Lebron James fermato dai crampi. O c'è dell'altro?

Lebron James fermato dai crampi. O c’è dell’altro?

MIAMI HEAT @SAN ANTONIO SPURS 95-110

Si entra subito nella storia con gara 1 di queste Finals. L’aria condizionata in tilt dell’AT&T Center (dove si sfiorano i 33°) manda ko James, fermato dai crampi a 4’ dalla sirena, e gli Spurs allungano le mani sulla prima sfida della serie contro gli Heat.

Partita bellissima per intensità e qualità di gioco, con gli Spurs subito al comando trascinata da tre triple in avvio di un Ginobili irreale (16 punti e 11 assist). I texani controllano per tutta la prima metà di gara, con il contributo fondamentale anche di Belinelli (9 punti con 2/3 da 3 e una buona difesa sugli esterni degli Heat) e toccano anche il +9 in avvio di terzo periodo (58-49 al 26’ coi liberi di Green). La difesa di Miami, però, sale di giri, forza San Antonio a una marea di palle perse (22 alla fine, ma 19 già a fine terzo quarto) e gli Heat, pur avendo pochissimo dalla panchina (a parte un Allen da 16 punti, 4 punti dagli altri), girano il match. 9 punti di Splitter tengono a galla gli Spurs nel momento più difficile, ma gli Heat sembrano averne di più.

L’imponderabile avviene verso metà quarto periodo: James si ferma per crampi, forse causati dal gran caldo, prova a rientrare facendo in tempo a travolgere in penetrazione un Diaw ancora una volta solidissimo (2 punti, ma 10 rimbalzi e 6 assist e un clamoroso +30 di plus/minus) e si ferma definitivamente, portato in panca a spalla dai compagni di squadra, con i suoi sotto di 2 (94-92 al 44’). Da lì in avanti, San Antonio firma un parziale di 16-3 firmato Green e Leonard (nulli per almeno tre quarti) e chiudono la contesa su un +15 che non rende giustizia a quanto visto in campo.

Manu Ginobili, partita regale la sua

Manu Ginobili, partita regale la sua

MVP – Tim Duncan. Praticamente perfetto per tutti i 48’. 21 punti con 9/10 dal campo, 10 rimbalzi e 3 assist, una gestione della fatica scientifica nell’afosa notte di San Antonio che stende Lebron. E sarebbe il vecchietto di turno…

LVP – Mario Chalmers. È l’emblema di quella “second unit” degli Heat che non ha funzionato. Subito condizionato dai falli (5 alla fine), resta in campo per soli 17’, nei quali colleziona più palle perse (5) che punti (3). Distrutto da un Parker peraltro non al top, urge cambio di marcia per non spremere troppo James sul folletto francese.

Losing Effort – Lebron James. Lo 0 di plus/minus in una partita nella quale gli Heat perdono di 15 è eloquente. Esce lui e Miami cede di schianto. Finché è stato in campo (32’, neanche troppo), è il solito King James: 25 punti con 9/17 dal campo, 6 rimbalzi e 3 assist. Peccato i problemi muscolari.

The Unexpected – Marco Belinelli. Un po’ forzata come nomination? Forse. Ma Marco entra senza paura nell’esordio di un italiano alle Finals griffando due liberi e rispondendo per le rime con una tripla a Sua Maestà Ray Allen. Ne piazza anche un’altra e chiude l’opera con il tiro libero che lo stoppa appena sotto la doppia cifra. 18’ con 9 punti alla fine per Beli. Bene, benissimo così.

Stats of the night: gli Spurs 22 palle perse ma 30 assist, gli Heat 16 ma con 16 assist, conla lotta a rimbalzo stravinta dai neroargento: 39-29.