Markelle Fultz è stato il giocatore che i 76ers hanno fortemente voluto nel Draft di pochi mesi fa cedendo la loro scelta numero tre assoluta e una prima scelta futura, per avere la scelta numero uno dai Boston Celtics. Voluto perché il talento del giocatore ex Washington Huskies era evidente, ma anche perché Philadelphia aveva bisogno di selezionare una Point Guard di  grande prospettiva.

Fultz nel suo anno da freshmen al college ha chiuso con 23.2 punti di media con un ottimo 47.6% al tiro. Già in grado di creare attacco ed essere pericoloso sia all’interno dell’area che dalla lunga distanza (41% da tre punti). Le sue qualità offensive sono evidenti e le ha messe in mostra subito nella Summer League di Utah, dove ha chiuso con 20.0 punti di media. Oltre alle sue doti offensive, Fultz viene sottostimato come Playmaker, ma in realtà è un ottimo passatore; il problema principale delle sue statistiche al College deriva dal fatto che molto spesso i suoi compagni di squadra non sfruttavano i suoi assist, ma nonostante questo ha finito con un 35.5% di assist percentage.

Un argomento interessante per Philadelphia è la convivenza di Fultz con Ben Simmons, prima scelta del Draft 2016. Simmons nelle poche partite disputate nella Summer League della passata stagione, prima dell’infortunio al piede, ha mostrato grandi doti di passatore tanto da far pensare che potesse giocare lui nel ruolo di Point Guard. Dopo la scelta di Fultz qualche addetto ai lavori sostiene che far convivere i due in campo possa essere un problema. Problema che probabilmente non esisterà mai. Simmons è un giocatore che può sicuramente giocare da Point Guard, ma allo stesso tempo Fultz può “adattarsi” da Shooting Guard perché abile nel muoversi senza palla e dotato di un range di tiro più ampio rispetto al primo. Philadelphia potrebbe avere in campo un duo di una versatilità unica, in grado di scambiarsi di ruolo anche ad azione in corso, portando imprevedibilità e qualità all’attacco.

Una parte su cui deve migliorare Markelle è la difesa. Nelle analisi delle statistiche avanzate del suo anno di College emergono alcune lacune che devono essere colmate in NBA per poter diventare un difensore sufficiente. Molto pigro nei closeouts, poca intensità nella difesa sui pick & roll e tende a perdersi durante l’azione difensiva quando è sul lato debole.

Le aspettative su Fultz sono ovviamente elevate. Dopo una stagione in NCAA in cui è stato l’unico giocatore per Washington dopo 25 anni a segnare almeno 20 punti con 5 rimbalzi e 5 assist di media, mostrando lampi di talento e atletismo sopra la media le indicazioni sono incoraggianti. Molto probabilmente, sarà un giocatore che già dal primo anno tra i professionisti, giocherà molti minuti e avrà già grosse responsabilità. Ci sarà molta pressione su di lui, come su ogni prima scelta, giocherà nei 76ers che sono attesi ad una stagione di alto livello dopo anni tragici e di attesa in una città dove i tifosi hanno già avuto tanta, forse troppa pazienza. Le prime voci degli addetti ai lavori di Philadelphia descrivono Fultz come un grande lavoratore con tanta voglia di crescere. I presupposti per un impatto immediato in NBA ci sono tutti: talento, dedizione, atletismo e un ambiente che ha tanta voglia di fare bene.

I 76ers dopo anni di delusioni smorzate solo dalle scelte al Draft, continuando a sperare in quel “The Process” tanto osannato dai giocatori e dai tifosi, sembrano essere arrivati ad un punto di svolta. Con un nucleo di giocatori giovani come Simmons, Fultz ed Embiid e alcuni veterani arrivati nella Free Agency estiva (come ad esempio J.J. Redick e Amir Johnson) possono davvero nella prossima stagione fare un grande salto di qualità. ESPN ha dato una previsione di 33 vittorie stagionali a Philadelphia, che sarebbe un ottimo risultato e in netta controtendenza rispetto alle ultime quattro stagioni in cui i 76ers hanno vinto 19, 18, 10 e 28 partite.