L'abbraccio tra Bryant e Clarkson, dopo la grande prova del numero 6 dei Lakers (Patrick T. Fallon/For The Times)

L’abbraccio tra Bryant e Clarkson, dopo la grande prova del numero 6 dei Lakers (Patrick T. Fallon/For The Times)

Ultime due settimane a dir poco movimentate nella Pacific Division. L’accoppiata formata da Golden State e Los Angeles, sponda Clippers, mantiene inalterate le posizioni acquisite nel corso della regular season. Mancano ormai una quindicina di partite alla post season e anche le otto che accederanno alla fase successiva sembrano essere già state decise, con i Mavericks e i Rockets a chiudere la griglia. Marcia inarrestabile dei Warriors (61-6, primo ad ovest), con l’unico intoppo creato proprio dai Los Angeles Lakers (14-54, quindicesimi ad ovest) e da un Clarkson da 25 punti. Solito rendimento spaziale di Steph Curry, giocatore della settimana ad ovest, e solita ciliegina sulla torta messa dal supporting cast, capitanato da Draymond Green e Klay Thompson. L’unica squadra nella Lega che ha fatto peggio dei Lakers sono i 76ers ma, se non ci fossero questi ultimi, allora la reputazione dei gialloviola sarebbe ancora peggiore di quella che si sono costruiti, in particolar modo, nell’ultima stagione. Squadra futuribile, con le giuste aggiunte a partire dal prossimo anno, che deve però costruirsi un’identità nell’era post-Bryant.

Jeff Green contro Kevin Durant, ex compagni di squadra (Mark D. Smith/USA Today Sports)

Jeff Green contro Kevin Durant, ex compagni di squadra (Mark D. Smith/USA Today Sports)

Periodo turbolento per i Clippers (43-24, quarti ad ovest), anche grazie ad un calendario difficilissimo. Atlanta, Dallas, OKC, Cleveland, San Antonio e Houston, oltre a New York. 3 vittorie e 4 sconfitte nelle ultime sette apparizioni, con l’esito positivo nell’ultima trasferta in casa dei Rockets. Jeff Green sta ingranando gradualmente, anche se le sue percentuali al tiro sono ancora troppo altalenanti, mentre Redick ha riacquistato la testa della classifica dei tiratori da 3 punti, a livello di percentuale. Nelle prossime due settimane il livello della competizione per i giocatori di Rivers scenderà, ma di pochissimo, visto e considerato che le avversarie saranno di primo livello e che non tutti possono vantare una situazione di “tranquillità”, come invece si può dire di Los Angeles.

Di male in peggio i Kings (26-41, undicesimi ad ovest), capaci di inanellare una sola vittoria sulle otto partite giocate nelle ultime due settimane. I problemi disciplinari hanno colpito, per un’altra volta, DeMarcus Cousins. Quelli legati strettamente al gioco hanno colpito, invece, tutta la squadra. La difesa di basso livello sta contribuendo all’affossamento di Sacramento, spingendoli sempre di più in fondo ai vari ranking della Lega. Doug Christie, uno che è stato tra i migliori difensori dell’NBA e della storia dei Kings, non è riuscito a non esprimere il suo disappunto per ciò che si è visto nella metà campo difensiva, evidenziando che risulta proprio complesso difendere peggio di come stanno facendo i giocatori di Sacramento in questo momento.

Devin Booker, autore di alcune prove di livello assoluto (The Canadian Press)

Devin Booker, autore di alcune prove di livello assoluto (The Canadian Press)

Timida reazione per i Phoenix Suns (18-49, quattordicesimi ad ovest), in grado di segnare 116 punti ai Warriors alla Oracle Arena e di schierare un Devin Booker da record in questo inizio di marzo. Per il prodotto di Kentucky, ben 3 prestazioni sopra i 30 punti e una da 27 punti e 9 assist, nella vittoria contro i Grizzlies. Fattore senza dubbio rilevante, in una stagione in cui c’è molto da dimenticare. C’è anche molto da ricordare e da utilizzare come lezione per la prossima annata, anche se la volontà di migliorare sembra non essere mai mancata in Arizona.