DeMar DeRozan, stella dei Toronto Raptors NBA

DeMar DeRozan, stella dei Toronto Raptors (getty images)

Ci siamo, il rush finale verso i Playoffs NBA è al via e se molto è già stato deciso nella Atlantic Division i motivi di interesse non mancano, anzi. Due squadre parteciperanno alla post season, ma ancora non sanno in quale posizione. Le altre, invece, aspettano la fine della stagione. Vediamo tutto nel dettaglio.

Toronto Raptors: Poche squadre, in questo momento, sono calde come i canadesi. Lowry e compagni hanno il quarto record della Lega, cavalcano una striscia aperta di 4 “W” consecutive e spingono per superare i Cleveland Cavs in testa alla Eastern Conference. Tra le due squadre, ormai, è rimasta solo 1 partita e mezza di distanza. Gran parte del merito è dei “soliti” Lowry e DeRozan, che in questo marzo hanno innalzato ulteriormente il loro livello di gioco. Il primo, in questo terzo mese dell’anno a 24-6 punti e 6.5 assist di media, ben al di sopra di quanto fatto nel resto della sua ottima stagione, il secondo ha messo a referto, nelle ultime 10 partite 27.2 punti di media scollinando oltre quota 30 in 4 occasioni, in due delle quali è arrivato a 38. Da segnalare anche la crescita di Bismack Biyombo, che è entrato stabilmente nelle rotazioni di coach Casey, che gli in marzo viaggia a 26.4 minuti a partita. Difensore roccioso, Biyombo è utilissimo sopratutto a rimbalzo (9.7 di media a marzo).

Boston Celtics: Che la convocazione all’All Star game avesse fatto bene ad Isaiah Thomas è un dato di fatto, ma che il piccolo grande uomo potesse accendersi così in questo finale di stagione era un’altro paio di maniche. L’ex Kings invece si è caricato la squadra sulle spalle e dopo una serie di 4 sconfitte consecutive (contro Rockets, Pacers, Thunder e Raptors) ha riportato i biancoverdi a due vittorie consecutive. Dopo esser stata a lungo terza a est, al momento Boston è quinta e farà di tutto per tornare tra le prime quattro e trovare il fattore campo al primo turno di Playoffs. Visto il brutto 17-18 di record lontano dal “Garden”, giocare in casa, per i biancoverdi, è a dir poco fondamentale. Phoenix a parte, il calendario nelle prossime cinque, propone solo squadre con un record sopra il 50%. Il momento della verità, per i Celtics, è adesso.

New York Knicks: Con una sola vittoria nelle ultime cinque partite, contro i Lakers, i New York Knicks hanno mostrato ancora una volta di aver staccato la spina troppo presto. Certo, il calendario non ha aiutato e non lo farà nemmeno nelle prossime uscite (doppio confronto con Chicago, poi Cavs, Pelicans e Mavs), ma la piega presa in questo finale di stagione non lascia intravedere nulla di buono. Anche le poche certezze di inizio stagione sembrano essere sparite per sempre e lo stesso Kurt Rambis, un traghettatore con ogni probabilità, sembra avere le idee sempre meno chiare su come gestire la squadra. Difficile anche capire quale possa essere il futuro di una squadre che, dal draft, non avrà nulla di significativo e poco spazio salariale per operare sul mercato.

Brooklyn Nets: Due vittorie nelle ultime 10 partite, una delle quali contro i Sixers, che però li hanno anche battuti solo qualche giorno prima e un record in trasferta di 7-27. Sono solo alcuni dei numeri di questi Nets, un’altra squadra con pochissimo da chiedere a questa stagione. La buona notizia, se proprio vogliamo cercarla è il ritorno in campo di Rondae Hollis-Jefferson che dopo aver saltato 50 partite per un problema alla caviglia è tornerà sul parquet nel prossimo match, contro i Pelicans. L’altra buona notizia si chiama Bojan Bogdanovic. Il croato a marzo è letteralmente esploso e nelle ultime 10 partite viaggia a 19.6 punti e 4.7 rimbalzi di media con il 52% dal campo. Numeri impressionanti per un ragazzo che, al secondo anno di NBA, sta diventando il giocatore che abbiamo ammirato in Europa per diversi anni.

Philadelphia 76ers: Un’altra, l’ennesima, striscia di sconfitte consecutive sta caratterizzando la stagione dei Sixers, che non vincono da sei partite. La stagione della squadra di Brett Brown è già finita da tempo e l’infortunio di Jahlil Okafor, che tornerà in campo l’anno prossimo è la pietra tombale dell’ennesimo anno da dimenticare. Parliamo allora del buon momento di Robert Covington che a marzo viaggia a 16 punti di media (contro gli 11.9 della stagione) e cattura 6.8 rimbalzi a partita. Poco di cui consolarsi, ma l’ex Tennessee State è sicuramente un giocatore su cui fare affidamento per la prossima stagione. Chiudiamo con il calendario, che propone tre trasferte ad Ovest. Dopo Denver e Portland, i Sixers saranno di scena sul campo dei Golden State Warriors, nel più classico dei testa-coda. Chissà che in una stagione da dimenticare, su tutti i fronti, non possa arrivare un insperato successo contro i campioni. Un sogno e poco più, ma sognare è l’unica cosa rimasta ai tifosi dei Sixers.


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