220px-Héctor_CampanaSe la Generation Dorada del basket Argentino ha stupito il mondo molto, se non tutto, lo si deve a Hector “El Pichi” Campana che con le sue imprese in campo ha poi trascinato ragazzini come Fabricio Oberto, che sarà poi suo compagno nell’Atenas Cordoba, Luis Scola e soprattutto Manu Ginobili su un campo da basket invece di sognare la Bombonera o il Monumental come facevano il 99% dei ragazzini argentini.

Ma chi è El Pichi? Nasce a Cordoba nel 1964, città universitaria nel bel mezzo dell’Argentina centrale, ai piedi della catena montuosa de las Sierras Chicas e circondata da fiumi che con enorme fantasia vengono numerati in Rio Primero, Rio Tercero e così via secondo un ordine matematico, dove gli abitanti orgogliosamente si fanno chiamare Cordobeses, parlano il Cordobés Basico e non si vogliono certamente mischiare cogli altezzosi Porteños di Buenos Aires. E certamente questo orgullo cordobés sarà una costante nella sua carriera.

Nei Redes a 15 anni

Nei Redes a 15 anni

Suo papà Anibal Cristòbal costruisce frigoriferi ed in seguito farà il taxista ma intanto è iscritto al Polideportivo Municipal General Paz dove manda il piccolo Pichi in piscina d’estate, ma ad undici anni Hectorito decide di provare col basket per fare attività sportiva pure d’inverno. Ed il ragazzino è piuttosto portato tanto che soli quattro anni dopo, mentre gioca nei cadetti, viene scaraventato in prima squadra ed esordisce in Primera a soli quindici anni segnando pure due punti e l’anno dopo gioca addirittura la finale scudetto coi Redes Cordobesas.

Passa nel 1982 al Club Atlético Obras Sanitarias de la Nación, detto semplicemente Obras, club di Buenos Aires fondato nel 1907 da un gruppo di operai del servizio idrico cittadino, con cui vince due coppe William Jones nel 1983 e nel 1984. Il giovane Campana è una guardia di 1.85, magari non velocissimo ma capace di attaccare e schiacciare nel traffico, di segnare in arresto e tiro creandosi il tiro in uno contro uno e di colpire dalla lunga distanza. Quando entra in ritmo è immarcabile. Ed è pure un ragazzo serio, che lavora duramente in campana2allenamento. Comincia a girare fra varie squadre: un primo stint nell’Atenas, poi River Plate, nei Lobos del Club Gimnasia y Esgrima y Pedernera Unidos (che belli i nomi dei club sudamericani…) di San Luis, ancora Cordoba e poi all’Olimpia di Santa Fè, al Peñarol di Mar del Plata, di nuovo l’Atenas dove vince al fianco di un altro mito come Marcelo Milanesio due Panamericas e quattro volte la Liga Sudamericana allenato da Ruben Magnano e gioca il McDonald’s Open di Parigi nel 1997, prova pure coi New Jersey Nets e passa anche dal Boca Juniors per poi chiudere la carriera nel 2004 all’Atenas a 39 anni.

In tutto questo suo cammino in lungo ed in largo per l’Argentina El Pichi rilascia col la sua classe ed il suo esempio i semi per la generazione di fenomeni che sta crescendo, ovunque si ferma a giocare per prima cosa invita i compagni più giovani per un asado a casa sua e li riempie di nozioni tecniche e consigli come un padre ed un amico.

campanabocaCome un Mietitore di anime gira da Salta a Rio Gallegos e giovani cestisti crescono nel suo mito.

Nella sua carriera supera pure infortuni e nella vita vive un dramma quando la sua figlia maggiore nasce con un difetto cardiaco e deve essere sottoposta a ben undici interventi cardiaci, la bimba sopravvive e Campana decide di fondare la Fundación Corazoncito (Fondazione Cuoricino) a favore del reparto di chirurgia cardiovascolare del Hospital de Niños de Córdoba recuperando soldi per apparecchiature moderne e per mandare i medici locali negli States per specializzazioni.

el Pichi politico

el Pichi politico

Nel 2007 entra in politica col Partido Justicialista, ovvero i Peronisti, e viene eletto come vicegovernatore dello stato di Cordoba fino al 2011, terminato l’incarico si candida a sindaco di Cordoba ma non vince le elezioni ed ora fa il radiocronista delle partite del suo Atenas.

El principe de la Docta y el fundador del Baloncesto Albiceleste.

Rivediamolo al McDonald’s del 1997 dove per la prima volta il basket argentino si mostrò al mondo.