Kevin Love e Kyrie Irving. Giocheranno insieme la prossima stagione? (Brad Rempel - USA TODAY Sports)

Kevin Love e Kyrie Irving. Giocheranno insieme la prossima stagione? (Brad Rempel – USA TODAY Sports)

KEVIN LOVE – I pezzi da novanta di questa free agency hanno tutti (o quasi) trovato una sistemazione per il futuro prossimo. LeBron è tornato a casa, Melo ha deciso di non rinunciare al glamour (e ai milioni) della Grande Mela, gli oramai Big Two hanno deciso di (ri)portare i propri talenti a South Beach, mentre il biondo di Würzburg vestirà per il diciassettesimo anno consecutivo la canotta dei Mavericks. L’attenzione è ora tutta concentrata su chi free agent non è, ma che, con le sue dichiarazioni e i suoi mal di pancia, è l’indiscusso protagonista di questa fase del mercato. Kevin Love non resterà in Minnesota, con buona pace di Glen Taylor, proprietario dei T-Wolves, e del plenipotenziario Flip Saunders. I due hanno capito che nessun movimento in questa offseason e nessun progetto costruito attorno al lungo di Santa Monica potranno convincere il #42 a restare con i Lupi. La trade è inevitabile. Se ne parla da tanto e probabilmente se ne parlerà ancora per molto. Le due pretendenti più serie, Cleveland e Chicago (l’ordine non è casuale) hanno appena messo sotto contratto i giocatori che in linea più pratica che teorica servirebbero loro per arrivare a Love. Le regole NBA dicono che i rookie non possono essere scambiati nei 30 giorni successivi alla firma del contratto e, di conseguenza, non potrà essere ufficializzata nessuna trade che coinvolga la prima scelta assoluta dell’ultimo Draft, Andrew Wiggins, o i neo-Bulls Doug McDermott e Nikola Mirotić, anche se, chiaramente, le franchigie interessate potranno raggiungere un accordo preventivamente e comunicarlo, poi, al termine della moratoria. I Cavaliers sono in vantaggio: hanno dalla loro la volontà del giocatore di trasferirsi in Ohio, attratto (e chi non lo sarebbe) dall’idea di giocare al fianco di LeBron James in una Cleveland che attende impaziente l’inizio della prossima stagione, e la preferenza che la dirigenza di Minnesota sarebbe alla fine costretta ad accordare a Dan Gilbert e soci (Wiggins, Bennett e una prima scelta il pacchetto offerto da Cleveland), visto il forte interesse di Taylor e Saunders nei confronti di Wiggins (conditio sine qua non perché l’affare vada in porto), ai loro occhi una potenziale superstar. Lo stesso interesse che l’ex Kansas avrebbe suscitato in King James che, tuttavia, non si opporrebbe certo all’arrivo di Love, con il quale i Cavaliers diventerebbero automaticamente i favoriti ad Est e potrebbero sin da subito ambire alla conquista dell’anello. I Chicago Bulls sono l’unica squadra che potrebbe mettere i bastoni tra le ruote a Cleveland, offrendo, assieme ai due rookie sopra citati, anche Taj Gibson. Se è vero che Denver e Boston non sono mai state realmente in corsa, Golden State potrebbe esserlo, se solo fosse disposta ad inserire nell’affare Klay Thompson, giocatore più che gradito alla dirigenza dei T-Wolves, ma finora dalla Baia non c’è stata nessuna apertura. Un blitz è stato tentato anche dai New York Knicks, pronti a spedire a Minneapolis Stoudemire (e il suo pesantissimo contratto), Tim Hardaway Jr. e Iman Shumpert. Minnesota ha detto no. Un’estate movimentata e piena di voci quella di Love, che ha deciso di non partecipare ai prossimi Mondiali in Spagna con Team USA per evitare di incorrere in possibili infortuni, dal momento che, una volta definito il suo futuro, il lungo ex UCLA si appresta a cominciare forse la stagione più importante della sua carriera.

Byron Scott è il nuovo allenatore dei Los Angeles Lakers (Mike Ehrmann/Getty Images)

Byron Scott è il nuovo allenatore dei Los Angeles Lakers (Mike Ehrmann/Getty Images)

BYRON SCOTT – Era nell’aria. Dopo mesi di incontri, colloqui e sondaggi, il nome di Byron Scott era rimasto quello più credibile. L’offerta è arrivata giovedì, come comunicato in anteprima da Ramona Shelburne di ESPN, in seguito ad un incontro con il proprietario Jim Buss. Scott percepirà 17 milioni in 4 anni e guiderà la franchigia gialloviola, con la quale, da giocatore, ha conquistato tre anelli. Il neo head coach dei Lakers non ha nascosto il proprio entusiasmo ai microfoni di KCBSTV: “È un sogno che si avvera, da quando ho iniziato la carriera di allenatore ho sempre desiderato allenare i Lakers” – ha affermato l’uomo di Ogden – “voglio ringraziare Mitch Kupchak, Jeanie e Jim Buss per la fantastica opportunità”. Scott, dopo tre faccia a faccia con la dirigenza Lakers, è riuscito a spuntarla, benché fosse sempre stato il candidato più serio alla panchina gialloviola, e andrà a colmare il vuoto con cui la franchigia californiana ha dovuto fare i conti dal 30 aprile, giorno in cui Mike D’Antoni ha rassegnato le dimissioni al termine di una stagione disastrosa. Da sempre favorevole al suo approdo ai Lakers è stato Kobe Bryant, che, nella sua stagione da rookie si è trovato ad avere proprio Scott come compagno di squadra. Il Mamba ha avuto parole al miele per il suo prossimo allenatore: “Quando sono arrivato nella Lega è stato il mio mentore. Abbiamo un ottimo rapporto, io lo conosco bene e lui conosce bene me. Sono sempre stato un suo sostenitore”. Il Coach of the Year 2008 dovrà cercare ora di mettersi in luce e scrollarsi di dosso il brutto triennio alla guida dei Cavs del post-LeBron James. Il futuro, tuttavia, è al momento un grande punto di domanda. I Lakers non sono stati in grado di accaparrarsi nessuno dei grandi nomi di questa free agency, ripiegando sul veterano Boozer, “amnistiato” da Chicago, e su Jeremy Lin, spedito a Los Angeles dai Rockets con l’intenzione di liberare spazio salariale per i loro (relativamente falliti) piani di grandeur. E Nash? Tutto tace. L’impressione è che Scott dovrà fare un gran lavoro per rendere l’attuale roster competitivo. La sorpresa potrebbe chiamarsi Julius Randle. L’allenatore c’è, saranno i giocatori a dover rispondere “presente”.

LEBRON, RITORNO AL PASSATOLeBron James vestirà il numero 23 nella sua nuova avventura in maglia Cavaliers. Ad annunciarlo è stato lo stesso giocatore attraverso i suoi account Twitter e Instagram. Il portavoce dell’Adidas Medeline Breskin ha dichiarato che l’azienda si è subito messa al lavoro per stampare le nuove maglie da gara con il nome e il numero del Prescelto, già esaurite a fronte dei numerosissimi ordini pervenuti in seguito all’annuncio del suo ritorno in Ohio. James ha indossato il #23 ai tempi della high school e durante i sette anni in maglia Cavaliers, per poi virare sul numero 6 (indossato alle Olimpiadi) una volta sbarcato a South Beach. L’intenzione, a detta dello stesso LeBron, era quella di aiutare la Lega a ritirare definitivamente il numero 23 per onorare His Airness. Non è stato così. Il #23 viene ancora indossato da diversi giocatori, ma, oggi come allora, è quanto mai vero che you see the number, you know the name.

ULTIME DI MERCATO, MILLSAP-TEAM USAShelvin Mack continuerà a giocare con la maglia degli Atlanta Hawks; per lui accordo triennale (con team option per il terzo anno) a 7.3 milioni, dopo una stagione in cui l’ex Butler ha fatto registrare career high alle voci punti (7.5) e assist (3.7). La franchigia della Georgia punta a trattenere anche l’altro restricted free agent Mike Scott e ha messo sotto contratto Adreian Payne, 15a scelta assoluta allo scorso Draft, autore di 12.5 punti e 6.0 rimbalzi di media nelle sei gare di Summer League disputate. Charlotte firma Noah Vonleh, 9a scelta assoluta al Draft, autore di 11.3 punti, 9.0 rimbalzi e 1.4 stoppate nel suo unico anno con gli Indiana Hoosiers, e riporta alla base Jannero Pargo, un anno a 1.5 milioni, autore di 4.7 punti e 1.8 assist nell’ultima stagione. Annuale anche per Xavier Henry con i Lakers; il giocatore, secondo fonti, percepirà 1 milione nel corso della prossima stagione. I numerosi infortuni e le operazioni a polso e ginocchio gli hanno precluso la possibilità di firmare un contratto più remunerativo. Gli Orlando Magic e Luke Ridnour hanno trovato un accordo per le prossime due stagioni del valore di 5.5 milioni, secondo quanto riportato da David Aldridge di TNT; nell’ultima stagione, a metà tra Milwaukee e Charlotte, Ridnour ha totalizzato 5.0 punti e 2.9 assist.

Paul Millsap, reduce da un’ottima stagione in maglia Hawks (17.9 punti, 8.5 rimbalzi e 3.1 assist), è stato invitato a partecipare al training camp della nazionale americana, che inizia oggi a Las Vegas, in vista dei prossimi Mondiali di Spagna. Millsap avrà quindi la possibilità di entrare a far parte del roster che dal 30 agosto prossimo cercherà di difendere l’oro conquistato in Turchia quattro anni fa e di andare a rafforzare un frontcourt che nelle ultime settimane ha registrato le pesanti defezioni di Aldridge, Griffin e, in ultima battuta, di Kevin Love.

ALL-STAR WEEK? – La pausa dedicata all’All-Star Game e ai suoi eventi collaterali potrebbe durare una settimana e la Lega starebbe lavorando al calendario della prossima stagione tenendo in considerazione questa eventualità. La pausa più lunga costringerebbe certamente le squadre a dover affrontare più back-to-back, ma il nuovo accorgimento sarebbe visto di buon occhio da alcuni giocatori, e in particolare da LeBron James, che, nel corso dell’ultima manifestazione tenutasi a New Orleans, ha avuto modo di esporre le proprie idee al commissioner Adam Silver, sostenendo che i giocatori più in vista, a causa dei diversi eventi cui sono chiamati a partecipare, avrebbero ben poco tempo per poter effettivamente riposare. Questa nuova soluzione servirebbe dunque a ricaricare realmente le pile ma, prima della sua eventuale entrata in vigore, dovrà essere negoziata con l’Associazione Giocatori.


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