L'entusiasmo di George e Hibbert dalla panchina (Foto: USA TODAY Sports)

L’entusiasmo di George e Hibbert dalla panchina (Foto: USA TODAY Sports)

Per la prima volta da quando sono iniziati questi altalenanti Playoffs di Indiana c’è la sensazione che la squadra sia riuscita a ritrovare lo smalto d’inizio stagione, quando erano considerati dalla maggior parte degli addetti ai lavori come la vera alternativa a Miami (per lo meno ad Est). Gara 3 ha infatti mostrato la parte migliore della squadra di coach Vogel, fatta di difesa ed un’insolita precisione dai tre punti (46.7%). Dall’altra parte invece i Washington Wizards sono apparsi davvero in difficoltà e finora nei Playoffs fantastici giocati dai capitolini questa è una novità, visto che le precedenti sconfitte erano maturate solo negli ultimi secondi ed erano state decise da episodi. Stanotte invece, dopo un primo tempo equilibrato, la creatura di coach Wittman è caduta a picco, mostrando limiti offensivi evidenti, soprattutto se la coppia di lunghi titolare non riesce ad essere innescata con efficacia. La serie naturalmente rimane apertissima, ma è logico pensare che i Pacers visti in gara 3 potranno chiuderla quando meglio desiderano. La prossima sfida sarà probabilmente fondamentale per capire se Indiana è veramente guarita dai mali che fino a pochi giorni fa l’hanno accompagnata.

UPS

La difesa dei Pacers: il principale motivo della vittoria di Indiana sta tutto qui, in una difesa che è riuscita a far tirare Washington con percentuali vicino al ridicolo (32.9% dal campo, 25% da tre) e gli ha fatto perdere la bellezza di 18 palloni (che si sono tradotti in 21 punti per i Pacers). Infatti nella metà campo offensiva molte cose non sono funzionato a meraviglia (la squadra ha tirato con un migliorabile 40.7% da due), ma la sensazione, anche per il modo in cui giocano le due squadre, è che questa sia una serie che si andrà a vincere soprattutto dietro.

Il terzo quarto di Indiana: l’altra chiave di lettura di questa gara 3 sta nel modo diverso in cui le squadre sono rientrate in campo dopo la pausa lunga. Il parziale dell’intero periodo è stato di 26-10 per gli ospiti, almeno prima che Wall con l’ultimo canestro del quarto non riducesse un minimo i danni per i suoi. In una partita a punteggio così basso ripartire nell’ultima frazione con uno svantaggio di 15 punti è un handicap difficilmente colmabile, ed infatti, a parte qualche canestro segnato in partenza di quarto periodo dai Wizards, i Pacers hanno anche allungato nel finale.

Paul George: è ancora lontano da essere tornato il giocatore che nella prima metà di stagione era un serio candidato per la corsa all’MVP, ma almeno in gara 3 è tornato a fare il go-to-guy di cui ha bisogno la squadra, soprattutto per creare un’alternativa offensiva valida alle molte palle che Hibbert e West ricevono nei pressi del canestro. E’ stato ancora una volta impreciso al tiro (4/11 da due punti), ma con 8 rimbalzi, 4 assist e 3 palle rubate è riuscito a rendersi utile in diversi aspetti del gioco.

La disperazione di Gooden di fronte alla prova offerta dalla sua squadra in gara 3 (Photo: Alex Brandon, AP)

La disperazione di Gooden di fronte alla prova offerta dalla sua squadra in gara 3 (Photo: Alex Brandon, AP)

DOWNS

La sterilità offensiva dei Wizards: naturalmente in questi casi non si sa mai dove finiscano i meriti di una squadra e dove comincino i demeriti dell’altra. Sicuramente Washington per produrre una prova offensiva che va diretta fra i record negativi di franchigia c’ha messo del suo e se anche la difesa dei Pacers è stata di alto livello e la palla non voleva saperne di entrare a canestro, è assolutamente necessario per la squadra diminuire il numero di palle perse nelle prossime gare se si vuole rimanere attaccati a questa serie.

Nenè-Gortat: come in gara 2 li avevamo messi volentieri nella categoria subito sopra, oggi è necessario evidenziare come la coppia di lunghi, che finora è stata uno dei motivi principali dei grandi Playoffs giocati dai Wizards, abbia completamente steccato la partita ed il pick’n’roll, che finora sono stati bravissimi a giocare, non abbia funzionato. Oltre alle palle perse questo è un altro dettaglio che i Wizards dovranno cambiare in vista di gara 4.

Il basso minutaggio concesso a Miller: non ce ne voglia coach Wittman o John Wall, il quale comunque in questi Playoffs sta dimostrando di essere al livello dei migliori playmaker della lega, ma davvero facciamo fatica a capire i soli 6 minuti concessi ad Andre Miller. Soprattutto in una serata in cui la manovra offensiva fatica a funzionare, cambiare la guida in regia e sostituire un Wall da 7 palle perse forse avrebbe potuto portare qualche beneficio a Washington, anche perché l’esperienza di Miller molto spesso potrebbe giovare a due ragazzi sulla rampa di lancio come Wall e Beal.