La gioia di Durant e Westbrook dopo la vittoria di gara 5 (Uncredited/Associated Press)

La gioia di Durant e Westbrook dopo la vittoria di gara 5 (Uncredited/Associated Press)

Magari non è paragonabile al suicidio avvenuto in gara 4 sul fronte opposto, dove gli Oklahoma City Thunder avevano avuto un vantaggio anche di 22 punti, ma i Los Angeles Clippers non escono di certo con il morale alto dalla Chesapeake Energy Arena, visto il +7 con cui sembravano aver chiuso la partita a 49 secondi dal termine. Alcune scelte scellerate di Paul a cui si sono aggiunte due o tre decisioni arbitrali dubbie (e su cui Doc Rivers s’è poi lamentato nel dopo partita, nel particolare sulla rimessa data ai Thunder con 11 secondi da giocare) hanno però rimesso in carreggiata la truppa di coach Brooks; merito, c’è da dire, anche di un Durant che, dopo aver sonnecchiato per 47 minuti, ha deciso di risvegliarsi all’ultimo giro di lancette. Sulla carta la vittoria non dovrebbe aver spostato più di tanto la serie visto che nella prossima sfida i Clippers torneranno allo Staples Center, ma psicologicamente riprendersi da una partita ormai portata a casa sarà veramente dura. I Thunder dopo gara 4 hanno dimostrato di poterci riuscire, ora si vedrà se il carattere dei Clippers sarà altrettanto forte.

UPS

Russell Westbrook: è stata un’incognita difensiva per tutta la partita dei Clippers e nel finale come se non bastasse ha realizzato il 3/3 ai liberi che ha portato alla vittoria i Thunder. Le cifre dicono 38 punti, 5 rimbalzi, 6 assist e 3 palle rubate, ma soprattutto la sensazione che Paul non possa assolutamente tenerlo e che nelle fila dei Clippers non ci sia nessun altro giocatore (escluso Barnes che però già si deve occupare di Durant) in grado di farlo.

47 minuti e 11 secondi di ottimi Clippers: perché la sensazione che si ha avuto per tutta la gara è stata quella di una Los Angeles sempre con il pallino della gara in mano e che aveva azzeccato tutte le mosse tecnico-tattiche. Tutta la squadra stava insomma remando nella stessa direzione per portare a casa una gara che avrebbe voluto dire avere un passo dentro le Finali di Conference. Poi ci sono stati quei sciagurati ultimi 49 secondi…

Mai dimenticarsi di Durant: senza l’ultimo giro di lancette probabilmente l’MVP della Regular Season sarebbe finito nella categoria subito sotto e molti media lo avrebbero accusato di essere stato la causa principale di una sconfitta che sarebbe bruciata tantissimo. Invece nell’ultimo minuto mette una tripla siderale e segna subito dopo in contropiede per portare i Thunder a -2. Va bene parlare del suicidio dei Clippers, ma senza il finale di Durant Oklahoma City non avrebbe portato a casa la vittoria.

Chris Paul non è riuscito a gestire a dovere le ultime azioni della propria squadra (Layne Murdoch/Getty Images)

Chris Paul non è riuscito a gestire a dovere le ultime azioni della propria squadra (Layne Murdoch/Getty Images)

DOWNS

Falli: lasciamo da parte le ultime decisioni arbitrali che probabilmente hanno condizionato la partita, anche perché Doc Rivers c’ha già pensato per conto suo, e piuttosto vogliamo concentrarci sui 49 falli fischiati in totale (di cui soprattutto i 31 nel primo tempo) a cui si sono naturalmente aggiunti i 56 viaggi in lunetta (37 nel primo tempo). Tutti questi fischi hanno eccessivamente spezzettato una partita che altrimenti sarebbe stata ancor più bella da vedere.

DeAndre Jordan: finora era stata una chiave dei Playoffs dei Clippers ed aver dovuto fare virtualmente senza di lui in gara 5 deve aver influito non poco per i piani di Doc Rivers. I problemi di falli infatti l’hanno fatto immediatamente uscire da una partita in cui non è mai riuscito a reinserirsi soprattutto a livello mentale. Quasi 20 minuti in campo di nulla assoluto.

49 secondi completamente assurdi dei Clippers: come è stato giusto elogiare sopra il resto della partita giocata dai ragazzi di Doc Rivers, pare altrettanto doveroso sottolineare come ancor prima che per le decisioni arbitrali dubbie gara 5 i Clippers l’abbiano persa non riuscendo a rimanere lucidi nell’ultimo disperato tentativo di rimonta dei Thunder, dopo che nell’arco della partita erano riusciti a ricacciare indietro gli avversari in più di un’occasione.