Partita di grande sostanza quella giocata questa notte da Boris Diaw (Andrew D. Bernstein/Getty Images)

Partita di grande sostanza quella giocata questa notte da Boris Diaw (Andrew D. Bernstein/Getty Images)

Continua a rimanere inviolato il fattore campo nella Finale di Conference della Western Conference, dove i San Antonio Spurs e gli Oklahoma City Thunder stanno mostrando due facce completamente diverse a seconda del campo in cui giocano. Stanotte per gara 5 si era tornati in Texas e, a parte un primo quarto equilibrato, la partita è tornata ad assomigliare alle prime due della serie. Gli Spurs spaesati di gara 3 e gara 4 hanno nuovamente cambiato volto, trovando le alternative offensive al ritorno di Ibaka (non si sono più visti Duncan e Splitter in campo assieme, Popovich ha preferito giocare sempre con almeno un lungo capace di colpire dai tre punti) e le contromisure difensive sul duo delle meraviglie Durant e Westbrook, ‘limitati’ a 46 punti in due. Ora la serie si sposta nuovamente in Oklahoma dove però gli Spurs proveranno a chiuderla per evitare un’insidiosa gara 7. Se però il fattore campo continuerà a dominare per Duncan e compagni sarà inevitabile un ritorno in Texas.

UPS

Tim Duncan: naturalmente a 38 anni suonati non potrà avere la continuità di un tempo ed è normale che ogni tanto capitino partite storte come in gara 4, ma quando il caraibico sfodera prestazioni come quella di questa notte non si può che rimanere sbalorditi ed alzarsi tutti in piedi ad applaudire un giocatore che ha fatto e sta continuando a fare la storia di questo gioco.

L’attacco degli Spurs: la vittoria che consegna il match point ai texani è stata costruita soprattutto grazie ad una produzione offensiva che ha avuto dello straordinario. La squadra di coach Popovich ha chiuso la partita con il 51.3% dal campo (50% da tre) ed alla fine del primo tempo aveva la bellezza del 61% al tiro (57% da tre). Merito sicuramente della solita encomiabile circolazione di palla, ma anche di una fiducia che evidentemente all’AT&T Center gli Spurs sentono maggiormente.

La panchina di San Antonio: l’unico momento difficile avuto dagli Spurs in gara 5 è stato il primo quarto, quando i Thunder sembravano non poter sbagliare nulla in attacco. L’entrata di Ginobili, Diaw e Mills ha però invertito la tendenza, consegnando quella fiducia necessaria all’attacco di San Antonio. In generale comunque tutta la panchina di Popovich ha funzionato, realizzando 55 punti tirando con il 17/30 dal campo (8/13 da tre punti).

La vittoria di San Antonio è passata anche dal tentativo riuscito di limitare le acrobazie di Westbrook (Photo : Reuters)

La vittoria di San Antonio è passata anche dal tentativo riuscito di limitare le acrobazie di Westbrook (Photo : Reuters)

DOWNS

Kendrick Perkins: ormai a Oklahoma City dovrebbero essere abituati a prestazioni simili del loro centro titolare, ma il problema è che comunque gli oltre 8 milioni di dollari a stagione l’ex Celtics continua a guadagnarli. Anche nella gara di stanotte Perkins non è riuscito a tirare fuori praticamente niente dalla propria partita (0/1 dal campo, 6 rimbalzi e 4 falli fatti) e più passa il tempo più ci si domanda in che modo potrebbe essere utile per il conseguimento degli obiettivi di squadra.

Il tremendo calo dei Thunder dopo il primo quarto: l’inizio di gara 5 non aveva di certo preannunciato il -28 con cui alla fine sono dovuti tornare a casa gli ospiti, visto che dopo il primo quarto la squadra di coach Brooks aveva già segnato 32 punti con il 56.5% dal campo (59% da tre). Nei successivi tre periodi invece la luce offensiva s’è improvvisamente spenta, con Oklahoma City che è riuscita a segnare la miseria di 57 punti con il 37.9% al tiro (20% da tre punti).

Matt Bonner: l’idea di Popovich di giocare sempre con un’ala forte che sapesse tirare da tre punti per contrastare due lunghi veri come Ibaka e Perkins che presidiano l’area, è stata sicuramente azzeccata vista la vittoria finale. Il problema è che i maggiori risultati gli Spurs li hanno ottenuti con Diaw in campo, mentre Bonner, partito a sorpresa in quintetto, ha sostanzialmente steccato la partita, chiudendo con 0 punti (0/2 sia da due che da tre punti) in oltre 17 minuti di gioco con 2 falli fatti.