subito dopo la fine del lockout del 2011, da 67 milioni di dollari in cinque anni. Un contratto che ha fatto un pò storcere il naso ad alcuni addetti ai lavori, ma che di certo non era immeritato. Ma qualcosa si era rotto, tanto che il GM Ujiri, cercando di dare una scossa ad una squadra che rischiava di non partecipare ai playoffs, decise di spedirlo ai Washington Wizards in uno scambio a tre squadre che coinvolse anche i Clippers.

(Joe Camporeale-USA TODAY Sports)

(Joe Camporeale-USA TODAY Sports)

Dicevamo la sfortuna. Possiamo considerarla anche nell’arrivare a giocare in una squadra affamata di vittorie, rimasta per anni a digiuno. Infatti i Wizards non erano certo la destinazione preferita di Nenè, nemmeno quella ideale dal punto di vista tecnica e la stagione 2012-13 lo dimostra in tutta la sua negatività.Una delle svolte più importanti, se non quella decisiva, arriva poco prima dell’inizio della stagione appena conclusasi, arriva quel miglioramento tecnico tanto atteso da coach Randy Wittman con Marcin Gortat, arrivato da Phoenix e scambiato per Emeka Okafor. Non c’è dubbio che Washington ha beneficiato parecchio da questo movimento di mercato, anche perché il suo centro brasiliano, punto di riferimento della squadra insieme a John Wall ne avrebbe di certo giovato più di chiunque altro.

Complice una Eastern Conference dal livello scadente, e guidata da un quintetto esperto e giovane nello stesso tempo (Beal e Wall attorniati da gente esperta come Trevor Ariza e il già citato Gortat, oltre al brasiliano), Washington è riuscita ad ottenere il quinto seed del tabellone. Nonostante la sfortuna sembrasse avere ancora un conto in sospeso con Nenè, fermo ai box per sei settimane da fine febbraio in poi per un altro infortunio al ginocchio (questa volta quella sinistro e per fortuna non grave come si era temuto), la squadra di Randy Wittman ha appena eliminato i Chicago Bulls orfani di Derrick Rose in una delle due serie di primo turno che, quando scriviamo, erano già archiviate. E il nostro ha avuto un ruolo fondamentale.

La shotchart di Nenè nel primo turno contro i Bulls

La shotchart di Nenè nel primo turno contro i Bulls

“I miei compagni hanno avuto fiducia in me e io voglio ripagarli. Si tratta di lavorare duro e fidarci l’uno dell’altro. E’ stata una bella serie, una battaglia, dove loro hanno giocato fisici e noi abbiamo risposto preparandoci al meglio”. Al rientro dalla sospensione comminatagli dopo gara4, in gara 5 Nenè non ha fatto altro che far male ai Bulls a in particolare al miglior difensore dell’anno, Joakim Noah, con una serie di tiri dalla media che definire letali per la squadra di Thibodeau è poco. Silenzioso ma decisivo (alla fine la sua prestazione in gara 5 non è stata altisonante come può sembrare: 20 punti, 10/17 dal campo, 7 rimbalzi e 4 assist), Nenè è l’ago della bilancia di questi giovani Wizards, guidati da una coppia di guardie che sa sempre trovare il modo di mettere punti sul tabellone, Bradley Beal e John Wall. Ma nonostante i numeri non altissimi (ha chiuso la stagione a 14.2 punti e 5.5 rimbalzi a partita), sin dal suo arrivo nella capitale, è stato definito come il salvatore di una squadra materasso che mancava i playoffs dal 2008 e che ora è in attesa della fine della serie fra Indiana ed Atlanta, che andrà a gara7.

Piede sinistro, ginocchio destro, polpaccio sinistro e ginocchio destro. Sono solo alcune delle parti del corpo in cui Nenè ha subito infortuni nella sua carriera. Un percorso di guerra e di sfortuna ma che non ha fermato il centro brasiliano ad essere considerato il fattore x di una squadra da playoffs come i Wizards, che continueranno a cavalcarlo, con la sua capacità di contribuire a 360 gradi alla causa e la sua voglia di vincere. Nenè è pronto a portare la squadra della capitale dove non arriva dal 1979, obiettivo difficile ma che può essere decisamente alla portata.