Prova grandiosa quella giocata in gara 5 da DeAndre Jordan (AP PHOTO)

Prova grandiosa quella giocata in gara 5 da DeAndre Jordan

L’esclusione di Sterling a vita dalla NBA ha evidentemente tranquillizzato i Los Angeles Clippers che hanno fatto vedere una faccia completamente diversa rispetto a quella mostrata in gara 4. Nella gara della notte i Golden State Warriors non hanno mai avuto occasione di mettere la testa avanti (se non per pochi secondi verso la fine del terzo quarto) e non sono riusciti a trovare un antidoto per fermare un devastante DeAndre Jordan alla migliore partita in carriera. Ancora più prezioso però è il match point raccolto dai Memphis Grizzlies sia perché è arrivato dopo una battaglia durissima conclusasi dopo un tempo supplementare, sia perché è arrivato alla Chesapeake Energy Arena degli Oklahoma City Thunder e ciò significa che il primo tentativo per chiudere la serie sarà davanti al pubblico amico.

UPS

DeAndre Jordan: come abbiamo già scritto, quella di questa notte è probabilmente stata la miglior partita in carriera per il centro nativo di Houston che ha ritoccato il proprio record di punti ai playoffs ed è diventato il terzo Clippers a superare i 20 punti e i 15 rimbalzi in una partita di playoffs dopo Griffin e Brand. Inoltre era dal 2008, quando ci riuscì Tim Duncan, che un giocatore non chiudeva una partita in post season con 25 punti, 18 rimbalzi e 4 stoppate. Jordan è stato bravissimo a colmare una serata negativa (almeno per i primi tre quarti) del proprio compagno di reparto Griffin, impreciso al tiro e con problemi di falli.

Mike Miller: protagonista delle ultime due Finals vinte da Miami, quest’estate gli Heat avevano deciso di privarsene (soprattutto per il contratto troppo oneroso) e lui ha colto l’occasione per tornare a Memphis e dimostrare che la sua carriera è ancora lontana dal finire. Stanotte i suoi 21 punti dalla panchina frutto di un ottimo 5/8 da tre punti (conditi da 6 rimbalzi, 3 assist e 3 palle rubate) sono stati fondamentali per vincere un’importantissima gara 5.

Thunder-Grizzlies e i 4 overtime consecutivi: con la gara di questa notte sono salite a 4 consecutive le partite della serie fra Oklahoma City e Memphis concluse al supplementare (record assoluto in NBA), a conferma di una serie che più equilibrata non poteva essere. Ora non ce ne vorranno i sostenitori dei Grizzlies, ma una serie del genere sarebbe bellissimo se si concludesse con un’epica gara 7.

Joey Crawford è solito ergersi a protagonista in numerose partite e stanotte non ha voluto smentirsi (Andrew D. Bernstein/Getty Images)

Joey Crawford è solito ergersi a protagonista in numerose partite e stanotte non ha voluto smentirsi (Andrew D. Bernstein/Getty Images)

DOWNS

Hack-a-Jordan: già ai tempi in cui veniva utilizzato contro Shaq non ci piaceva ed anche in questi playoffs l’abbiamo visto usare contro Howard e ora contro Jordan. Questa tattica va contro tutto l’apparato spettacolare che è il mondo NBA ed anche per questo motivo preferiremmo vederla usare sempre meno spesso. Nella partita di questa notte per fortuna Jordan ha risposto con un ottimo 3/4 ai liberi e la manfrina non è andata avanti più di tanto.

La dipendenza da Westbrook e Durant: forse il problema principale per cui i Thunder si trovano in questo momento con il serio rischio di vedere terminare la propria corsa ai playoffs già al primo turno è l’eccessiva responsabilità offensiva che in ogni partita si devono prendere Westbrook e Durant. Anche in gara 5 la coppia di stelle s’è presa ben 55 tiri sui 92 totali di squadra (quasi il 60%), rendendo in questo modo assai più prevedibile la manovra offensiva dei Thunder. Soprattutto quando di fronte ti trovi una squadra di specialisti difensivi come sono i Grizzlies è logico che tutto ciò vada a vantaggio degli avversari.

Il protagonismo di Joey Crawford: è l’arbitro sicuramente più famoso della lega, non solo per la sua bravura, ma anche per i suoi eccessi di protagonismo. Nella gara di stanotte di Oklahoma City ha esagerato un’altra volta interrompendo il secondo tiro libero di Durant (a 27.5 secondi dalla fine dell’overtime) per andare a parlare con il tavolo. Risultato? Durant (uno che ha 88.2% ai liberi in carriera) si raffredda e sbaglia il libero che avrebbe consegnato il nuovo pareggio alla sua squadra. Probabilmente è eccessivo dire che sia Crawford il motivo della sconfitta dei Thunder, ma episodi del genere sarebbe meglio non vederne più, di modo che a nessuno possa venire questo dubbio.